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18 Agosto 2025 - 09:24
I "PoEM" a Oliveto Citra per l'inaugurazione di Mutevole
Hanno presentato Antigone nel meraviglioso teatro antico di Segesta. E' il terzo anno consecutivo, ed è grazie a realtà come questa che PoEM può esistere.
Cos’è la cultura? E’ uno strumento moderno, attuale, che trova forza nella storia. Perché non c’è “innovazione senza memoria”.
Lo ha detto a chiare lettere il regista settimese Gabriele Vacis nel suo intervento nella sala Nassirya del Senato, alla presenza del senatore Lucio Malan (presidente del gruppo di Fratelli d’Italia), in compagnia del sindaco di Oliveto Citra, Carmine Pignatta, e con la presidente di Potenziali Evocati Multimediali, PoEM, Erica Nava per presentare il progetto "Mutevole", il Museo delle Terre in Movimento e le Sale plurinarranti al Castello di Oliveto Citra.
Ed è il motivo del successo che l’impresa sociale PoEM nata a Settimo Torinese ottiene tutti gli anni al teatro di Segesta, un luogo incantato, un parco archeologico in cui i giovani attori hanno presentato Antigone di Sofocle, un grande classico della tragedia greca con una scrittura attualizzata, nelle serate del 16 e 17 agosto: perché, appunto, non c’è innovazione senza memoria.
Ma andiamo con ordine. L’estate ha condotto i PoEM al Senato per presentare un progetto “aperto” come Strategia di Rigenerazione culturale e sociale intitolato ‘Il Borgo dei Fermenti’: attiverà nuove forme di sostegno alle imprese e nuovi servizi per il territorio, le famiglie, la cultura, il turismo. Tutto finanziato con fondi europei Pnrr: quindi cultura e non cemento.
“Abbiamo cercato di costruire un riscatto attraverso la via della cultura. - ha detto il sindaco di Oliveto Citra, un comune di 3600 abitanti fortemente danneggiato dal terremoto nel 1980 - Abbiamo subito un terremoto tellurico e poi quello umano. Non si può calare sempre tutto dall’alto, senza tenere conto della persone. Siamo in una zona in cui ci sono le terme, acque calde e acque fredde, fino ad arrivare a Paestum. In questo pezzo di mezzogiorno, il motore culturale si è mosso con la partecipazione dei giovani. E la cultura genera lavoro, abbiamo fatto piccole imprese legate alla mission principale. Bisogna crederci, la sfida è corale”.
La presentazione di Mutevole, il Borgo dei Fermenti, nella sala Nassyria del Senato a Roma
Questo è Mutevole, un museo fatto con le persone, un progetto di rigenerazione sociale e culturale. E il motore è PoEM. “Siamo 17 ragazzi di 26 anni come me - ha detto la presidente di PoEM, Erica Nava - e ci occupiamo di arte e cultura. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare un grande maestro come Gabriele Vacis per incoraggiarci a unirci e fondare PoEM. “Mutevole” è un lavoro di ricerca dell’armonia e dell’equilibrio, sono storie per dimostrare che la tradizione non viene spazzata via dal progresso. Abbiamo raccolto storie che fanno la storia”.
Generazioni raccolte in fotografie e proiettate su schermi che “raccolgono generazioni, come fossero composizioni classiche - ha detto Gabriele Vacis - Gettare ponti tra le generazioni, è importante. Se interrompiamo il dialogo tra le generazioni finiamo male”.
Un lavoro di tre anni, mica uno spettacolo e poi via, tutti a casa. Gli attori hanno incontrato i cittadini a più riprese, li hanno condotti nei testi classici, hanno recitato in piazza e in tanti altri luoghi. Hanno dialogato con gli olivetani, facendo scoprire parti di loro che ancora non conoscevano.
Gabriele Vacis introduce i museo Mutevole ai cittadini di Oliveto Citra
“Il cambiamento ad oggi è impercettibile, ma c’è stato - ha detto il sindaco Mino Pignatta, dopo la conferenza stampa di presentazione a Torino - E continuerà nel tempo, grazie alla cultura. Noi abbiamo ospitato grandi concerti in passato, ma “Mutevole” è un progetto più profondo che coinvolge anche attività economiche che prima non esistevano”.
