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Schael silurato dalla Città della Salute: “Allontanamento improvviso, oscurata l’eccellenza dagli interessi di pochi”

L’ex commissario scrive una lettera di commiato carica di amarezza e polemica: “Non mi è stato concesso il tempo per portare avanti legalità e trasparenza. Sei mesi sono insufficienti persino per una piccola azienda”.

Schael silurato dalla Città della Salute: “Allontanamento improvviso, oscurata l’eccellenza dagli interessi di pochi”

Thomas Schael

Defenestrato. Mandato a quel paese. Licenziato prima sui giornali e poi con le pec. Infine sostituito con il nuovo direttore Livio Tranchida. È finita così l’avventura torinese di Thomas Schael, ormai ex commissario della Città della Salute. Dopo sei mesi di tempesta, Schael si congeda con una lunga lettera di commiato, che suona come un ringraziamento ma anche come un atto d’accusa.

È sempre difficile scrivere una lettera di commiato, soprattutto quando la separazione è così improvvisa, veloce e forzata come in questa occasione”, scrive. E aggiunge: “Sinceramente non avrei voluto un allontanamento così precipitoso che lascia un vuoto dentro di me”.

Schael rivolge gran parte della sua attenzione a chi lavora ogni giorno negli ospedali: “Siete voi che ogni giorno fate sì che la Città della Salute e della Scienza sia riconosciuta da tutta Italia quale Dea di terzo livello… Sia chiaro, questa è un'eccellenza grazie a tutti voi, che rischia di essere oscurata dagli interessi di pochi”. Parole pesanti, che lasciano intendere quanto la sua esperienza sia stata segnata da logiche politiche e pressioni esterne.

L’ex commissario ammette di non aver avuto il tempo di realizzare gli obiettivi fissati dalla Regione: “Sei mesi per qualsiasi azienda, pure piccola, sono un tempo assolutamente insufficiente”. E spiega che la sua missione era “basata su legalità e trasparenza”, ma di fatto stoppata sul nascere.

Difende anche le scelte contestate: “Molti non hanno condiviso alcune mie decisioni, ma vi posso garantire che erano ponderate per la salute pubblica. Ad esempio quella sul divieto di fumo era all’insegna della prevenzione e della sicurezza. Così come quella dei camici al bar, vissuta come un divieto, ma in realtà una circolare per l’igiene e il rispetto dei pazienti”.

Schael ricorda i risultati ottenuti insieme al personale: “Avete primeggiato nelle prestazioni aggiuntive serali e nei weekend per accorciare le liste d’attesa, effettuando addirittura un quarto delle prestazioni totali di tutta la Regione Piemonte”. E sottolinea di aver proposto il riconoscimento della Città della Salute come IRCCS per i trapianti e per l’oncologia, con numeri da primato nazionale.

Il congedo si chiude con amarezza e con un monito: “Ho sempre operato all’insegna della legalità e della trasparenza… senza dimenticare un’indagine della Procura della Repubblica di Torino che da tempo aleggia sulla nostra Azienda da ben prima del mio arrivo”. Infine, la citazione di Seneca: “Il saggio non dice mai tutto quello che pensa, ma sempre ciò che conviene dire”.

Ma al di là delle parole, la vera miccia che ha fatto esplodere il caso Schael resta quella che non scrive apertamente, ma che tutti conoscono: la battaglia contro l’intramoenia, il sistema delle prestazioni a pagamento all’interno degli ospedali pubblici. Una crociata che ha scatenato l’ira di sindacati e medici, e che lo ha isolato fino a renderlo indifendibile.

Schael ha provato a toccare interessi delicatissimi, nel nome della legalità e della trasparenza. Risultato: scaricato in fretta, sostituito con un nuovo direttore e congedato con una pec. Il suo addio rimane scolpito in una lettera che, dietro la forma, nasconde un’accusa precisa: la sanità piemontese è un terreno minato dove chi prova a cambiare viene fatto fuori senza pietà.

LETTERA DI SALUTO DI THOMAS SCHAEL

È sempre difficile scrivere una lettera di commiato, soprattutto quando la separazione è così improvvisa, veloce e forzata come in questa occasione. Sono stati solo sei mesi, ma intensi. Sinceramente non avrei voluto un allontanamento cosi precipitoso che lascia un vuoto dentro di me, ma credo anche che un ennesimo cambiamento alla direzione sia un inutile contraccolpo per la conduzione quotidiana del vostro prezioso lavoro ed una perdita di tempo.

