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Costume e società
18 Agosto 2025 - 16:50
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“Sto perdendo la pazienza.” Con questa frase Francesco “Pecco” Bagnaia ha fotografato alla perfezione lo stato attuale della sua carriera: un campione smarrito, più incline a cercare alibi che a cercare la vittoria. Il paradosso è evidente: un due volte campione del mondo che invece di dettare legge in pista, passa i weekend a raccontare perché non riesce più a essere il pilota che era. E se all’inizio poteva sembrare un momento di difficoltà passeggera, oggi, dopo mesi di spiegazioni ripetute come un disco rotto, il dubbio si trasforma in certezza: Bagnaia non trova più soluzioni, trova solo giustificazioni.
Basta ripercorrere gli ultimi gran premi per rendersene conto. In primavera, i primi segnali di crisi: Pecco che parlava di mancanza di feeling, di una moto che “non risponde come dovrebbe”. A maggio, la musica non cambia: colpa del grip, colpa del tracciato, colpa di un assetto che non lo soddisfa. A giugno, arriva la versione aggiornata dell’alibi: “Sto cercando di adattare il mio stile di guida, ma faccio fatica”. A luglio, la disperazione prende il sopravvento: “Sembra che non riesca a fare quello che voglio”. E ad agosto, dopo l’ennesima gara opaca, l’ottavo posto in Austria, l’inevitabile epilogo: “Sto perdendo la pazienza”. Una cronaca annunciata, il festival dell’impotenza trasformato in soap opera.
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Eppure, nello stesso box c’è un altro pilota che non sembra avere tutti questi problemi: Marc Márquez. Con la stessa moto, con le stesse gomme, con le stesse condizioni, ha vinto sei gare di fila, portando a 142 punti il suo vantaggio in classifica. Nessuna lamentela, nessun “non sento la moto”, nessun rosario di lamentele. Solo staccate, sorpassi, vittorie. Il confronto è impietoso: da un lato un campione che scrive la storia, dall’altro un campione che la cancella con le proprie mani.
Ducati, dal canto suo, non sa più che pesci pigliare. Prima Dall’Igna a rassicurarlo, poi Tardozzi a difenderlo, infine l’idea quasi surreale di farlo allenare con la Desmo450 MX al MotoRanch di Tavullia, come se un due volte campione del mondo avesse improvvisamente bisogno di tornare a scuola per riscoprire come si guida una moto. Una terapia d’urto che ha più il sapore della disperazione che della strategia. Nel frattempo, però, Pecco non smette di scavarsi la fossa da solo: ora ammette che il problema forse è lui, che deve cambiare se stesso. Ma arriva tardi, troppo tardi, dopo mesi passati a guardare altrove, come se le responsabilità fossero sempre di qualcun altro.
Il risultato? Una stagione che sta diventando un calvario, un lento logoramento della sua immagine. Perché il vero disastro non sono i punti persi, ma la percezione di un campione fragile, che alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole. Ogni intervista è un’ulteriore prova a carico: parole stanche, rabbia malcelata, frustrazione che trabocca. Bagnaia appare sempre meno un leader e sempre più un sopravvissuto, intrappolato in un box che oggi ha un solo padrone, ed è Márquez.
E non basta che lo stesso Márquez provi a incoraggiarlo con parole di circostanza, dicendo che Pecco era il più veloce al venerdì e che lo aspettano forte a fine stagione. Perché la realtà è che nessuno lo aspetta più: il mondiale è già nelle mani dello spagnolo e il resto sono solo chiacchiere. E le chiacchiere, si sa, non portano punti.
Il problema è che nel motociclismo non c’è spazio per gli alibi. Il cronometro non mente, la pista non fa sconti. Un campione vero non passa un’intera stagione a spiegare perché non va: trova il modo di andare, punto. Bagnaia, invece, ha trasformato la crisi in una serie tv senza fine, dove ogni episodio è una nuova scusa e ogni scusa è un nuovo passo falso. Dal “non ho grip” al “non sento la moto”, dal “faccio fatica ad adattarmi” al “sto perdendo la pazienza”, il copione è sempre quello. Ma il finale è scritto: in questa Ducati c’è un vincente, ed è Márquez. L’altro, purtroppo, resta solo un campione del passato recente che non riesce più a essere presente.
