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03 Agosto 2025 - 08:07
Riforma ADM: un mercato più ristretto per una maggiore tutela dei giocatori
Cambia tutto nel settore del gioco online in Italia. Il bando di gara fa parte della riforma ADM, che ha modificato lo scenario e soprattutto ridotto il numero di operatori presenti. Saranno 46 le società attive, praticamente la metà rispetto a quelle attuali, che attraverso la concessione in scadenza potranno operare fino al 12 novembre 2025. Questa data segna quindi un punto di svolta per gli appassionati di casinò, scommesse e slot online, che peraltro godranno di una maggiore tutela.
Dopo una lunga fase di studio, il bando di gara per le nuove concessioni del gioco online procede a ritmi serrati. Con l'apertura delle offerte, la Commissione giudicatrice ha effettuato la proposta di aggiudicazione a 46 società per un totale di 52 concessioni, con una netta flessione rispetto alle 81 concessioni attive prima del nuovo bando. Questo ridimensionamento permette di rendere più efficaci le attività di controllo e di qualità, con un conseguente incremento della sicurezza complessiva per gli utenti. Inoltre, la nuova direttiva semplifica enormemente anche il lavoro dei siti di comparazione, che avranno un minor numero di piattaforme di gioco da analizzare quando dovranno stilare la lista dei migliori casinò online presenti sul mercato, favorendo valutazioni più solide, aggiornate e orientate alla protezione del giocatore.
Il prossimo passo sarà la verifica dei requisiti previsti dalle regole amministrative, ma in tal senso non dovrebbero emergere particolari problematiche: l’elenco definitivo delle concessioni aggiudicate non dovrebbe prevedere ulteriori tagli, oltre a quelli dovuti al costo di 7 milioni di euro della licenza.
Una selezione durissima ha permesso all'ADM di affidare in concessione il gioco online legale solo a una ristretta cerchia di operatori affidabili. Il primo ostacolo è rappresentato dal costo una tantum di 7 milioni di euro per ciascuna concessione. Gli operatori che hanno presentato domanda hanno dovuto fornire una serie di garanzie, tra cui una fideiussione bancaria, una comprovata capacità economico-finanziaria, l’obbligo di dichiarare la sede legale e l’assenza, per gli amministratori, di condanne penali o interdizioni per reati contro la Pubblica Amministrazione. Inoltre, è stato necessario presentare un sistema tecnico conforme ai requisiti ADM per garantire la sicurezza dei giocatori.
Tutto ciò è finalizzato a creare un ambiente di gioco sano e trasparente, contrastando in modo efficace le scommesse fuorilegge e i maxi sequestri, che rappresentano il lato oscuro del gioco, sia online sia terrestre. Al di là dei controlli, qualsiasi processo di riforma ADM — dai passaggi meno significativi alle grandi rivoluzioni come i nuovi bandi di gara — è teso a garantire il pagamento delle vincite ai giocatori, la tutela degli incassi erariali e regole certe per gli operatori.
Oltre ai 7 milioni di euro richiesti ai concessionari per operare nel settore del gioco con una licenza valida per 9 anni, gli operatori dovranno versare un’ulteriore quota in base a quelli che sono stati gli incassi. Nel 2024 il Gross Gaming Revenue, ovvero la spesa degli italiani per il gioco al netto delle vincite, è stata di 21,6 miliardi di euro, di cui circa 5 miliardi derivanti dal solo comparto online.
Questo dato non deve essere confuso con il volume di gioco complessivo di 157 miliardi nel 2024 ma a parte i 21,6 miliardi di euro citati prima sono tutti tornati ai giocatori tramite vincite. La tassazione varia in base al gioco di riferimento, ma gli operatori dei settori betting e casinò online devono versare rispettivamente il 24,5% e il 25,5% degli utili. Si tratta di percentuali che vengono ritoccate sempre verso l’alto ogni anno, e l’ultima finanziaria non ha fatto eccezione.
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