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Festa dell’Unità: il Pd si mette in scena, tra abbracci tattici e nodi irrisolti

Schlein arriva, Bonaccini pure. Laus parla di lavoro dopo l’inchiesta, mentre il partito cerca unità tra i resti del campo largo e dialoga persino con Forza Italia sullo Ius Scholae

Festa dell’Unità: il Pd si mette in scena, tra abbracci tattici e nodi irrisolti

Festa dell’Unità: il Pd si mette in scena, tra abbracci tattici e nodi irrisolti

Sarà Elly Schlein, alla fine, a calcare il palco della Festa dell’Unità di Torino. L’appuntamento è per sabato 7 settembre alle 18.30, in piazza d’Armi. Una presenza attesa e, a quanto pare, sudata: fino a pochi giorni fa, il suo nome era avvolto nel mistero, proprio come accadde l’anno scorso, quando l’imbarazzante sovrapposizione con Stefano Bonaccini costrinse quest’ultimo a dare forfait. Ma quest’anno le agende sembrano più coordinate e, almeno su quel fronte, il Pd può tirare un sospiro di sollievo. Bonaccini sarà a Torino sabato 14 settembre, pronto a condividere la scena con Stefano Lo Russo, sindaco del capoluogo e interessato a rinsaldare il legame con la segretaria in vista del 2027, anno della possibile ricandidatura. Nel frattempo, il calendario dei dibattiti prende forma e delinea il tentativo del partito torinese di costruire un’immagine inclusiva: dialoghi che vanno da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, con una spruzzata di Avs, Azione e Italia Viva. Il Pd prova a fare sintesi di tutte le anime. Se ci riesca, è un altro discorso.

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Tra gli appuntamenti più attesi, il dibattito sullo Ius scholae, in programma la sera del 13 settembre, con il ministro di Forza Italia Paolo Zangrillo e la vicepresidente del Senato Anna Rossomando. Un tema caldissimo, che torna ciclicamente nel dibattito pubblico e che il Partito Democratico intende affrontare frontalmente, pur sapendo che il rischio è quello di indebolire le alleanze. Secondo dichiarazioni rilasciate ad altri, il segretario metropolitano Marcello Mazzù ha definito la questione della cittadinanza centrale non solo dal punto di vista dei diritti, ma anche per affrontare l’emergenza demografica. Nello stesso giorno in cui arriverà Schlein, saranno presenti anche Gianni Cuperlo, il consigliere Abdullhai Ahmeh, l’onorevole Chiara Gribaudo e la deputata Ouidad Bakkali, che porterà una testimonianza diretta: nata in Marocco e cresciuta in Italia, ha giurato sulla Costituzione a 23 anni.

Sul fronte delle alleanze, o meglio del tanto evocato campo largo, sono previsti nomi come Chiara Appendino, Marco Grimaldi di Avs e Andrea Giorgis del Pd. In forse la presenza di Matteo Renzi, che potrebbe partecipare a un confronto con Peppe Provenzano, ed è possibile che si aggiungano anche Silvia Fregolent (Iv) e Daniela Ruffino(Azione). Mazzù, sempre in dichiarazioni rilasciate ad altri, ha proposto di ribattezzarlo “campo fertile”, nella speranza che produca qualcosa di più concreto di uno schema politico astratto. Tra gli ospiti anche Mauro Laus, recentemente uscito dall’inchiesta Rear con un avviso di garanzia per malversazione ai danni dello Stato. Salirà comunque sul palco, affiancato da Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, per un confronto sui temi del lavoro. Il partito, salvo qualche voce fuori dal coro (come quella del giovane Andrea Borello), ha scelto di compattarsi intorno a lui. Un messaggio chiaro, se non proprio limpido.

Un altro fronte caldo sarà quello dell’università e della ricerca, con la presenza del nuovo rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, e della rettrice dell’Università di Torino, Cristina Prandi. Insieme a loro, il deputato Alfredo D’Attorre, responsabile del settore nella segreteria nazionale. L’idea è quella di rappresentare tutte le sensibilità del partito: bonacciniani, riformisti, giovani, ecologisti. Per ora, l’unità è più nel programma che nella realtà. Il programma affronterà anche temi di ambiente, fine vita, emergenza democratica e diritti civili, con il contributo di esponenti delle commissioni parlamentari. Paola Parmentola, responsabile organizzativa del Pd metropolitano, ha spiegato ad altri organi di stampa che si parlerà anche di conflitti internazionali e di alternative alla destra, evidenziando le criticità delle politiche economiche del governo Meloni.

Non solo politica e strategie: anche quest’anno ci sarà uno spazio dedicato ai giovani, con un palco autogestito dalle Democratiche e dai Giovani Dem. Tra i temi in agenda: il CPR, le migrazioni, i nuovi diritti. Ci sarà anche una piccola libreria dove si alterneranno politici e scrittori: Monica Canalis con una riflessione sul cattolicesimo democratico, Federico Fornaro con il suo libro su democrazia e rappresentanza, e Alessandro Perissinotto con il romanzo La guerra dei Traversa. La parte pop sarà garantita da una brigata di volontari in rosso e giallo tra pizzeria e ristorante, e tre concerti già annunciati: Magazzino San Salvario, il cantautore Federico Sirianni e un collettivo di band emergenti sotto la regia del Cap10100.

Dal 5 al 15 settembre, la Festa dell’Unità torna in piazza d’Armi. Tra tensioni da congresso permanente e la voglia di comunità, il Partito Democratico mette in scena, ancora una volta, se stesso.

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