La verità è brutale: Pecco Bagnaia ha perso più della pazienza. Ha perso il mondiale, ha perso l’immagine di leader, e soprattutto ha perso l’aura di campione imbattibile che lo aveva accompagnato nei due titoli. Ora è rimasto solo un pilota che arranca e che rischia di passare alla storia non per i suoi trionfi, ma per la quantità industriale di alibi con cui ha provato a giustificarne la fine. E se non troverà il coraggio di tacere e tornare a vincere, verrà ricordato non come il simbolo della Ducati, ma come l’uomo che ha perso se stesso mentre il compagno di box scriveva la leggenda.
A Dazn ha detto:
– Sensazioni?
– Come tutto l’anno, alla fine. Non sappiamo cosa succede, non so cosa succede. Sto lottando, sto dando tutto, e oggi dando tutto ho chiuso ottavo, a dodici secondi. Chi ha vinto ha fatto il mio stesso tempo dell’anno scorso, quindi il potenziale c’è, solo che non sappiamo perché non esce. Io non so perché non esce. Faccio tanta fatica a seguire gli altri. Ho visto all’inizio della gara che Bezz e Marc facevano tutto meglio di me: frenata, ingresso, uscita. So che sono piloti forti, ma che io arrivi a 12 secondi su un circuito dove ho sempre fatto la differenza è qualcosa che non capisco e che non capirò.
– Vedere che Marc e Bezzecchi fanno meglio non diventa un peso da gestire giro dopo giro?
– No, io vado sempre concentrato, non ho mai perso la testa per niente, do sempre tutto. E oggi, dando tutto, ho chiuso ottavo. Mi passavano tutti di nuovo in uscita di curva, non potevo accelerare. Una situazione un po’ particolare che spero mi spieghino.
– Che glielo spieghi Ducati?
– Sì.
– Le sta finendo la pazienza?
– Abbastanza, sì.
– E cosa le dicono?
- Mi dicono che stanno provando a capire, che stanno analizzando, ma io sinceramente non vedo miglioramenti. È frustrante, perché io sto dando tutto e non ottengo nulla in cambio
«Sto perdendo la pazienza, abbastanza.» Con questa ammissione cinica e stremata, Pecco Bagnaia ha consegnato l’ultimo colpo alla sua credibilità, subito dopo il mesto ottavo posto in Austria, a 12 secondi dal compagno di box che dominava la scena. È l’epilogo di una stagione-frullatore di alibi, che passa dal “non sento la moto” al “non capisco cosa stia succedendo”, con passaggi prevedibili e dolorosi. Dopo aver dominato Spielberg dal 2022 al 2024, Bagnaia si presenta nel peggiore dei modi: “Sono sempre stato veloce su questa pista, e oggi mi sono trovato a lottare per l’ottavo posto… faccio molta fatica a seguire gli altri".
Ma andiamo con ordine. L’inizio di stagione era già un campionario di lamenti: GP di Francia, con la GP24.5, Bagnaia sbottò «Posso fare il record o cadere, non sento il limite di questa moto»
A Silverstone il copione si ripete: “Siamo fermi e non sappiamo perché”.
A Brno, quartultimo posto e questa volta l’apice della confessione: “Non posso lottare con Márquez”
Al Mugello, per lui terreno di gloria, l’ennesimo malcontento: “Nessuno riesce a spiegarmi come mai quest’anno non riesco ad andare come ho sempre fatto… ho un buco enorme sulla gomma posteriore e la moto vibrava tanto”.
E ancora, pochi giorni dopo: “Se non mi troverò bene al Mugello, vorrà dire che c’è davvero un problema”.
Il trend peggiora: in Germania, dopo una Sprint da dimenticare, Bagnaia risale in gara, ma la reazione è amara: “Non mi piace finire terzo” .
Il Sachsenring lo schianta: «È stato un incubo, sono scioccato, non vedo una soluzione».
A Brno torna la tesi: «Questa Ducati non si adatta al mio stile in staccata… ho bisogno di una moto ferma davanti, io uso spesso il frontale».
Il trittico finale vale una standing ovation per Bagnaia… di lamenti: in vista dell’Austria dichiara di non riconoscersi più, “quello che ho sempre fatto non funziona più”, mentre Marc Márquez, come risposta, “si è subito trovato bene con questa moto”. Poi: “Ho rivisto gare degli anni scorsi… ora sembro due piloti diversi”. L’apice lo raggiunge guardando gli altri: “Piloti come Marquez e Bezzecchi sembrano avere performance migliori in ogni fase”.
Il direttore tecnico Dall’Igna, impassibile, replica: “È normale, è deluso… va bene così”. Márquez, da crudo osservatore, chiosa: “Venerdì era il più forte in pista… deve ritrovare il suo feeling; Ducati lo aiuterà tantissimo… lo aspettiamo forte a fine anno”.
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