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Santissima Annunziata, lettera alle famiglie: “Continuità garantita”

Dopo la revoca della parità scolastica e il no del TAR, un gruppo di genitori e professionisti prende in mano l’istituto

Santissima Annunziata, lettera alle famiglie: “Continuità garantita”

Santissima Annunziata, lettera alle famiglie: “Continuità garantita”

Una data da segnare: 23 agosto 2025. È il giorno in cui le famiglie degli studenti della Santissima Annunziata di Rivarolo hanno ricevuto una lettera che, almeno nelle intenzioni, vuole fugare paure e riportare serenità. 

Si legge d una nuova "gestione" con stessa identità cattolica, stessi valori, stessi docenti, stesse rette.

Arriva a ridosso della ripresa dell’anno scolastico e di una riunione del 22 agosto, durante la quale i soci della storica cooperativa “La Risposta” hanno deliberato il passaggio di testimone a un gruppo di genitori, professionisti e sostenitori pronti a caricarsi sulle spalle la scuola.

Sono Alessandro Anedda, Laura Felician, Stefano Freilone, Igino Giudici, Silvana Giudici e Maria Grazia Radicci.

Un atto che vuole apparire coraggioso, quasi eroico, di fronte al terremoto che si è abbattuto sull’istituto: la revoca della parità scolastica decisa dal Ministero dell’Istruzione, confermata dal TAR Piemonte, che scatterà dal prossimo 1° settembre.

La lettera non ignora la questione, ma la tratta con un linguaggio rassicurante, quasi anestetizzante: “Il progetto condiviso garantisce la regolare apertura dell’attività didattica in ogni suo ordine e ambito, impegnandosi a difendere lo status di scuola paritaria e, laddove questo venisse meno, a ripristinarlo nei tempi di legge vigente”.

Una dichiarazione di intenti che però stride con la realtà: la revoca è già stata confermata e i tempi di un eventuale ripristino, nel migliore dei casi, si annunciano lunghi e incerti.

Il documento prova poi a toccare corde emotive, rivolgendosi alle famiglie rimaste e a quelle che invece hanno scelto di iscrivere i figli altrove. Alle prime va un ringraziamento: “Un particolare ringraziamento va alle famiglie che in questi mesi di incertezza hanno continuato a credere nell’Istituto”. Alle seconde, un invito quasi accorato: “Riflettete sulla possibilità di rientrare e di riconfermare la nostra scelta formativa”. In altre parole: non lasciateci soli.

Sul piano pratico, la comunicazione conferma che le rette non aumenteranno, i voucher legati alla condizione di paritarietà saranno erogati se possibile, e che il corpo docente resterà lo stesso. Anzi, con un tocco polemico implicito verso le contestazioni ministeriali, si sottolinea che i professori sono “un’eccellenza riconosciuta dalle famiglie”, insieme al personale ATA e di segreteria, definiti resilienti e fedeli.

Al di là del tono rassicurante, resta una contraddizione evidente: da una parte si promette normalità e stabilità, dall’altra incombe una sentenza che, se confermata dal Tar, nella riunione di camera di consiglio prevista il 9 settembre, priverà l’istituto dei contributi pubblici e lo costringerà a reggersi sulle sole risorse private. Un equilibrio fragile, appeso alla buona volontà di genitori e sostenitori.

Nella lettera del 23 agosto, si racconta “non un luogo fatto di mattoni, ma di persone, di allievi e di educatori che hanno scelto fermamente di credere in questo progetto educativo”. Parole forti, che evocano un’identità comunitaria. Ma resta da capire se, senza il sostegno statale, questa comunità riuscirà davvero a resistere, o se la promessa di continuità finirà per essere solo l’ultimo capitolo di una lunga agonia. 

Da notare, in tutta questa vicenda che si trascina avanti oramai da qualche anno, il silenzio assordante del Vescovo Salera e della Diocesi di Ivrea proprietaria dell'immobile.

La lettera

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