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30 Agosto 2025 - 09:38
Temporali e grandinate devastano il Canavese: auto distrutte e strade invase dal fango
Temporali violenti, grandinate di dimensioni eccezionali e una colata di fango hanno messo in ginocchio diverse zone del Piemonte. Le aree più colpite sono state il Canavese, il Novarese e il Verbano-Cusio-Ossola. Nel circondario di Ivrea sono stati registrati chicchi di grandine fino a 8 centimetri di diametro, con automobili pesantemente danneggiate e tetti compromessi. A Varzo (VCO) si è abbattuta una vera e propria bomba d’acqua che ha provocato una colata di fango e detriti riversatasi sulle strade, costringendo i residenti a convivere con allagamenti e disagi.
Il maltempo non ha risparmiato il resto d’Italia. Dal Nord al Sud, i Vigili del Fuoco hanno effettuato oltre 200 interventi in 12 ore per allagamenti, tetti divelti, alberi pericolanti e danni d’acqua. Una tromba d’aria ha colpito il Lecchese, in particolare il comune di Verderio, dove si sono contati più di 25 interventi. In Puglia, raffiche di vento e precipitazioni abbondanti hanno interessato le province di Foggia e Barletta: a Barletta gli interventi sono stati più di 20, mentre nel Foggiano oltre 26.
A Varzo, nel pomeriggio, i vigili del fuoco hanno operato decine di volte per allagamenti nei piani seminterrati e per l’esondazione di due torrenti minori. In via precauzionale, due abitazioni sono state evacuate. Durante la notte le squadre hanno proseguito con il prosciugamento dei locali allagati e con la rimozione dei detriti dalle strade grazie ai mezzi di movimento terra arrivati dai comandi di Torino e Novara.
Auto danneggiate nei dintorni di Ivrea
Non meno critica la situazione in Veneto, dove nella zona del Padovano sono stati segnalati allagamenti e danni d’acqua. Il dispositivo di soccorso locale, supportato da rinforzi provenienti da Verona, Vicenza e Treviso, ha superato i 90 interventi. Anche in Toscana, nella provincia di Lucca, proseguono dal 28 agosto le operazioni di soccorso: oltre 80 interventi tra tetti divelti, alberi caduti e danni strutturali.
Il maltempo si intreccia con le difficoltà del mondo agricolo. Coldiretti Torino ha lanciato l’allarme: la pioggia caduta non è bastata a rinverdire i pascoli alpini, bruciati da tre mesi di siccità e temperature elevate. Il presidente Bruno Mecca Cici ha chiesto alla Regione di autorizzare la discesa anticipata dei margari dagli alpeggi: «È una stagione da dimenticare. Il caldo ha compromesso pascoli e nevai, ridotto la disponibilità d’acqua e messo a rischio l’abbeveramento dei bovini. Nei nostri alpeggi manca letteralmente l’acqua».
Il Piemonte conta 460 alpeggi attivi, distribuiti in 11 valli, con oltre 3.000 addetti, in gran parte famiglie che portano avanti una tradizione identitaria ma anche un settore economico rilevante per l’intero territorio alpino torinese. Le condizioni climatiche di quest’estate, unite agli eventi estremi delle ultime ore, rappresentano dunque un doppio colpo: da un lato i danni materiali nelle città e nei paesi, dall’altro un durissimo contraccolpo per l’economia montana.
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