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03 Agosto 2025 - 16:39
Il municipio di Brandizzo
Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio Direttore del giornale La Voce,
Mi sento costretto a scriverle, seppur con colpevole ritardo, in merito all’evento, da voi clamorosamente “bucato”, della presentazione del nuovo Piano Regolatore Generale da parte del Comune di Brandizzo. [...]
L’idea di coinvolgere la popolazione nella discussione sui principi generali del nuovo PRG è buona, ma è autentica? Vi sembra normale che relazioni, documenti, tavole, planimetrie siano comparse sul sito del Comune il 27 giugno, quando l’assemblea pubblica è fissata per il 2 luglio?
Come si fa a leggere una mole notevole di documenti, molti tecnicissimi, in 5 giorni da parte di persone senza competenze tecniche? A me è sembrato uno spot propagandistico di mera facciata. Fuffa o aria fritta della peggior “comunicazione istituzionale”.
Purtroppo non mi sono potuto fermare fino alla fine, ma mi è bastata la dissertazione sul progetto “Mulino del Re”.
Se ben ricordo si parla di 5000 mq di superfici calpestabili, di cui 1000 circa ad uso pubblico (per far che? la solita scemenza di polo museale? Idea!! Ci facciamo la sede del “Brandizzo Film Festival” per la gioia della sinistra salottiera e amichettara…) C’è solo un problema: mancano solo 20 milioni di euro per la ristrutturazione, ammesso che la proprietà trovi conveniente lo scambio cessione parziale all’ente comunale in cambio (di quanti mq?) di destinazione residenziale e commerciale.
Mi permetto un suggerimento: se la proprietà è ancora di Unicredit, fate un bel dossier con tanti rendering e lo portate al Politecnico di Torino: loro hanno i soldi, le relazioni, le competenze, le idee per fare qualcosa di buono e, per il Comune di Brandizzo, incassare qualche soldino…
Ma a proposito, che fine ha fatto la rigenerazione urbana dell’Oratorio? Con il suo fantastico progetto di teatro (rivolto a chi e a quanti?) che ruota di 180° per spettacoli al chiuso e all’aperto? Ma non ci sono soldi per asfaltare le strade e si pensa a realizzare il secondo teatro della provincia per capienza, che verrà gestito da chi e con quali soldi? (senza parlare dei lavori di messa in sicurezza del complesso intero).
Altra questione: è ampiamente consolidato il fatto che per riqualificare (oggi prediligono il neologismo urbanistico “rigenerare”) il centro di una cittadina bisogna realizzare un’isola pedonale! A Brandizzo vorrebbe dire la chiusura da semaforo a semaforo della via Torino. Io non ho avuto modo di ascoltare nulla in proposito ma mi sembra che la risposta possa essere quella datami dall’allora sindaco Buscaglia in una simile assemblea pubblica sullo sviluppo del commercio una quindicina di anni fa (a volte ritornano…): non è all’ordine del giorno. Sindaco, se ci sei batti un colpo.
Infine un’ultima questione marginale ma significativa della discussione urbanistica. Si è parlato di un terreno di cui l’attuale amministrazione avrebbe modificato la destinazione da commerciale-artigianale a residenziale.
Caso vuole che quel terreno ha una storia che conosco benissimo: ne lessi nella relazione urbanistica di una variante-non variante proposta dall’allora sindaco Pastore. Era un terreno definito di “pregio agricolo” e pertanto non edificabile. Ma vi assicuro che di pregio non aveva niente se non le gagie, i rovi e le sterpaglie. Poi tornò la giunta di Buscaglia (un plebiscito nel suo nome) e il terreno ebbe la benedizione a diventare ad uso artigianale ed oggi la destinazione cambierebbe a uso residenziale.
Una domanda: ma la destinazione all’uso di un terreno come viene fatta? Con dei criteri oggettivi e quindi verificabili da tutti o in base ai capricci, le amicizie, le clientele dell’assessore all’urbanistica di turno?
All’epoca della giunta Pastore, ebbi modo di prendere (indegnamente) parte alla discussione della revisione al PRG. Tutti i partiti della maggioranza ebbero le planimetrie della proposta di variazione e di poterne discutere con calma col professionista che la redasse. Fu in quell’occasione che scoprii, pensando che fosse uno scherzo, poiché nessuno ce ne parlò pensando che passasse inosservata, dell’idea del Circolo Pickwick, formatosi attorno alla plenipotenziaria assessora alla Kultura Caterina Romeo, di acquisire la proprietà del Mulino del Re attraverso un baratto di cubatura: ovvero l’amministrazione, in cambio del vecchio mulino, concedeva l’edificazione di 2 torri da 26 piani con vista loculi dei cari estinti, sul terreno del medesimo.
Questo per portarvi alla “trade d’union” tra quelle vecchie vicende brandizzesi e quelle attuali milanesi: ma qual è la politica urbanistica del PD? Io ebbi modo una volta di definirla: bricks for money, ovvero mattoni per soldi. Nel migliore dei casi soldi di oneri di urbanizzazione nelle casse degli enti locali, nel peggiore nelle tasche dei “furbetti del quartierino” attraverso le ormai notissime “fatture per consulenza”.
Non c’è più l’idea dell’urbanistica quale strumento di governo del territorio che deve conciliare sviluppo e interessi dei cittadini anche quelli meno abbienti. È quello che è accaduto anche a Torino. Dalla giunta Castellani a quella Chiamparino, i veri governanti dell’urbanistica sono state le grandi famiglie di costruttori che hanno fatto quello che volevano in cambio dell’appoggio elettorale. Le potenti famiglie orfane della FIAT hanno fatto un “patto del diavolo” con le sedicenti giunte di sinistra. Volete la prova? Parlate con qualche amministratore del PD di case popolari, di housing sociale, di residenze a canone calmierato e avranno la reazione di un indemoniato che riceve l’acqua santa da un esorcista.
Tutti gli apologeti della “giunta del fare” di Sala, che inneggiano allo skyline della città, al fatto che solo a Milano sono stati costruiti tanti mc di fabbricato quanti nelle Regioni di Piemonte e Toscana messe insieme (e ovviamente se ne vantano), ai premi internazionali ricevuti, alla qualità della vita (sì, di subrette, calciatori, rappers, archistar, blogger e ovviamente dei figli di La Russa), al fatto che Milano è entrata nel gotha delle città europee al pari della inarrivabile Londra. Tutto vero, tranne un particolare: il governo inglese Starmer ha stanziato 50 miliardi di sterline per la costruzione di un milione e mezzo di case popolari o a canone sociale nei prossimi 5 anni.
Non basta spacciarsi di sinistra, bisogna esserlo. Prendere lezioni dal governo inglese denuncia il punto più basso per quella che si celebra “sinistra” nel nostro paese.
Chiudo tornando a Brandizzo: attuale amministrazione, priva di un qualsiasi background politico, non mi sembra in grado di gestire alcun cambiamento che vada a incidere sulla vita dei cittadini, special modo di quelli che sono ai livelli più bassi. Già circola la voce che questa giunta governa il paese come se fosse una Pro Loco. Io spero solo che non arrivi a essere peggio della “famigerata” giunta Pastore.
Cordiali saluti
Francesco Maugeri
Brandizzo
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