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ROMA. Manconi, agenti violenti? Troppe pulsioni corporative

ROMA. Manconi, agenti violenti? Troppe pulsioni corporative

Luigi Manconi

"Mentre la quota dei disponibili alla violenze potrebbe essere circoscritta, controllata e resa inoffensiva, ciò è ostacolato dalla rete di protezione tessuta intorno a loro". Così il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione parlamentare per la tutela dei diritti umani, intervistato dalla Stampa, torna sugli episodi di violenza che hanno avuto per protagonisti degli agenti delle forze dell'ordine. "E' provato che esiste un numero ridotto di operatori che ricorre a metodo violenti", "ma non sarebbe un problema irreparabile se, intorno ai violenti, non si mobilitasse un numero assai più ampio di persone pronte a offrire loro giustificazione e tutela psicologica e culturale. Questo è il punto: la pulsione corporativa determina una sorta di logica ferina e settaria, che a sua volta ispira una solidarietà da spogliatoio". "Considero un grande risultato che almeno quattro sigle sindacali" "abbiano condannato con nettezza gli applausi di Rimini. La possibilità di emancipazione da quel blocco monolitico che è il corporativismo delle forze di polizia può emergere solo quando finalmente si realizza una spaccatura tra posizioni diverse intorno a questioni essenziali come i diritti del cittadino". Manconi invita anche a considerare un "fattore materiale che non va ignorato"; "fino a che le paghe rimarranno come sono, ovvero salari da fame, questo fornirà giustificazioni e attenuanti". Ribadisce il suo sì al numero identificativo per gli agenti: "è risibile", dice, "che possa risultare pericoloso". E al giornalista che gli chiede cosa provi davanti alla foto dell'agente ferito a Torino risponde: "Un grande dolore".
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