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11 Settembre 2025 - 23:55
L'assessore regionale Paolo Bongiovanni
Incommentabili. Non trovano altri aggettivi i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Sarah Disabato e Alberto Unia di fronte alle parole dell’assessore regionale Paolo Bongioanni, che nelle scorse ore ha deciso di rispolverare la solita ricetta della doppietta per affrontare l’emergenza cinghiali a Mirafiori. Una posizione che, oltre a sembrare un déjà vu stanco e senza prospettiva, suona come un’invasione di campo rispetto alle competenze della Città Metropolitana.
Per i 5 Stelle, la questione è chiara: il Far West delle armi da fuoco non ha mai funzionato e in un contesto urbano può trasformarsi in una follia pericolosa per la popolazione. “È inaccettabile che la Regione continui a rifugiarsi dietro l’illusione dei fucili”, attaccano Disabato e Unia, ricordando come da anni il Movimento chieda soluzioni preventive, capaci di evitare situazioni di rischio prima che diventino emergenza.
Il problema, però, è che la Giunta Cirio non ha mai voluto ascoltare. A colpi di aperture e deroghe, il Centrodestra ha progressivamente spalancato le porte a una liberalizzazione della caccia che non ha prodotto altro che esiti negativi. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: nonostante l’intensificazione degli abbattimenti, i cinghiali continuano a invadere le aree urbane, spaventare i cittadini e creare pericoli per la sicurezza stradale. Ma anziché fermarsi un attimo a chiedersi se la strada intrapresa sia sbagliata, l’assessore Bongioanni rilancia con la vecchia formula delle doppiette.
Sarah Disabato
“Abbiamo ricevuto decine di segnalazioni di cittadini preoccupati, e come dargli torto?” spiegano Disabato e Unia. Non servono grandi immaginazioni: basta ricordare quanto accaduto lo scorso gennaio tra Nichelino e Torino, quando una donna a passeggio con il suo cane si è vista sfrecciare davanti un cinghiale in fuga da un cacciatore. Una scena che i 5 Stelle definiscono “da Far West”. È questo il modello che la Regione vuole applicare in un quartiere popoloso come Mirafiori? Cacciatori armati tra i condomini, con fucili spianati, in mezzo a famiglie, bambini e passanti?
Per i consiglieri grillini non c’è spazio per interpretazioni: la strada da seguire non è l’abbattimento, ma la prevenzione. Soluzioni alternative esistono e andrebbero semplicemente applicate con buon senso: cattura e trasferimento, barriere ecologiche, piani di contenimento non cruenti. E soprattutto un tavolo serio di confronto con associazioni ambientaliste ed esperti faunistici, per studiare piani duraturi e rispettosi delle sensibilità dei cittadini.
Eppure, ogni volta che si parla di cinghiali, la destra piemontese sembra avere un riflesso condizionato: il fucile. Una logica da Far West che ignora non solo la sicurezza dei cittadini, ma anche l’evidenza dei fatti. Perché, se fosse vero che gli abbattimenti risolvono il problema, oggi non ci troveremmo ancora a discutere di emergenze e invasioni urbane.
Il Movimento 5 Stelle si appella quindi alla Città Metropolitana: “Con un po’ di buon senso, respinga al mittente le richieste dell’assessore Bongioanni”. Perché, aggiungono Disabato e Unia, “i fucili non devono più sparare: non in città, non a Mirafiori, non nei quartieri dove vivono famiglie che chiedono sicurezza e rispetto del benessere animale”.
Insomma, mentre la Regione continua a rievocare vecchi schemi da caccia grossa, i cittadini chiedono solo una cosa: smettere di giocare allo sceriffo e iniziare a fare politica seria, fatta di prevenzione, soluzioni innovative e tutela collettiva.
Lo sceriffo di Mirafiori”
L’assessore Paolo Bongioanni ha deciso: per i cinghiali servono i fucili. Ci mancava solo il cappello da cowboy e la stella di latta appuntata al petto. A Mirafiori, tra condomini e supermercati, l’assessore sogna di passeggiare come John Wayne, con la doppietta in spalla e lo sguardo torvo da uomo che non deve chiedere mai.
C’è da compatirlo: magari ha passato la domenica davanti a un vecchio western e s’è convinto che Torino Sud sia il Texas. Solo che, piccolo dettaglio, a Mirafiori non ci sono praterie infinite ma palazzi, scuole, autobus e pensionati al mercato. Immaginate la scena: il cacciatore all’angolo di via Artom che punta al cinghiale… e dietro spuntano due ragazzini che tornano da scuola. Uno spettacolo da brividi, ma non quelli di Hollywood.
E pensare che nel 2025 la politica dovrebbe occuparsi di pianificazione, prevenzione, gestione della fauna. Ma niente: Bongioanni va avanti col suo programma elettorale di “spariamo a tutto quello che si muove”. I risultati? Zero. Anni di abbattimenti, e i cinghiali sono sempre lì. Forse hanno capito che l’unico vero pericolo non sono i proiettili, ma le idee di chi dovrebbe governare.
Il Movimento 5 Stelle lo ha definito “incommentabile”. Troppo buoni. Perché qui non siamo più al ridicolo, siamo al grottesco: un assessore che propone di trasformare Mirafiori in un poligono a cielo aperto, come se la sicurezza si garantisse sparando tra i palazzi.
Insomma, Bongioanni come sceriffo di periferia fa ridere. Peccato che il rischio per i cittadini, quelli veri, non sia una battuta ma una pallottola che parte.
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