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24 Agosto 2025 - 17:24
Pecco Bagnaia (Foto profilo Instagram)
Come si esce da un weekend storto quando il compagno di box firma la doppietta e allunga verso il titolo? È la domanda che accompagna Pecco Bagnaia, campione abituato a trasformare la pressione in benzina ma che stavolta, al Balaton Park, ha dovuto stringere i denti come non mai. La tappa ungherese, chiusa con un nono posto domenica 24 agosto, ha mostrato tutte le crepe di un momento complicato nel rapporto tra il numero 63 e la sua Ducati Desmosedici GP25. A rendere più pesante il confronto c’è l’altro lato del box: Marc Márquez, in versione cannibale, ha replicato il copione del sabato. Vittoria nella Sprint, vittoria nella gara lunga, e un messaggio inequivocabile al paddock: il nono titolo è un obiettivo concreto, e la rotta ormai è segnata.
Il sabato aveva già dato il polso della situazione: quindicesimo tempo in qualifica, tredicesimo nella Sprint, fuori dai punti e con il morale in caduta libera. La domenica ha regalato almeno un barlume di reazione. Bagnaia è partito bene, ha ritrovato per qualche giro un passo più solido e ha risalito fino alla settima posizione. Poi il finale amaro, con un errore e i sorpassi subiti da Brad Binder e Pol Espargaró che lo hanno retrocesso al nono posto. Il tema resta il medesimo: il feeling con la Desmosedici non è quello delle stagioni d’oro, quando le pole e le vittorie arrivavano a raffica fino a consacrarlo due volte campione del mondo. Bagnaia, però, ha insistito su un punto nelle interviste: gli ultimi interventi di setup lo hanno rimesso in carreggiata sul piano della fiducia. Un primo sorriso, timido ma significativo.
Davanti, la fotografia è stata chiarissima. Márquez ha chiuso il cerchio con un’altra prova autoritaria, doppietta nel weekend magiaro e traiettoria sempre più netta verso il nono titolo iridato. Sul podio con lui la freschezza di Pedro Acosta, secondo, e la solidità di Marco Bezzecchi, terzo. Chi ha trovato la quadra, oggi, fa la differenza, e il contrasto con le difficoltà di Pecco è ancora più evidente.
E come sempre, quando i risultati mancano, le voci si moltiplicano. I social hanno rilanciato ipotesi di un addio anticipato alla Ducati, rumor che Bagnaia ha liquidato senza mezzi termini come “str**ate”*. A difenderlo è intervenuto anche Casey Stoner, che conosce bene il peso di certe crisi e ha chiesto più rispetto per il campione di Chivasso, invitando Borgo Panigale a dargli tempo e spazio per ritrovarsi. Una mano pesante, la sua, che ha ricordato a tutti quanto sia prematuro immaginare un futuro senza Bagnaia in rosso.
Il bilancio di Balaton Park resta modesto nei numeri, ma con dentro indizi da non ignorare: la partenza efficace, un ritmo iniziale più convincente, la sensazione che la direzione imboccata dal box abbia un senso. Quello che manca, e che serve subito, è la continuità, quella tenuta mentale e tecnica che decide due posizioni nel finale e pesa come un macigno quando davanti c’è un Márquez che non sbaglia nulla.
Ora il calendario non aspetta: il 7 settembre si corre a Barcellona, su una pista tecnica che premia chi sa interpretare transizioni di carico e consumo gomme. Sarà il banco di prova perfetto per capire se quel sorriso accennato in Ungheria può trasformarsi in sostanza. Per Bagnaia la missione è chiara: trasformare i segnali in certezze, perché i titoli e i rumor contano poco se i risultati non tornano. E con un Márquez lanciato a tutta velocità verso la storia, Pecco non ha alternative: deve ritrovare se stesso.
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