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27 Agosto 2025 - 22:38
Il Capitano Grasso lascia Ivrea: un addio che pesa su tutta la città
A settembre Manuel Grasso lascerà il comando della Compagnia Carabinieri di Ivrea. Una notizia che non può passare inosservata e che, con franchezza, possiamo definire una perdita importante per l’intera comunità. Non si tratta, infatti, di un semplice avvicendamento al vertice dell’Arma: in questi quattro anni il Capitano Grasso aveva saputo costruire un rapporto vero con il territorio, con i suoi uomini e con le istituzioni. E oggi, al momento dell’addio, è inevitabile guardare indietro e riconoscergli tutto quello che ha lasciato.
Quando arrivò, il 7 settembre 2021, proveniente dal Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Montesacro, la curiosità era tanta. Nel curriculum si leggevano tante cose: giovane ufficiale (aveva 30 anni), originario di Acireale, in provincia di Catania, con alle spalle esperienze non banali. A Taurianova in Calabria al comando del reparto operativo, e prima ancora alla Scuola Allievi di Reggio Calabria, dove aveva mosso i primi passi. Un curriculum che parlava chiaro: Grasso non era uno destinato a restare nell’ombra. E infatti, a Ivrea, ha dimostrato in fretta di essere molto più di un comandante di passaggio.
Fin dai primi giorni ha scelto di dare un segnale forte, visitando una per una le 14 stazioni che compongono la Compagnia. Non un gesto di circostanza, ma la dichiarazione di un metodo: partire dal territorio, conoscere le persone, costruire la fiducia. Sotto la sua guida, i circa 170 effettivi in forza a Ivrea hanno trovato un capo presente, esigente ma anche umano, capace di chiedere molto ma di dare altrettanto in termini di vicinanza e sostegno.
Non è stato un quadriennio facile, anzi. Ivrea ha dovuto fare i conti con il problema della microcriminalità diffusa, dai furti alle truffe agli anziani, fino alle tensioni nei quartieri più fragili. Grasso non si è mai nascosto: ha affrontato questi fenomeni con decisione, potenziando i controlli e coordinando gli interventi. Parallelamente, ha dovuto gestire il peso delle famose “zone rosse” istituite dal Prefetto, misure che ancora oggi comportano un lavoro enorme per uomini e mezzi. Non ha mai ridotto la questione a uno slogan: ha sempre ricordato che garantire la sicurezza significa fatica quotidiana, presenza costante, sacrificio silenzioso, ma c'è sempre stato e in tanti glielo hanno riconosciuto, anche sui social.
Ma il suo impegno non si è limitato all’ordine pubblico. Nel 2023, grazie alla collaborazione con il Soroptimist di Ivrea, è stata inaugurata presso la stazione Carabinieri di Ivrea-Banchette la “stanza tutta per sé”, uno spazio accogliente e protetto pensato per le donne vittime di violenza. Un progetto che racchiude bene la sua idea di comando: non solo repressione dei reati, ma anche attenzione alle persone, soprattutto alle più fragili.
La sua presenza si è fatta sentire anche nei momenti simbolici della vita dell’Arma. Nel giugno 2024 al Santuario di Belmonte per il 210° anniversario, circondato da colleghi, sindaci e autorità. L’11 giugno 2025, a Prascondù, nelle Valli, per il 211°, a ricordare con semplicità ed efficacia che le stazioni dell’Eporediese sono “un presidio insostituibile, un punto di riferimento per le comunità”. Parole sobrie, senza retorica, che riflettono bene la sua cifra stilistica: concretezza, umiltà, senso del dovere.
Ecco allora perché il suo addio pesa. Perché in questi anni non si è limitato a “comandare”: ha scelto di essere parte della comunità. Disponibile con i giornalisti. Mai evasivo, attento a rispondere con chiarezza anche nelle situazioni più delicate. Collaborazione vera con gli amministratori comunali fatta di confronto e di fiducia reciproca. Sempre pronto all'ascolto dei cittadini.
Chi lo ha conosciuto lo descrive con tre parole che ritornano in ogni testimonianza: dedizione, umiltà, disponibilità. Tre qualità che non sono apparse come contorno, ma come sostanza del suo modo di indossare la divisa.
A settembre Ivrea si troverà senza di lui. Al suo posto arriverà un nuovo ufficiale, e la vita della Compagnia andrà avanti come è sempre stato. Ma chi lo sostituirà dovrà confrontarsi con un’eredità impegnativa: la traccia di un comandante che non ha mai fatto pesare il grado, che ha scelto di guidare con l’esempio e non con l’autorità imposta, che ha saputo essere vicino senza smettere di essere rigoroso.
L’Arma è fatta di continuità, di passaggi naturali, di storie che si intrecciano. Eppure, ci sono figure che lasciano il segno più di altre. Manuel Grasso è stata ed ancora è una di queste.
Non è un addio drammatico, non è una fine. È un passaggio, come avviene in ogni carriera. Ma resta un fatto: a Ivrea il Capitano Grasso mancherà. Grazie!
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