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Dopo l’aggressione al portiere 13enne, escluse dal Super Oscar Carmagnola e Volpiano Pianese: "Resposabilità condivisa"

La decisione arriva sulla base di referto arbitrale e video: esclusione dall’Under 14 e iniziative sul fair play per educare alla non violenza

Dopo l’aggressione al portiere 13enne, escluse dal Super Oscar Carmagnola e Volpiano Pianese: "Resposabilità condivisa"

Dopo l’aggressione al portiere 13enne, escluse dal Super Oscar Carmagnola e Volpiano Pianese: "Resposabilità condivisa"

La vicenda di Collegno, che domenica scorsa ha sconvolto il calcio giovanile piemontese, continua ad avere conseguenze pesanti. Dopo l’aggressione al portiere tredicenne del Volpiano Pianese, colpito dal padre di un avversario durante il torneo Super Oscar, il comitato organizzatore ha deciso di escludere entrambe le squadre — Carmagnola e Volpiano Pianese — dall’edizione Under 14 della manifestazione.

La decisione, spiegano gli organizzatori, è stata presa «alla luce della ricostruzione dell’accaduto sulla base del referto arbitrale e di contributi video» e rimandando al giudice sportivo le valutazioni sulle condotte dei singoli tesserati coinvolti. Il comitato, però, ha ritenuto che il comportamento dei ragazzi in campo avesse contribuito a creare il clima di tensione sfociato poi nella rissa.

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Secondo la nota ufficiale, infatti, «alcuni tesserati di ambedue le compagini hanno violato i principi di etica sportiva che da sempre guidano l’organizzazione del torneo». Un passaggio che ha sollevato discussioni: se da un lato è evidente la necessità di riaffermare con fermezza i valori del fair play, dall’altro qualcuno si interroga sull’opportunità di punire con la stessa misura le due squadre, una delle quali ha visto un proprio giocatore tredicenne vittima di un’aggressione da parte di un adulto.

Il comitato, consapevole del danno d’immagine arrecato alla manifestazione, ha voluto dare un segnale forte: la responsabilità non è solo del genitore che ha invaso il campo, ma anche del clima esasperato generatosi sul terreno di gioco. Una presa di posizione che, inevitabilmente, alimenterà ulteriori polemiche.

Accanto al provvedimento disciplinare, l’organizzazione ha annunciato un’iniziativa concreta: parte del ricavato dell’incasso del torneo sarà destinato a promuovere un evento formativo sul fair play e la non violenza nello sport, con l’intenzione di coinvolgere istituzioni e autorità. Un modo per trasformare una pagina nera in un’occasione di riflessione e sensibilizzazione.

La cronaca dell’aggressione, con il tredicenne del Volpiano finito in ospedale con la frattura del malleolo e un forte trauma al volto, ha fatto il giro d’Italia e sollevato un’ondata di indignazione. Il padre quarantenne che ha scavalcato la recinzione e colpito il ragazzino è stato denunciato e rischia un provvedimento di Daspo. Nel frattempo, un video registrato dagli spalti è entrato nelle indagini e potrà chiarire meglio dinamiche e responsabilità.

Se l’obiettivo dichiarato del comitato è quello di ribadire che nessuna giustificazione può aprire la strada alla violenza, la scelta di colpire entrambe le squadre resta destinata a dividere l’opinione pubblica. Perché al di là delle responsabilità tecniche o disciplinari, il nodo resta lo stesso: in campo c’erano ragazzi di tredici anni. E a trasformare una partita di calcio in un incubo è stato, ancora una volta, un adulto.

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