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Piastra "privatizza" lampioni e semafori

A Settimo Torinese le strade e i lampioni diventano come stabilimenti balneari: concessi a catena tra Comune, municipalizzata e operatori privati. Un gioco delle tre carte che lascia i cittadini al buio e l’amministrazione libera di dire: “noi non c’entriamo”.

Piastra "regala" lampioni e semafori ai privati

Elena Piastra

Tutti sanno che in Italia si privatizzano le spiagge, ma non tutti sanno che lo si può fare anche con strade, marciapiedi e lampioni. Toh, guarda! Succede a Settimo Torinese. È la nuova frontiera della gestione pubblica: trasformare i beni più elementari della città – le strade, la luce e persino i semafori – in concessioni da affidare a catena, come fossero cabine in riva al mare.

La storia, se non fosse scritta nero su bianco, sembrerebbe una parodia. Una storia lunga che arriva dal passato. Succede nel 2002: il Comune decide che occuparsi direttamente della rete viaria è troppo faticoso e quindi affida tutto ad ASM S.p.A.. Poi, nel 2014, il ramo d’azienda passa alla società Patrimonio Città di Settimo, la municipalizzata che da allora è la custode ufficiale delle strade e dell’illuminazione.

E oggi? Oggi, con la sindaca Elena Piastra, si perfeziona il gioco delle scatole cinesi: arriva un privato pronto a prendere in mano semafori e lampioni, con tanto di project financing, piani di efficienza energetica e telecontrolli.

settimo torinese

Il Comune affida a Patrimonio, Patrimonio affida al privato, e il cittadino si ritrova al buio a chiedersi a chi telefonare. È la catena di Sant’Antonio istituzionale: ognuno ha un ruolo, nessuno ha colpe. E naturalmente, quando un quartiere resterà senza luce, la risposta sarà pronta: “non c’entriamo nulla”. In perfetto stile Marchese del Grillo.

Un bel modo di amministrare, non c’è che dire. Un modo che aiuta lo “scaricabarile”. L’amministrazione comunale è in prima fila, pronta ad applaudire e a incassare gli applausi per l’efficienza energetica… salvo poi scomparire quando c’è da assumersi le responsabilità.

Ed eccoci al motivo per cui ne parliamo: il 22 luglio la Giunta comunale ha approvato la delibera n. 169/2025, con cui ha dichiarato l’“interesse pubblico” della proposta privata per la concessione degli impianti di illuminazione e semaforici. Non una formalità da poco: è il passaggio che spalanca le porte all’affidamento, e che rende immediatamente esecutiva la decisione.

E la cosa incredibile è che tutto questo viene presentato come un trionfo di modernità: riqualificazione energetica, risparmio di costi, semafori intelligenti. Qual è il problema? Che un Comune rinuncia a gestire direttamente ciò che dovrebbe essere la base di ogni amministrazione: la sicurezza e la vivibilità delle strade. Quante altre città in Italia hanno dato in concessione i semafori come se fossero lettini da spiaggia? Forse nessuna. Settimo, “laboratorio di innovazione”, ma a spese dei cittadini.

E la Giunta? Tutti compatti, tutti favorevoli, tutti pronti a votare all’unanimità. La delibera è stata resa immediatamente esecutiva, con una fretta che raramente si vede quando si tratta di risolvere i problemi veri, quelli che i cittadini vivono ogni giorno. Ma quando si tratta di affidare a terzi lampioni e semafori, allora non si perde un minuto.

Insomma, a Settimo la luce delle strade non è più “nostra”: è in concessione. Oggi a un privato, domani chissà. E chissà che non arrivi il giorno in cui ci troveremo a pagare la luce del lampione sotto casa come fosse un ombrellone d’agosto: un gettone per accendere, un altro per spegnere.

Un modello di governance che fa sorridere amaramente: la città dei lampioni privatizzati, dei semafori in affitto e delle responsabilità sempre in trasferta. A Settimo Torinese, l’unica certezza è che quando qualcosa non funziona, il Comune non c’è mai. Ma per dichiarare “l’interesse pubblico” di consegnare la luce ai privati, c’è sempre.

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