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Autostrada Asti-Cuneo, la società conferma l’apertura entro dicembre 2025

Dopo anni di ritardi e polemiche sul cantiere infinito, le ultime campate sono in posa. 400 lavoratori per consegnare un’infrastruttura da 1,4 miliardi di euro

Autostrada Asti-Cuneo, la società conferma l’apertura entro dicembre 2025

Autostrada Asti-Cuneo, la società conferma l’apertura entro dicembre 2025

Dopo anni di attese, rinvii e polemiche, la vicenda dell’autostrada Asti-Cuneo sembra avviarsi alla conclusione. La società concessionaria ha confermato che, entro dicembre 2025, l’opera sarà finalmente percorribile nella sua interezza, completando un percorso di circa 90 chilometri che collega il cuore del Piemonte con la Liguria e il sistema autostradale nazionale.

La notizia è arrivata nel corso di un vertice in videoconferenza al Grattacielo Piemonte, convocato dal presidente della Regione Alberto Cirio subito dopo la pausa di Ferragosto. All’incontro hanno preso parte gli assessori Marco Gabusi (Trasporti), Enrico Bussalino (Opere Strategiche) e Marco Gallo, insieme ai vertici della società Asti-Cuneo, guidata dall’amministratore delegato Bernardo Macrì.

L’incontro è servito a fare il punto sull’avanzamento dei lavori dopo il varo delle campate del viadotto, uno dei nodi tecnici più delicati del cantiere. La società ha confermato di aver dimezzato i tempi di esecuzione previsti dal contratto e che, nelle prossime settimane, saranno ultimate le lavorazioni sulla carreggiata in direzione Asti con la posa delle ultime due campate mancanti, collocate in tratti non interessati dal traffico veicolare. Una volta completata questa fase, si procederà al completamento del viadotto, passaggio fondamentale per l’apertura.

La riunione in Regione

Il presidente Cirio ha sottolineato la centralità dell’opera: «La Asti-Cuneo è una di quelle opere che non ammettono distrazioni né pause. L’abbiamo seguita passo dopo passo, anche nei momenti di maggiore complessità tecnica o burocratica. Oggi possiamo confermare che siamo ormai nella fase conclusiva e che entro fine anno questa infrastruttura potrà finalmente essere percorsa nella sua interezza. È un impegno che abbiamo assunto con i cittadini e che porteremo a termine, consapevoli di quanto questo collegamento sia strategico per la competitività del nostro territorio, per le imprese e per le comunità locali».

Un impegno ribadito anche dagli assessori Gabusi, Bussalino e Gallo, che hanno ricordato come il completamento dell’opera non sia soltanto un traguardo ingegneristico ma anche «una risposta concreta a chi, da troppo tempo, attende un’infrastruttura capace di migliorare mobilità e sicurezza in questa parte del Piemonte».

Il cantiere riguarda il lotto 2.6A Verduno–Cherasco, lungo circa 5 chilometri, che vede impegnati circa 400 lavoratori. Il costo complessivo della tratta mancante Cherasco–Alba ammonta a 348 milioni di euro, mentre l’investimento totale per l’infrastruttura completa raggiunge la cifra di 1,457 miliardi di euro. In particolare, il lotto 2.6A da solo costa 155 milioni, mentre i due lotti conclusivi (2.6A e 2.6B) insieme raggiungono i 370 milioni.

La storia dell’Asti-Cuneo è stata finora quella di un’opera simbolo delle difficoltà infrastrutturali italiane: tempi biblici, contenziosi, polemiche politiche e rimpalli di responsabilità. Avviata nei primi anni Duemila, avrebbe dovuto essere completata in pochi anni, ma ha accumulato oltre un decennio di ritardi. Per molti piemontesi è diventata un emblema di inefficienza, soprannominata più volte “l’autostrada fantasma”.

Se davvero entro dicembre verrà aperta, si chiuderà una vicenda che ha inciso pesantemente sulla mobilità locale, costringendo per anni automobilisti e autotrasportatori a percorrere strade alternative spesso congestionate e poco sicure. Non a caso, l’opera è considerata strategica non solo per la viabilità regionale, ma anche per la competitività delle imprese, in particolare quelle che devono raggiungere i porti liguri.

Ora restano poche settimane decisive. Ogni fase dei lavori sarà monitorata con aggiornamenti settimanali, come ha ribadito lo stesso Cirio, consapevole che le promesse, dopo anni di ritardi, non bastano più. L’attesa di cittadini e imprese potrà dirsi conclusa solo con il taglio del nastro e l’apertura al traffico di un collegamento che il Piemonte aspetta da troppo tempo.

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