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Cronaca
12 Settembre 2025 - 15:40
Nella foto Valter Martinetti e il sindaco Matteo Chiantore
Oggi le comiche nel parcheggio di via Di Vittorio a Ivrea. Sedici alberi abbattuti, tredici dal proprietario e tre dalla Forestale, ordinanze che arrivano a giochi fatti, lettere che dicono prima una cosa e poi l’opposto, e il sindaco Matteo Chiantore che si precipita di gran carriera a sospendere i lavori quando ormai la motosega aveva già fatto quel che era stata incaricata di fare.
La vicenda comincia a maggio, quando dal municipio parte una comunicazione ufficiale. Firma il geometra Davide Luciani, responsabile dell’Area tecnica. Il tono è quello tipico delle norme urbanistiche: si cita l’articolo 6 del DPR 380/01 sull’edilizia libera, si ricordano le prescrizioni del Piano regolatore, si prescrive la conservazione degli alberi esistenti o la loro sostituzione con altri della stessa specie, alti almeno quattro metri. Il messaggio, in sostanza, è che i lavori possono anche andare avanti, purché rispettino regole e regolamenti. Un via libera, seppur condizionato, che il proprietario interpreta come semaforo verde per risolvere il problema del parcheggio.
Il problema infatti non era banale. Dodici alberi si trovavano a ridosso del confine, con le radici che spaccavano la pavimentazione e le foglie che invadevano tetti e grondaie delle proprietà vicine. Non solo fastidi: i confinanti avevano inviato diffide formali, chiedendo la messa in pristino. E Valter Martinetti, legale rappresentante di Genco proprietaria del parcheggio, si trovava stretto tra due fuochi: da una parte le pressioni dei vicini, dall’altra i vincoli del Comune. La decisione è quella di intervenire, affidando i lavori a un’impresa boschiva, con la convinzione di muoversi all’interno della legalità.
Il cantiere si apre, le motoseghe fanno il loro lavoro. Sedici alberi vengono abbattuti, tre dei quali dalla Forestale per motivi di sicurezza. La superficie viene scarificata per oltre 500 metri quadrati, il materiale legnoso accatastato. Quando lo viene a sapere il sindaco Matteo Chiantore corre sul posto per fermare tutto: ma trova i ceppi già a terra e gli operai fermi.
Solo poche ore dopo arriva la formalizzazione. E' l’11 settembre. L’Area tecnica emette l’ordinanza dirigenziale n. 116 che dispone la sospensione immediata dei lavori, perché eseguiti “in difformità dalle norme urbanistiche e senza autorizzazione ai sensi del Regolamento del Verde”, e vieta di proseguire anche con le manutenzioni ordinarie fino a nuovo provvedimento. In pratica, si sospende ciò che resta: il ripristino dell’area (sistemazione della pavimentazione) e la piantumazione dei quattro nuovi alberi alti almeno quattro metri di altezza.
«Dodici di quelle piante erano sul confine - commenta con tono seccato Martinetti - I vicini mi avevano diffidato. Dovevo abbatterle, stavano provocando seri problemi: sia per le foglie sul tetto, sia perché stavano spaccando la pavimentazione. A tre metri dal confine non possono essere rimpiazzate. Rimpiazzerò le altre quattro, tre delle quali abbattute dalla Forestale e una da me perché era pericolante. Non so che dire. Vogliono farmi una multa, me la facciano. Hanno bloccato l’impresa che stava facendo il ripristino e quella ha un costo…».
E qui sta il nodo più chiaro di tutta la vicenda: una volta abbattuti, quegli alberi sul confine non potranno essere sostituiti. Lo impone l’articolo 892 del Codice civile, che stabilisce le distanze minime per le piantumazioni: tre metri dal confine per alberi di alto fusto. In sostanza, quei dodici non torneranno più al loro posto. Potranno essere ripiantati solo i quattro consentiti, e niente di più.
Nella lettera, Martinetti ricorda che già nel 2023 aveva sollevato un reclamo sulle norme del Piano regolatore, proprio riguardo al vincolo delle alberature sul parcheggio.
Aggiunge che le foto dimostrano chiaramente la radicazione superficiale e il rischio concreto di caduta verso proprietà private, quindi il dovere di intervenire per ragioni di sicurezza e per evitare cause legali. E sottolinea che, se è disposto a sospendere ulteriori tagli, non intende bloccare le attività di pulizia e messa in pristino dell’area, perché gli accordi con conduttori e utilizzatori del parcheggio glielo impediscono.
Il risultato, oggi, è un parcheggio fermo a metà. Le piante non ci sono più, ma la sistemazione dell’area resta bloccata. Il Comune, che prima aveva scritto che i lavori potevano essere svolti in edilizia libera, ora sostiene l’esatto contrario. Il sindaco, arrivato troppo tardi, si limita a ordinare quello che non si può più ordinare. I vicini hanno ottenuto l’abbattimento, ma ora ci si ritrova con un piazzale chiuso. "Multa o non multa - stigmatizza Martinetti - Mi sento dalla parte della ragione....".
Chi è Valter Martinetti? Un nome che a Ivrea si lega indissolubilmente a un progetto ambizioso e mai realizzato: quello del superstore NovaCoop davanti alla stazione ferroviaria. Ingegnere, imprenditore e amministratore unico della società Genco S.r.l., Martinetti ha dedicato anni e risorse a un piano di riqualificazione urbana che avrebbe dovuto cambiare il volto di una parte delicata della città, fra corso Nigra, via Di Vittorio e via Jervis.
Il progetto nasceva con grandi promesse: un investimento da circa 14 milioni di euro, la creazione di 80 nuovi posti di lavoro, la costruzione di un supermercato di oltre duemila metri quadrati accompagnato da magazzini, parcheggi, aree verdi, piste ciclabili e passaggi pedonali. Non un semplice centro commerciale, ma, nelle intenzioni, un tassello di rigenerazione capace di portare vita e servizi in una zona considerata da anni marginale e segnata dal degrado.
Martinetti, attraverso la sua società, aveva acquisito aree come la storica Casa Molinario e i fabbricati Pauna, immaginando di ridare respiro a un quartiere segnato dal tempo. Ma se i progetti sulla carta erano convincenti, la realtà si è dimostrata ben più complessa. A bloccare il percorso sono stati i vincoli urbanistici e paesaggistici: quell’area infatti ricade nella cosiddetta core zone e buffer zone del sito UNESCO Ivrea città industriale del XX secolo, e il piano regolatore vigente non consentiva l’insediamento di una grande struttura di vendita in quella parte della città.
Da lì, un susseguirsi di ricorsi, lettere aperte e battaglie legali. Genco S.r.l. non si è arresa facilmente: ha presentato varianti urbanistiche semplificate, proposto l’inserimento del progetto nella variante generale, chiamato in causa il TAR contro i dinieghi dell’amministrazione comunale a quei tempi legata al sindaco Stefano Sertoli. Ma le sentenze non gli hanno dato ragione. Nel 2020 arriva la doccia fredda e il "no" al progetto del Tribunale Amministrativo Regionale.
Martinetti è diventato, suo malgrado, un protagonista delle cronache urbanistiche locali. Ieri con la Coop, oggi con il parcheggio di sua proprietà in via Di Vittorio.
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