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Piemonte, altri 17,8 milioni per l’alluvione di aprile: cosa cambia per Canavese e collina chivassese

Approvata una seconda tranche di 17,85 milioni dopo i primi 17,7 di giugno. Cirio e Gabusi: «Un importante segnale di attenzione per la nostra Regione». Ma servono altri soldi

Piemonte, altri 17,8 milioni per l’alluvione di aprile: cosa cambia per Canavese e collina chivassese

Piemonte, altri 17,8 milioni per l’alluvione di aprile: cosa cambia per Canavese e collina chivassese

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, ha approvato un’ulteriore tranche di 17,85 milioni di euro per affrontare i danni provocati dall’alluvione che tra il 15 e il 17 aprile 2025 ha devastato il Piemonte, colpendo duramente il Canavese e la collina chivassese. Si tratta del secondo stanziamento dopo quello di fine giugno, quando da Roma erano arrivati i primi 17,7 milioni.

In totale, dunque, il Piemonte può contare ad oggi su 35,5 milioni di euro, a fronte però di una conta dei danni che supera i 100 milioni. I soli interventi di somma urgenza ammontano a circa 65 milioni, come certificato dagli uffici regionali.

Il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile Marco Gabusi hanno accolto positivamente la notizia, definendo lo stanziamento «un importante segnale di attenzione per il Piemonte». «Queste risorse – hanno spiegato – consentono di proseguire le opere di somma urgenza e gli interventi di ripristino dei danni provocati dalle piogge eccezionali di quei giorni. I nostri tecnici hanno lavorato con gli enti locali e la Protezione civile per una stima precisa e condivisa. L’arrivo di questi fondi conferma la volontà del Governo di intervenire rapidamente per il ripristino delle opere più urgenti».

Parole incoraggianti, che però non cancellano le preoccupazioni dei sindaci dei territori più colpiti.

Il governatore Alberto Cirio

La collina chivassese in ginocchio: danni ingenti e solidarietà locale

Tra le aree maggiormente colpite c’è la collina chivassese e il Canavese. A Cavagnolo, ad esempio, le palazzine di ATC Piemonte in via Martiri della Libertà hanno subito danni per oltre 200.000 euro, divisi tra quota pubblica e quota privata.

Qui l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Andrea Gavazza, non ha atteso i tempi della burocrazia nazionale e ha promosso un bando locale denominato “Cavagnolo Primi Ristori”. Grazie a oltre 34.000 euro raccolti, provenienti da realtà come Fondazione Specchio dei Tempi (20.000 euro), Borello Srl, SPI CGIL e da tanti cittadini, il Comune ha potuto coprire le prime spese di spurgo, smaltimento rifiuti e ripristino degli impianti. Il bando scade il 15 settembre 2025, ed è rivolto a privati, inquilini, attività commerciali e amministratori condominiali.

A Monteu da Po, dove il 16 aprile ha perso la vita Giuseppe Bracco, pensionato travolto dalla piena del rio in casa propria, l’amministrazione ha raccolto oltre 31.000 euro con il fondo “Emergenza Alluvione 2025”. Anche qui i contributi servono a coprire le spese immediate e sono compatibili con i ristori statali. La sindaca Elisa Ghion ha parlato di «solidarietà che diventa azione», mentre la vicesindaca Graziella Giacomini ha sottolineato come il Comune non abbia mai smesso di operare fin dal primo giorno dell’emergenza.

A Brusasco, l'amministrazione del sindaco Giulio Bosso ha avviato interventi con fondi propri per la messa in sicurezza dei ponti e il miglioramento del deflusso in prossimità degli stessi.

In altre zone, come a Castellamonte, i problemi restano enormi. Il sindaco Pasquale Mazza aveva denunciato già a giugno come i soli interventi di somma urgenza nel suo Comune superino i 2,5 milioni di euro. Frane, strade interrotte, case isolate. Il centro città si era salvato grazie allo scolmatore, ma le frazioni sono ancora oggi in grande difficoltà. «Forse arriveranno altri fondi – aveva commentato Mazza – ma resteremo ben al di sotto del necessario. E poi ci sono i privati: bisognerà pur dare anche a loro delle risposte!».

Il Comune ha già utilizzato quasi 500.000 euro di avanzo di amministrazione per fronteggiare le emergenze, ma i soldi non bastano. «Trovano miliardi per il Ponte sullo Stretto o per le spese militari e non 64 milioni per gli alluvionati?» aveva tuonato il primo cittadino.

Il raffronto con l’Emilia-Romagna e il rischio dei ritardi

Il Piemonte guarda con apprensione all’esperienza dell’Emilia-Romagna, travolta dall’alluvione del maggio 2023. Anche lì i fondi furono stanziati in due tranche, ma i contributi a fondo perduto per i privati arrivarono solo un anno dopo, nella primavera 2024. La piattaforma digitale Sfinge Alluvione 2023 si trasformò in un incubo burocratico, tanto che molte famiglie rinunciarono a fare domanda.

Il timore, in Piemonte, è che si ripeta lo stesso copione: risorse stanziate ma tempi biblici per renderle disponibili ai cittadini.

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