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21 Agosto 2025 - 16:53
Massimiliano De Stefano
La voragine in piazza della Credenza non è un dettaglio da poco. È lì, proprio davanti all’ospedale, negli stalli riservati ai mezzi di emergenza. Una buca che si sarebbe aperta già da qualche tempo, segnalata, transennata, ma di fatto ignorata. Nessuno ha ancora mosso un dito. Comune e Asl To4 si voltano dall’altra parte, e nel frattempo le ambulanze devono arrangiarsi.
Che si fa? Se lo chiede Massimiliano De Stefano, che oltre a sedere in consiglio comunale è anche presidente di Ivrea Soccorso. “Quegli spazi sono già pochi. Non si possono lasciar passar i giorni cos…!” tuona, ricordando che qui non si parla di parcheggi qualunque, ma di aree vitali per chi deve soccorrere persone in difficoltà.
La voragine resta lì. Recintata alla buona, con i soliti tubi di ferro e i nastri bianchi e rossi che ormai a Ivrea sembrano più diffusi dei segnali stradali. Nessuno si è preoccupato di chiudere il buco, ripristinare la sicurezza e restituire gli spazi ai mezzi d’emergenza.
Ma non c’è solo la buca davanti all’ospedale a raccontare il degrado eporediese. Questo agosto i social si sono riempiti di segnalazioni: fotografie, video, post indignati che mostrano una città trascurata e un territorio lasciato al proprio destino. In parole povere un vero album catalogo dell’incuria che dovrebbe far arrossire l’assessore alle manutenzioni Massimo Fresc e con lui il sindaco Matteo Chiantore.
A cominciare dal lago Sirio, una delle mete più amate dai residenti e dai turisti. Le immagini parlano da sole: cestini stracolmi e rifiuti sparpagliati ovunque lungo le sponde, bottiglie di vetro, plastica, cartacce, sacchetti e resti di picnic lasciati a marcire tra gli alberi. Una discarica a cielo aperto che rovina l’ambiente, l’immagine della città e soprattutto la qualità della vita di chi frequenta il lago.
E poi c’è il capitolo infinito dell’erba alta. Non un po’ di verde lasciato crescere, ma vere e proprie muraglie. L’erba invade carreggiate, marciapiedi e passaggi pedonali. Guidare in certe zone significa andare incontro al pericolo, con la visibilità ridotta e il rischio di incidenti.
Ricapitolando: voragini nell’asfalto, immondizia nei luoghi simbolo e vegetazione fuori controllo.
I cittadini segnalano, protestano, documentano. Seguono silenzi, rimpalli di competenze, immobilismo.
E allora la domanda resta sospesa, sempre la stessa: che si fa? Si aspetta che la voragine di piazza della Credenza inghiotta una una macchina? Si attende che il lago Sirio diventi davvero una discarica a cielo aperto? Un bell’incidente mortale causato dalla scarsa visibilità dovuta dall’erba alta?
Il paradosso è che le amministrazioni si riempiono la bocca di parole come “cura del territorio”, “valorizzazione”, “sostenibilità”. Poi però basta guardarsi intorno per accorgersi che la realtà è un’altra. E la realtà di Ivrea, in questa estate 2025, è quella di una città che cade a pezzi, che annega nei rifiuti e che viene inghiottita dall’erba.
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