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Silvia Grua, la sfida oltre le nuvole: 24 ore in bici per regalare un futuro ai bambini malati di cancro

Bollengo, il 13 settembre, l’atleta canavesana nata a Villareggia pedalerà senza sosta sulle rampe della Serra. Una nuova impresa di solidarietà dopo l’“Everesting” del 2021, con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca sui tumori pediatrici

Silvia Grua, la sfida oltre le nuvole: 24 ore in bici per regalare un futuro ai bambini malati di cancro

Silvia Grua, la sfida oltre le nuvole: 24 ore in bici per regalare un futuro ai bambini malati di cancro

Sabato 13 settembre a Bollengo, sulla salita della Serra, si accenderanno i riflettori su un’impresa sportiva che ha il sapore della sfida e della speranza. Silvia Grua, atleta e donna simbolo di resilienza, sarà protagonista di “Oltre le nuvole: una sfida per i bambini”, un evento patrocinato dal Comune di Bollengo e sostenuto dalla Fondazione Umberto Veronesi.

In sella alla sua bici, Silvia tenterà di raggiungere il massimo dislivello positivo nel giro di 24 ore, spingendo i pedali senza sosta per una causa che va ben oltre lo sport: raccogliere fondi destinati alla ricerca sui tumori pediatrici. L’obiettivo non è solo sportivo, ma profondamente umano: trasformare la fatica in un sorriso regalato ai piccoli pazienti che ogni giorno combattono una salita ben più dura della sua. Chi vorrà potrà sostenere l’impresa donando direttamente sul posto o tramite il QR code dedicato, unendo così ogni chilometro percorso al valore concreto della solidarietà.

Silvia Grua

Dietro a questa sfida c’è la storia di una donna che ha fatto della malattia la sua più grande motivazione. Nata a Villareggia nel 1975, Silvia Grua ha incontrato la parola cancro a soli 34 anni. Dopo appena due mesi, è arrivata anche la recidiva, e da allora la sua vita è stata scandita da dodici interventi chirurgici, terapie infinite, sacrifici e rinunce. Una malattia che le ha tolto tanto, persino il sogno di diventare madre, ma che non è riuscita a piegarne la forza interiore. “Contavo le terapie come se fossero tappe: il traguardo era la vita”, ha raccontato più volte, spiegando come lo sport e l’amore per la montagna siano stati la sua ancora di salvezza. In quelle pedalate, in quelle salite affrontate metro dopo metro, Silvia ha ritrovato i colori di una vita che la malattia voleva spegnere.

Il 4 settembre 2021, per dimostrare a sé stessa e al mondo che nulla è impossibile, ha compiuto il suo personale Everesting: 8.848 metri di dislivello positivo, l’altezza simbolica dell’Everest, raggiunti pedalando la stessa salita per 343 chilometri in 18 ore. Un’impresa fisica ed emotiva che le ha permesso di raccogliere quasi 14 mila euro destinati alla ricerca sui tumori femminili attraverso la Fondazione Umberto Veronesi. Da quell’esperienza è nato anche il libro “I colori della salita”, pubblicato con la casa editrice Capovolte, il cui ricavato è stato devoluto all’associazione Samco Odv di Chivasso, che offre cure palliative e assistenza ai malati oncologici. Un diario in cui Silvia racconta come lo sport le abbia restituito i colori della vita, trasformando la fatica in energia e la sofferenza in testimonianza.

Ma Silvia Grua non si è fermata lì. Negli ultimi anni ha lanciato nuove iniziative solidali, come “100×100 con Silvia”, organizzato al Velodromo Francone di San Francesco al Campo, dove ha pedalato 100 giri invitando appassionati e amici a unirsi a lei, raccogliendo fondi per la Fondazione Faro e ancora per la Fondazione Veronesi. Adesso ha deciso di alzare ancora di più l’asticella: con “Oltre le nuvole” punta a superare se stessa, a trasformare ogni metro di dislivello in un messaggio di speranza per i bambini colpiti dal cancro, che ogni anno in Italia sono circa 1.400, insieme a 800 adolescenti.

“Loro hanno diritto di avere un futuro, loro sono il nostro futuro”, scrive in un appello inviato ai giornali.

Quella di Silvia Grua è una storia che unisce il coraggio individuale alla forza collettiva, la fragilità umana alla potenza dello sport come strumento di rinascita. Una donna del Canavese che ha trasformato la sua malattia in una missione, capace di trascinare con sé comunità, istituzioni e semplici cittadini in una gara che non ha un traguardo fisso, ma una sola direzione: la vita. Il 13 settembre, sulle rampe della Serra di Bollengo, ogni pedalata di Silvia sarà anche quella di chi la sostiene, di chi crede che la ricerca possa davvero fare la differenza, e di chi sa che le salite più dure non si affrontano mai da soli.

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