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Ceres
04 Agosto 2025 - 10:36
Enzo Ferraro durante l'esibizione a Ceres
Anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento con “Napoli andata e ritorno”, l’evento che porta il cuore della Campania nelle Valli di Lanzo. Nella suggestiva cornice di Ceres si è svolta una serata all’insegna della musica napoletana e della cucina tradizionale, organizzata dalla gastronomia Il Buongustaio. Grazie all’impegno della titolare Elia Maria Josè e della sua famiglia, e con la regia curata dal figlio Ivan, è stato proposto un menù interamente partenopeo. A rendere l’esperienza ancora più coinvolgente è stata la performance musicale dell’artista Enzo Ferraro, accompagnato dal Tenore Ioachin e dall’inconfondibile ‘O Pazzariello, figura simbolica della cultura napoletana.
Una serata di emozioni autentiche, tra le note intramontabili della canzone napoletana e i profumi avvolgenti dei piatti tipici campani. A trascinare il pubblico in questo viaggio sonoro è stato Enzo Ferraro, sassofonista e cantante originario di Teano, già noto e molto apprezzato dal pubblico ceresino. Ferraro ha dato prova, ancora una volta, della sua straordinaria versatilità artistica: un interprete capace di muoversi con assoluta disinvoltura tra i grandi classici partenopei, il pop italiano e gli omaggi sentiti al compianto Pino Daniele, riferimento imprescindibile della musica napoletana contemporanea.
Definirlo semplicemente “cantante” sarebbe riduttivo. Ferraro è un crooner nel senso più autentico del termine, con un repertorio vastissimo e una capacità espressiva che fonde tecnica, passione ed esperienza. Un’artista completo, con alle spalle una carriera lunga e solida: ha collaborato con nomi del calibro dei Delirium di Ivano Fossati, La Strana Società di Umberto Tozzi, I Nuovi Angeli, Gianni Nazzaro e Alan Sorrenti.
Nato nella città simbolo dell’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, Teano, Ferraro ha iniziato a studiare musica all’età di sei anni, diplomandosi in solfeggio e sax alto. Dopo il trasferimento a Torino, ha conquistato i palcoscenici dei locali cittadini con la sua voce calda e il suono avvolgente del sax. I primi passi come “spalla” nei varietà e nelle sagre di provincia sono diventati presto il trampolino di lancio per una carriera che lo ha visto protagonista in spettacoli come ‘A città ‘e Pulecenella e Vedrai che allegria, nonché ospite in trasmissioni radiofoniche e televisive, tra cui le celebri “Forte Fortissimo” (Rai 1) e “Mai dire Goal” (Italia 1).
All’attivo, sei compact disc che testimoniano la sua evoluzione musicale e la voglia di lasciare una traccia tangibile del suo percorso artistico, iniziato quando i CD erano il futuro e il vinile sembrava destinato a scomparire.
Il Tenore Ioachin, Gennaro Iavarone O' Pazzariello, il cantante Enzo Ferraro e Ivan l'organizzatore dell'evento
Luigi Gioachin, in arte Tenore Ioachin, è un artista poliedrico che ha lasciato il segno sia nel mondo della lirica che in quello dello spettacolo. Ha partecipato alla celebre opera Aida, consolidando la sua presenza nel panorama lirico nazionale. Il suo talento lo ha portato anche sul grande schermo: ha infatti preso parte al film Ogni lasciato è perso, diretto e interpretato da Piero Chiambretti, mostrando così la sua versatilità anche come attore.
Nel corso della sua carriera ha inciso numerosi CD, spaziando dal repertorio operistico classico a brani più contemporanei, riuscendo sempre a coniugare tecnica e passione. La sua voce, riconoscibile e potente, gli ha permesso di esibirsi in diverse città italiane, raccogliendo consensi sia dal pubblico che dalla critica.
Tenore Ioachin continua a dedicarsi alla musica con entusiasmo, partecipando a eventi, concerti e collaborazioni artistiche che valorizzano la tradizione del bel canto italiano.
Mentre, Gennaro Iavarone, in arte ’O Pazzariello, è stato uno dei fondatori del gruppo folkloristico napoletano di Torino.
Figura carismatica e appassionata della tradizione partenopea, Iavarone ha portato con sé, nel capoluogo piemontese, lo spirito vivace e colorato di Napoli. Conosciuto con il nome d’arte ’O Pazzariello — ispirato al celebre personaggio della tradizione napoletana che, tra tamburelli e versi in rima, annunciava eventi e prodotti per le vie della città — Gennaro ha saputo incarnare perfettamente questo ruolo simbolico, trasformandolo in un ponte tra cultura e comunità.
Fu tra i fondatori del gruppo folkloristico napoletano di Torino, una realtà nata con l’intento di mantenere vive le tradizioni musicali, linguistiche e culturali del Sud Italia tra i numerosi emigrati partenopei residenti al Nord. Attraverso spettacoli, canti popolari, danze tipiche e abiti tradizionali, il gruppo si è fatto portavoce dell’identità napoletana, creando momenti di condivisione e memoria collettiva.
Gennaro Iavarone non è solo un artista, ma anche un instancabile promotore della cultura popolare, riuscendo a unire le generazioni nel segno della tradizione e del folklore.
In questo contesto, l’appuntamento ceresino di sabato scorso è stato molto più di un semplice concerto: è stato un atto d’amore verso la cultura napoletana, un momento di condivisione che ha unito arte, musica e cucina in un abbraccio caloroso, come solo Napoli – anche da lontano – sa regalare.
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