Scrivo questa mia ultima per un saluto e soprattutto per un ringraziamento nei confronti dei dipendenti ospedalieri e degli universitari tutti, che ogni giorno fanno sì che la Città della Salute e della Scienza sia riconosciuta da tutta Italia quale Dea di terzo livello, nella visione di diventare uno dei migliori ospedali d’Europa. Sia chiaro, questa è un'eccellenza grazie a tutti voi, che rischia di essere oscurata dagli interessi di pochi.

Ed un particolare ringraziamento va ai miei più stretti collaboratori: la Direttrice sanitaria Flavia Pirola ed il Direttore amministrativo Giampaolo Grippa. Certo, la mia missione di Commissario è basata su legalità e trasparenza e forse non mi è stato concesso il tempo necessario per iniziare questo arduo e nobile percorso. Sei mesi per qualsiasi azienda, pure piccola, sono un tempo assolutamente insufficiente anche per portare a compimento i due obiettivi assegnatimi dalla Regione Piemonte: realizzare il piano di razionalizzazione ed efficientamento ed attivare il percorso di trasferimento al nuovo Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione, compreso lo scorporo di OIRM e Sant’Anna.

La nostra / vostra Azienda ha davvero una marcia in più e lo abbiamo / avete dimostrato a più riprese, con piccoli grandi miracoli che si ripetono quotidianamente. E non intendo solo quelli che riempiono le pagine di giornale. Siete voi quelli che avete primeggiato nelle prestazioni aggiuntive serali e dei weekend per accorciare le liste d’attesa, effettuando addirittura un quarto delle prestazioni totali di tutta la Regione Piemonte sempre per il bene dei pazienti.

Assistenza, ricerca, formazione uniti da un fil rouge che vi contraddistingue. Siete una squadra vincente malgrado le difficoltà di contesto, tra cui la struttura che compie cento anni, la mancata manutenzione da decenni e che non si può fare perché ci vorrebbero quasi 600 milioni di euro, simile all’importo per la costruzione del nuovo Parco della Salute.

E fate squadra per l’assistenza interdisciplinare e interprofessionale tra quattro presidi ospedalieri, superando tutte le distanze e gli ostacoli logistici per curare qualsiasi paziente complesso, alcuni pure rifiutati da altre strutture pubbliche e private.

Per questo ho proposto di qualificarci per l’IRCCS trapianti (con oltre 10.000 trapianti siamo con grande distacco al top d’Italia) e l’IRCCS oncologico (curiamo quasi un terzo dei pazienti oncologici della regione Piemonte).

Con orgoglio ho presentato questa squadra agli Stati generali della sanità italiana, denominato “Grandi Ospedali”, alla presenza di oltre 6.000 partecipanti di tutta l’Italia, tra cui l’Ospedale Universitario della Charité di Berlino (il migliore ospedale d’Europa) e rappresentanti dell’area mediterranea per uno slancio internazionale per cui siete pronti.

Quello che mi preme sottolineare, al contrario di quanto sostenuto da molti che non hanno voluto comprendere quanto fatto dal sottoscritto, è che ho sempre operato in buona fede per il bene della nostra Azienda e soprattutto della Sanità pubblica e dei cittadini / pazienti. Molti non hanno condiviso alcune mie scelte, ma vi posso garantire che fin dalle prime circolari ogni decisione era ponderata per la salute pubblica.

Ad esempio, quella sul divieto di fumo era all’insegna della prevenzione e della sicurezza. Così come quella dei camici al bar è stata vissuta come un divieto, ma era una circolare per l’igiene ed il rispetto altrui, ma soprattutto dei pazienti.

Sicuramente ho ereditato un’Azienda in un momento storico di grande difficoltà sotto molti punti di vista. Ho cercato di affrontarli uno ad uno sempre in modo costruttivo e sempre per il bene della “res publica”, seguendo gli obiettivi che mi erano stati dati dalla Regione Piemonte al momento della mia nomina.

Alcune scelte possono essere parse impopolari, ma sono sicuro che avrebbero portato i risultati auspicati secondo le regole della Sanità pubblica, senza dimenticare un’indagine della Procura della Repubblica di Torino che da tempo aleggia sulla nostra Azienda da ben prima del mio arrivo a Torino. Proprio in quest’ottica ho sempre operato all’insegna della legalità e della trasparenza.

Ringrazio e saluto tutti, augurandovi buon lavoro ed un sincero in bocca al lupo per il bene di questa importante Azienda che si chiama Città della Salute e della Scienza di Torino e che mi rimarrà sempre nel cuore.

Per il resto, come disse Seneca: “Il saggio non dice mai tutto quello che pensa, ma sempre ciò che conviene dire”.

Ad maiora.

Thomas Schael

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