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Cronaca
09 Agosto 2025 - 15:10
traforo del Frejus
Mattinata da dimenticare al traforo del Fréjus, dove le code e i disagi hanno mandato in fumo la promessa di viaggi più veloci dopo la tanto celebrata inaugurazione della seconda canna.
Pochi giorni fa, Matteo Salvini e altri politici avevano sorriso ai flash davanti al nuovo tunnel che collega Bardonecchia alla Francia.
Oggi, però, a parlare sono stati i clacson. Intorno alle 9:45 una macchina in panne ha costretto alla chiusura temporanea della carreggiata verso la Francia, come confermato dal centralino della Sitaf.
L’intervento dei tecnici ha permesso di risolvere il problema in circa un’ora e, prima di pranzo, il transito è tornato regolare su entrambe le corsie. Ma la seconda settimana di agosto è un banco di prova senza sconti: il traffico delle partenze estive ha trasformato il tunnel in un imbuto, con i pannelli luminosi a Bardonecchia che segnalavano fino a 90 minuti di attesa per chi puntava oltreconfine.
Solo a fine luglio era stata inaugurata la seconda canna, un’opera da 700 milioni di euro e quasi quindici anni di cantiere, che consente di separare i flussi: un tubo per chi va in Italia, uno per chi va in Francia. Una soluzione che, sulla carta, riduce il rischio di incidenti e i tempi di intervento in caso di emergenza, e che dovrebbe garantire più fluidità. Oggi, però, la realtà ha ricordato che, anche con due canne, basta un guasto a fermare tutto.
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