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Gran Paradiso, una svolta storica: per la prima volta una donna alla guida del Parco

Sonia Calderola, 56 anni, veterinaria, nominata facente funzioni. Dal 2022 al servizio biodiversità e ricerca

Gran Paradiso, una svolta storica: per la prima volta una donna alla guida del Parco

Gran Paradiso, una svolta storica: per la prima volta una donna alla guida del Parco

Sonia Calderola è la prima donna a dirigere il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Una novità che rompe 103 anni di storia e che segna un passaggio simbolico quanto concreto. Veterinaria, 56 anni, Calderola non è nuova al mondo della conservazione: dopo anni alla Regione Veneto, dove ha coordinato il progetto sui lupi Life Wolfalps, nel luglio 2022 è entrata nell’organico del Parco, nel servizio biodiversità e ricerca scientifica. Da oggi ricopre l’incarico di direttrice facente funzioni, in attesa della nomina ufficiale del Ministero dell’Ambiente. La sua è una responsabilità pesante: raccogliere l’eredità di Bruno Bassano, che a fine agosto ha lasciato la guida per la pensione dopo oltre quattro decenni di vita professionale intrecciata con il Gran Paradiso.

Bassano, anche lui veterinario, era diventato direttore nel 2021, dopo essere stato collaboratore tecnico, ispettore sanitario e responsabile del servizio ricerca scientifica. Con la sua formazione ha portato attenzione alla salute della fauna alpina, alla ricerca, al monitoraggio degli ecosistemi. È stato definito dal presidente dell’Ente Mauro Durbano «il primo direttore moderno, profondamente legato al territorio, presente e attento alle sue dinamiche». E lui stesso, salutando colleghi e comunità, ha ricordato: «Dopo anni passati a seguire la mia passione di veterinario, concludo la carriera come direttore. Un grazie speciale a tutte le persone del Corpo di Sorveglianza, con cui ho condiviso momenti indimenticabili, anche nelle fatiche e nelle tensioni che la montagna porta con sé».

Il Gran Paradiso non è un parco qualsiasi. Nato nel 1922 come riserva di caccia reale donata allo Stato, è la più antica area protetta d’Italia. Settantunomila ettari tra Piemonte e Valle d’Aosta, foreste, ghiacciai, valloni, praterie alpine. È il regno dello stambecco, salvato dall’estinzione proprio grazie a questa tutela. Ed è diventato, negli anni, un laboratorio a cielo aperto per la scienza: studi sul cambiamento climatico, sullo stato delle acque, sull’aria, sulle dinamiche delle popolazioni animali.

Ma è anche cultura, turismo e comunità. I paesi ai piedi del Parco – Ceresole Reale, Noasca, Rhêmes-Notre-Dame, Valsavarenche, Cogne – hanno trovato in questo patrimonio naturale un motore di sviluppo. Escursionisti, alpinisti, famiglie: decine di migliaia di visitatori ogni anno scelgono il Gran Paradiso per vivere la montagna. E da questo nasce consapevolezza, quella responsabilità collettiva che va oltre il presente.

Ora le sfide sono chiare. Il cambiamento climatico sta ridisegnando i paesaggi, i ghiacciai arretrano, gli ecosistemi sono fragili. Allo stesso tempo cresce la pressione del turismo naturalistico. Compito della nuova direttrice sarà trovare l’equilibrio tra tutela e fruizione. Non solo amministrazione, dunque, ma visione. Perché i direttori passano, ma resta il dovere di custodire un luogo che da più di un secolo rappresenta la coscienza ecologica del Paese.

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