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La storia del pellegrino piemontese Casimiro Barello, venerabile dal 2000: 20.000 km a piedi per portare Cristo

Il giovane pellegrino che attraversò Italia, Francia, Spagna e Portogallo

La storia del pellegrino piemontese Casimiro Barello, venerabile dal 2000:  20.000 km a piedi per portare Cristo

La storia del pellegrino piemontese Casimiro Barello, venerabile dal 2000: 20.000 km a piedi per portare Cristo

Il 1° luglio 2000 a Roma, in Piazza San Pietro, Papa San Giovanni Paolo II dichiarava Venerabile Casimiro Barello, giovane pellegrino piemontese, nato a Cavagnolo (To), nella frazione di Casa Ostino il 31 gennaio 1857 e morto in Spagna, nella città di Alcoy, a soli ventisette anni, dopo aver percorso oltre 20.000 km a piedi lungo l’Italia, la Francia, la Spagna e il Portogallo, con la sola volontà che “tutti conoscessero Dio, lo amassero e lo servissero”.

Oggi, il venticinquesimo anniversario di quell’evento viene ricordato dalla parrocchia di Cavagnolo con un opuscolo (stampato con il patrocinio oneroso del Comune di Cavagnolo) che ha lo scopo di far conoscere la peculiare esperienza di santità di questo straordinario giovane che, nella sua missione di pellegrino, ha testimoniato con la sua vita umilissima ed essenziale non solo le virtù umane della forza, della moderazione, della giustizia e della saggezza, ma anche quelle spirituali della fede in Dio come assoluto, della speranza in Cristo che non delude, dell’amore come frutto vivo e operoso dello spirito. Nell’opuscolo, intitolato Santità in cammino. Casimiro Barello (1857-1884) Venerabile da venticinque anni, viene pubblicata per la prima volta la traduzione italiana del Decreto che sancisce la venerabilità di Casimiro, celebrandone le virtù eroiche e il suo “innovativo progetto di vita”, quello di una santità che si manifesta nel cammino di un pellegrino di speranza, per riprendere il motto del Giubileo che si sta vivendo in questo 2025.

Casimiro Barello

Un pellegrino orante, eucaristico e penitente, la cui figura esemplare si staglia luminosa nei contributi di don Pierluigi Cameroni, postulatore generale dei Salesiani e della causa di Casimiro, di Lodovica Maria Zanet, teologa ed esperta della vita dei santi che definisce Casimiro il “viandante che era di Dio”, di don Armand Amuaku, parroco di Cavagnolo, che vede nella venerabilità di Casimiro un dono in grado di alimentare la nostra speranza e di Candelas Escoda Valero, discendente della famiglia nella cui casa Casimiro trascorse ad Alcoy, in Spagna, gli ultimi giorni della sua esistenza terrena. L’opuscolo è stato presentato sabato 2 agosto nella sala consiliare del Comune di Cavagnolo, nell’ambito delle celebrazioni della festa patronale in onore di Sant’Eusebio.

La presentazione è stata l’occasione non soltanto di ribadire la volontà di collaborazione tra Comune e parrocchia nella diffusione della conoscenza di Casimiro (il “concittadino più illustre” di Cavagnolo, così come lo ha definito il sindaco Andrea Gavazza nella Prefazione all’opuscolo), ma anche di sottolineare come la santità in cammino di Casimiro (nel duplice significato dell’attesa del miracolo che lo faccia salire ufficialmente agli onori dell’altare e del pellegrinaggio come segno peculiare del suo portare Cristo e a Cristo) possa essere ancora oggi un modello di fede e di speranza da proporre all’umanità spesso disorientata e disperata del nostro tempo. L’opuscolo può essere richiesto al Gruppo Amici di Casimiro Barello della parrocchia di Cavagnolo (casimiro.barello@gmail.com) o al Comune di Cavagnolo (g.ghia@comune.cavagnolo.to.it).

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