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Favria, la devozione a San Rocco rivive tra storia e fede

Una cappella seicentesca, una comunità unita e una tradizione che non smette di emozionare

Favria, la devozione a San Rocco rivive tra storia e fede

Favria, la devozione a San Rocco rivive tra storia e fede

Alle porte di Favria, lungo la strada Levata – antica via romana che per secoli condusse pellegrini e viandanti verso il borgo – si erge una cappella che da oltre trecento anni custodisce il cuore della devozione popolare: quella verso San Rocco, il pellegrino di Montpellier che la tradizione vuole protettore dalle epidemie. Già alla fine del Seicento i favriesi vollero consacrare quel luogo alla sua figura, affidandogli paure e speranze nei momenti più bui, quando la peste e le malattie mettevano in ginocchio intere comunità.

Oggi quella cappella, grazie all’impegno costante del Comitato San Rocco e alla dedizione del presidente Antonio Giuggia, continua a vivere come punto di riferimento spirituale e culturale. Restaurata, abbellita, custodita con cura, non è soltanto un edificio sacro ma una pagina viva della memoria collettiva, un simbolo che rinnova di anno in anno il legame fra la comunità e le proprie radici.

Il momento più atteso arriva ogni 16 agosto: al calar della sera Favria si stringe attorno al suo patrono con la celebrazione della Santa Messa, alle ore 21, seguita dalla suggestiva processione notturna che percorre le vie della borgata. Le luci tremolanti, i canti e le preghiere accompagnano la statua del santo, dando vita a un’atmosfera sospesa tra devozione e storia, capace di unire passato e presente in una voce corale di fede e gratitudine.

La figura di San Rocco, vissuto nel XIV secolo, conserva intatta la sua forza simbolica. Pellegrino instancabile e uomo di carità, dedicò la vita alla cura degli appestati, fino a contrarre egli stesso la malattia. Secondo la tradizione, quando trovò rifugio in un bosco, fu un cane a salvarlo portandogli ogni giorno un pezzo di pane: un gesto semplice ma eterno, che ancora oggi accompagna le sue raffigurazioni, accanto al segno della piaga, emblema della sofferenza affrontata con coraggio.

Dal Quattrocento in poi, il suo culto si diffuse in tutto il Piemonte. Cappelle, edicole e chiese sorsero ovunque come baluardi contro la paura, simboli di speranza e di protezione. A San Rocco i fedeli affidavano la propria vita e quella dei loro cari, invocandone la misericordia nei giorni più bui delle pestilenze.

La cappella di Favria resta oggi testimonianza tangibile di quella fede, un luogo che racchiude la memoria di secoli e insieme il presente di una comunità che non dimentica le proprie radici. La festa annuale non è soltanto rito religioso: è un momento di identità collettiva, che intreccia fede, cultura e storia locale, restituendo alla devozione il valore di un patrimonio condiviso.

Così, anno dopo anno, San Rocco continua a vegliare su Favria. Pellegrino, guaritore di anime e simbolo di speranza, rimane il custode silenzioso di una tradizione che resiste al tempo e che, nel cuore dei favriesi, non ha mai smesso di brillare.

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