Tecnologia e arte, con la voce di Saba Anglana che dà sonorità alla donna di Oliveto, un Antigone nella grotta del Castello. Un percorso suggestivo che potrà essere integrato nel futuro, creando appunto un museo “Mutevole” e al passo con le nuove generazioni.
“All’inizio c’era molta diffidenza, nessuno voleva posare davanti ad un obiettivo fotografico - ha raccontato Roberto Tarasco, scenofono del progetto - . Poi il sindaco ha dovuto fare addirittura un’ordinanza per fermare le richieste. C’è una stanza delle generazioni, in cui posano famiglie, e una stanza delle migrazioni, in cui gli olivetani raccontano il motivo per cui sono partiti e poi tornati”.
Oliveto Citra potrebbe essere un progetto pilota per tanti altri comuni italiani. “Mutevole” è stato finanziato con fondi europei e ha generato numerose attività imprenditoriali attorno alla cultura. “E’ il più grande piccolo comune d’Italia - ha detto il presidente di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, promotore di questo incontro - . L’arte, i musei, la musica, se non li vivi, non è facile descriverli. Esserci, sarà una grande sorpresa. Mantenere vitalità e memoria del passato con la creatività, mettere insieme tecnologia e tradizione orale, stimola le attività imprenditoriali e l’appartenenza. Sono iniziative che hanno la forza di attrarre turisti”.
Applausi e standing ovation per gli attori PoEM
E infine Segesta, con la standing ovation dedicata ad “Antigone” in due repliche di sabato 16 e domenica 17 agosto, un pezzo forte dei PoEM.
“Una dozzina di giovani attori che stanno costruendo un gruppo. - ha scritto sui social il regista Gabriele Vacis, il Maestro citato da Erica Nava - PoEM, al momento, ha scelto di non chiedere finanziamenti. Stanno provando a vivere del loro lavoro. E pare che ce la stiano facendo, con grande fatica, ma sembra proprio che l’impresa sociale vada avanti. Stasera e domani sera saranno nel meraviglioso teatro antico di Segesta a fare Antigone. Reciteranno a Segesta per il terzo anno consecutivo. È grazie a realtà come questa che PoEM può esistere.
Teatri che confermano nel tempo la loro fiducia ad un gruppo di giovani. È grazie al Teatro Stabile di Torino, che ha prodotto e produrrà gli spettacoli di PoEM per i prossimi due anni. E grazie ad Artisti Associati di Gorizia, che ne gestiscono con pazienza anche le intemperanze. E grazie al pubblico che riconosce la qualità del nostro lavoro”. Vacis aveva anche citato in Senato la settima elegia di Rilke, poeta tedesco del Novecento: “In nessun dove ci sarà mai mondo se non in noi. La nostra vita scorre trasmutando. E quel che è fuori di noi svanisce in forme sempre più meschine”. Perché non c’è innovazione senza memoria, in nessun dove.
Gi attori di PoEM hanno salutato il pubblico lasciando un messaggio, una dedica a Marah, una coetanea palestinese deceduta in Italia a causa della malnutrizione. Il regista Gabriele Vacis ha ripreso la dedica sul suo profilo
“Ieri sera a Segesta ancora più gente, e anche ieri sera tutti insieme in piedi ad applaudire - ha scritto Gabriele Vacis sul suo profilo al termine della seconda replica di Antigone e i suoi fratelli, andata in scena domenica 17 agosto al teatro di Calatafimi Segesta - . Allora Letizia (una delle attrici di PoEM ndr) ha detto: “Lo spettacolo di oggi lo vogliamo dedicare a Marah che a vent’anni è morta di fame all’ospedale di Pisa. Lei era arrivata da Gaza il 14 agosto per ricevere delle cure. E’ morta sul suolo italiano ma è a Gaza che è stata uccisa. Questo spettacolo è per lei e per tutte le vittime del genocidio”.
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