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Multa con veicolo comunale e rifiuto di pagarla: ex dipendente nei guai

Torino, verbale del 2 maggio: il dipendente rifiuta di pagare. Determina Verdolin avvia il recupero

Multa su mezzo comunale

Multa con veicolo comunale e rifiuto di pagarla: ex dipendente nei guai

Una multa presa durante l’uso di un’auto comunale, un dipendente che oggi non lavora più in municipio, e un netto rifiuto: «Non pago». Ma il Comune di Torino non ha lasciato correre. Ha pagato subito il verbale per evitare rincari e poi ha avviato l’iter per recuperare ogni centesimo, comprese le spese amministrative. Una vicenda burocratica, certo. Ma anche un segnale forte sul piano dei principi: chi sbaglia paga, anche se ha cambiato ufficio.

Tutto nasce il 2 maggio 2025, quando un ex dipendente del Comune viene sorpreso alla guida di un mezzo del parco veicoli comunale, mentre commette un’infrazione al Codice della strada. Undici giorni dopo, il verbale arriva in municipio. Gli uffici, come da prassi, ricostruiscono l’uso del mezzo e risalgono al conducente. È un ex dipendente, ma ciò non cambia nulla. L’uomo fornisce i dati per la decurtazione dei punti dalla patente, ma rifiuta di pagare la multa. È a quel punto che si attiva il meccanismo interno di protezione delle casse pubbliche.

Una circolare interna dello scorso anno, infatti, prevede un protocollo molto preciso: quando una multa viene presa alla guida di un mezzo comunale, e il responsabile non paga entro i termini, l’ente salda la sanzione immediatamente, per evitare le maggiorazioni automatiche, e avvia il recupero delle somme nei confronti del trasgressore. Non un gesto di indulgenza, ma una strategia di efficienza amministrativa.

È quanto accaduto in questo caso: nei giorni scorsi, la dirigente Chiara Verdolin ha firmato la determina che dà il via all’azione di recupero. Il Comune salda subito il verbale, ma presenta il conto al diretto interessato, con tanto di spese aggiuntive per la gestione dell’atto. Nessuna zona grigia, nessuna scappatoia: anche se il dipendente è oggi un ex, la responsabilità individuale non decade.

Il messaggio che arriva da Palazzo Civico è chiaro: i mezzi comunali non sono immuni alle regole, e chi li guida non può pensare di avere trattamenti di favore. Non basta accettare la perdita di punti, per poi rifiutarsi di coprire i costi della violazione. Il rispetto delle norme vale per tutti, soprattutto quando si è alla guida di veicoli pagati dalla collettività.

La scelta del Comune di Torino interessa anche i cittadini, perché evita che le risorse pubbliche vengano disperse in more e rincari, e dimostra che la tracciabilità interna funziona: anche a distanza di giorni, è possibile individuare chi ha commesso l’infrazione e far valere la responsabilità diretta. In un tempo in cui la fiducia nelle istituzioni si misura anche sulla trasparenza dei piccoli atti, questo episodio racconta una buona pratica: non paghiamo tutti gli errori di pochi.

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