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Stato di calamità in Canavese, il sindaco non ci sta: "Troppi pochi soldi!"

Il Governo annuncia lo stanziamento di fondi, ma il primo cittadino protesta: "Ai privati cosa resta?"

Stato di calamità in Canavese, il sindaco non ci sta: "Troppi pochi soldi!"

Stato di calamità in Canavese, il sindaco non ci sta: "Troppi pochi soldi!"

Finalmente è arrivata la dichiarazione dello Stato di Calamità per l’alluvione di metà aprile, atteso con ansia dai comuni più colpiti: quelli dell’Oltrepò innanzitutto ma anche quelli come Castellamonte, dove solo per gli interventi di somma urgenza servono 2 milioni e mezzo di euro.

Il centro città si era salvato grazie allo scolmatore ma nelle frazioni non si contano le frane, gli smottamenti, le abitazioni inagibili o irraggiungibili. È dunque soddisfatto il sindaco Mazza? Per nulla visto che, a fronte dei 64 milioni di euro complessivamente necessari, il governo ne ha stanziati appena 17 milioni e 700 mila. “Forse ne aggiungeranno altri – dichiara – ma si rimarrà ben al disotto del necessario. E poi ci sono tutti i danni subiti dai privati: bisognerà pur dare delle risposte! Solo nel nostro Comune e solo per gli interventi di somma urgenza serviranno 2 milioni e mezzo di euro”. Alla domanda se sappia a quanto ammonta la somma assegnata al suo Comune risponde che no, non lo sa ancora.

Mazza aveva già espresso la sua irritazione due settimane fa, quando il Consiglio Comunale era stato chiamato a riconoscere la legittimità dell’inevitabile Debito Fuori Bilancio, ed ora fa appello ai suoi colleghi sindaci, agli amministratori di Città Metropolitana e Regione ed allo stesso presidente Cirio: “Facciamo capire a Roma che questi soldi ci servono!. Trovano somme ben più consistenti per il Ponte sullo Stretto o per le spese militari e non 64 milioni per gli alluvionati!?”.
Il Comune ha fatto quello che poteva, utilizzando quasi 500.000 euro di Avanzo e sono davvero tanti: più di così non sarebbe possibile.

Il punto della situazione era stato fatto proprio in quell’occasione, vale a dire il 18 giugno. L’assessore al Bilancio Patrizia Addis ed il sindaco avevano spiegato come fosse stato dato incarico al Responsabile dell’Ufficio Tecnico di analizzare le necessità e stilare una relazione economica per predisporre i primi interventi.

“La parte politica – aveva detto Mazza – non è titolata ad individuare professionisti ed imprese cui affidare gli incarichi e quindi avevo delegato lui a procedere”. Nell’esprimere tutto il suo scontento per i ritardi del governo, aveva precisato: “Con la Regione c’è stata piena collaborazione, un confronto quotidiano: i sopralluoghi sono stati effettuati insieme dai nostri tecnici e da quelli regionali, che ci hanno indicato come muoverci, quali interventi effettuare e quali rinviare ad una seconda fase. Non abbiamo fatto i furbi: questo ci è stato riconosciuto sia dalla Regione sia dalla successiva ispezione ministeriale. Molte piccole cose le abbiamo risolte noi, nei giorni successivi all’alluvione, impiegando i nostri cantonieri, ed abbiamo recuperato quante più risorse possibile ma solo per risolvere le situazioni più critiche e per togliere le persone dall’isolamento occorrono 2.516.249 euro. È evidente che non abbiamo la forza economica per finanziarci da soli!”.

Una delle strade danneggiate dalle frane a Castellamonte

DANNI ALLUVIONALI, LO STATO DEI LAVORI

Durante il consiglio del 18 giugno Mazza aveva tracciato un quadro generale della situazione sottolineando il persistere di due punti particolarmente critici: Case Morozzo a Filia e la strada Campo-Strada del Ronco.

“Nel primo caso, con 87.000 euro abbiamo tracciato una pista provvisoria ma quando piove è un disastro e se ci deve andare un’ambulanza non sa come fare. Strada del Ronco è percorribile da una piccola vettura ed a Senso Unico Alternato ma anche qui l’ambulanza costituisce un problema”.

Ha poi spiegato: “Alle imprese abbiamo ordinato lavori per 493.617 euro ma la stessa Regione ci ha consigliato di aspettare per gli interventi di maggior peso: uno è proprio il caso di Strada del Ronco, che comporta un esborso di 1.200.000 euro. Per Casa Morozzo idem: era stata preventivata una spesa di 200.000 euro ma arriveremo a 590.000 perché, mentre eravamo lì a lavorare, la frana si è di nuovo mossa”.

Questi gli altri interventi: “In Frazione Buera, a Sant’Anna Boschi, la spesa sarà di 82.700 euro: finora ne abbiamo spesi 15.000 soprattutto per mettere in sicurezza la strada facendo defluire il rio. Per la Bisognosa abbiamo fatto fare lavori per 32.940 euro; ne serviranno 197.000. A Canton Ghione (Preparetto) abbiamo speso 64.900 per una strada alternativa, che ci ha consentito di non far sfollare altre tre famiglie. Sempre a Preparetto, in Strada del Capriolo, il sedime stradale ha ceduto però si può passare: la spesa sarà di 83.000 euro. Su Strada Crosa abbiamo impegnato e speso 40.300 euro, liberando la discesa e portando via 500-600 metri cubi di materiale. Sono stati finanziati per l’intero importo i lavori a San Giovanni malgrado la cifra elevata – 185.000 euro – perché lì c’è il depuratore ed occorre poter accedere regolarmente per i controlli”. Altri due interventi sono stati completati anche grazie al costo limitato: quello per riaprire la strada di Filia (13.000 euro) e quello in Canton Querio per l’avaria di una pompa: 5.115 euro.

Infine c’è lo scolmatore: “Ci ha salvati ma c’era del materiale da asportare sia in fondo sia nei vari pozzetti ed è stato tutto ripulito anche se non è stato ancora collaudato”.

Per quanto riguarda i soldi spesi per gli sfollati, Mazza aveva comunicato, sempre durante la seduta di consiglio del 18 giugno: “Hanno detto che ce li rimborseranno completamente”.
Certo ci vuol poco a capire che, con un disastro del genere, l’aiuto degli enti superiori è indispensabile.

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