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Costume e Società

Cosmo davanti ai cancelli della ex GKN: un dj set di lotta per Gaza e per la fabbrica

Il nono appuntamento di “Urlo per Gaza” ha portato Cosmo e Ivreatronic davanti ai cancelli della ex GKN. Musica e lotta si sono intrecciate in un dj set di resistenza. L’artista sabato sarà al corteo di Milano per il Leoncavallo

Cosmo davanti ai cancelli della ex GKN: un dj set di lotta per Gaza e per la fabbrica

Cosmo

La musica è uno strumento potente: può intrattenere, ma anche mandare messaggi, unire generazioni, diventare parte integrante di una battaglia sociale. È con questa convinzione che venerdì 5 settembre, davanti ai cancelli della ex GKN di Campi Bisenzio, si è svolto un dj set di lotta organizzato dal collettivo Ivreatronic, con Cosmo ed Enea Pascal, nell’ambito dell’iniziativa “Urlo per Gaza”.

Dalle 21 lo spiazzo davanti alla fabbrica si è trasformato in uno spazio di partecipazione collettiva. Musica elettronica, casse e luci hanno animato un presidio che da quattro anni non smette di resistere. Poi, alle 22, la musica si è interrotta bruscamente: un minuto di silenzio, definito “urlo muto”, dedicato alla Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza. Una scelta semplice ma dal forte valore simbolico: interrompere il ritmo per trasformare il silenzio in segnale politico.

Si è trattato del nono appuntamento della rassegna “Urlo per Gaza”. Il giorno precedente, giovedì 4 settembre, l’iniziativa si era svolta in piazza Dalmazia a Firenze. Ogni tappa è diversa, ma con la stessa finalità: tenere insieme la vertenza della ex GKN con le lotte internazionali, creando legami che vanno oltre il territorio.

Il presidio si è così confermato un laboratorio politico a cielo aperto, capace di mettere in dialogo linguaggi diversi. Ai lavoratori della fabbrica si sono affiancati giovani attratti dal nome di Cosmo e cittadini che in questi anni hanno seguito la vertenza. L’evento ha dimostrato come la musica possa avere un ruolo nella costruzione di reti e nel mantenere viva l’attenzione pubblica.

Cosmo, all’anagrafe Marco Jacopo Bianchi, nato a Ivrea nel 1982, è tra i protagonisti della scena musicale italiana contemporanea. Dopo l’esperienza con i Drink to Me, ha avviato una carriera solista che lo ha portato a pubblicare album come Disordine (2013), L’ultima festa (2016), Cosmotronic (2018), La terza estate dell’amore (2021) e Sulle ali del cavallo bianco (2024). Nei suoi concerti, la dimensione elettronica si intreccia con il cantautorato, creando spettacoli immersivi che trasformano il pubblico in parte attiva. Con il collettivo Ivreatronic ha portato avanti un progetto che non è solo musicale, ma anche sociale, con l’obiettivo di dare spazio a nuove forme di aggregazione. La sua presenza a Campi ha ribadito la volontà di legare l’arte a temi concreti, senza restare indifferente.

La cornice resta quella della vicenda GKN. Nel luglio 2021 oltre 400 lavoratori furono licenziati via e-mail, con una decisione che suscitò forte indignazione a livello nazionale. Da allora è nato un presidio permanente, che non ha solo difeso posti di lavoro, ma ha cercato di costruire alternative. Il collettivo di fabbrica ha elaborato piani di reindustrializzazione orientati alla transizione ecologica, come la produzione di cargo bike e pannelli solari, cercando di proporre un modello diverso di sviluppo.

Gli ultimi mesi hanno visto sviluppi importanti. A giugno 2025 il Tribunale di Firenze ha disposto lo sgombero dell’area, mettendo a rischio l’esperienza del presidio. Nonostante questo, la mobilitazione non si è interrotta. A luglio è stato firmato l’atto costitutivo del Consorzio industriale della Piana Fiorentina, promosso da Regione Toscana, Comune di Campi Bisenzio, Città Metropolitana di Firenze e altri enti locali, con l’obiettivo di avviare una nuova fase produttiva nell’area. L’intenzione dichiarata è quella di garantire occupazione stabile e puntare sulla sostenibilità ambientale. Tuttavia, le prospettive per i lavoratori rimangono incerte: i tempi del consorzio sono lunghi e le decisioni operative non ancora definite.

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In questo scenario, la serata del 5 settembre ha assunto un valore preciso. Non un semplice concerto, ma un gesto politico, capace di riportare l’attenzione su una vertenza che dura da oltre quattro anni. La musica, in forma di dj set di lotta, ha funzionato come cassa di risonanza: ha attirato nuovi partecipanti, ha dato forza al presidio, ha ricordato che la battaglia della GKN non riguarda solo Campi Bisenzio ma tocca questioni globali, dal lavoro alla giustizia sociale.

L’evento ha dimostrato che i linguaggi possono contaminarsi e rafforzarsi a vicenda. La vertenza GKN continua a rappresentare un banco di prova per il rapporto tra istituzioni, lavoratori e società civile. In attesa che i tavoli istituzionali e il consorzio producano risultati concreti, iniziative come quella di venerdì mantengono viva la mobilitazione e tengono accesi i riflettori su una realtà che rischierebbe altrimenti di scivolare nell’ombra.

La serata di Campi Bisenzio ha quindi ribadito un concetto semplice: la musica non è neutrale. Può diventare strumento di lotta, di solidarietà e di memoria collettiva. E davanti a una fabbrica che da anni resiste, le casse di Ivreatronic hanno fatto la loro parte: ricordare che la storia della GKN non è finita e che la battaglia continua.

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