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29 Luglio 2025 - 23:50
Frank Mascia "arruolato" da Stefano Bandecchi
Se il mondo della politica fosse un reality, questa sarebbe la classica puntata crossover tra Forum, TikTok e Affari tuoi. E invece no: è tutto vero. Frank Mascia, fruttivendolo, ex pugile, influencer e noto urlatore di maranza con cellulare alla mano, è stato nominato coordinatore nazionale dei giovani di Dimensione Bandecchi, il nuovo partito fondato da Stefano Bandecchi.
Sì, avete capito bene. Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, ex presidente della Ternana, imprenditore multiuso e polemista seriale, ha scelto proprio lui: Frank Mascia, autore di centinaia di video in cui sgrida ragazzi, madri, extracomunitari, passanti, automobilisti, panettieri, e chiunque non rispetti la sua idea di ordine e decoro urbano.
Una scelta che lascia il Piemonte con un misto di stupore, sollievo e — diciamolo — anche un pizzico di imbarazzo. Perché Mascia non è un personaggio qualunque. Lo conoscono bene a Settimo, dove ha costruito la sua notorietà inseguendo adolescenti con la felpa e minacciando “di far intervenire le autorità” a ogni incrocio. Lo conoscono a Torino, dove ha attirato l’attenzione della Digos per quelle che lui chiama “ronde civiche” ma che qualcuno ha definito, più prosaicamente, usurpazione di funzioni pubbliche. Lo conoscono a Chivasso dove ha fatto una capatina in stazione accompagnato dal consigliere comunale Bruno Prestia. E lo conoscono pure a Ivrea, dove ha fatto capolino un paio di volte tentando di esportare il suo modello: passeggiate in centro, bandiera italiana in mano, un paio di compari con l’aria severa, e un’invocazione continua alla patria e alla giustizia. Quasi un remake low-cost di La meglio gioventù, ma ambientato in piazza Boves, che per chi non la conoscesse sta nel quartiere San Giovanni, s'intende a Ivrea.
Il suo gruppo — prima “Angeli del bene”, poi “Patrioti Italiani” — ha provato a farsi spazio tra le ronde volontarie, il folklore civico e la nostalgia da repubblica pre-sociale. Con reel in cui si mostrano presunti pusher, bivacchi sospetti, bottiglie di birra abbandonate e giacche troppo larghe come prove inconfutabili del disfacimento morale dell’Occidente. Il tutto condito da frasi lapidarie tipo “Io sono qua, voi dove siete?” o “La gente ha paura, io no”. Ogni tanto ci scappa anche un “Io sono l’esercito del bene”, così, per gradire.
Poi è arrivato Bandecchi, uno che quanto a teatrino non è secondo a nessuno. Dopo aver fatto il suo ingresso trionfale a Palazzo Spada a Terni con urla, sputi, minacce e slogan da talk show, ha deciso che ci voleva qualcosa di fresco. Di giovane. Di virale. E chi meglio di Mascia, l’uomo che riesce a infilare tre bandiere italiane e una ramanzina in 30 secondi di video?
Lo ha chiamato, gli ha parlato, lo ha nominato. E Mascia, emozionatissimo, ha accettato. Lo ha detto lui stesso in un video: “Ho ricevuto una bella notizia e sono onorato: mi ha chiamato Stefano Bandecchi che mi ha detto che una persona che ho sempre stimato moltissimo, mi ha indicato come nome per questo importante ruolo. Ed io una volta la palla che mi viene passata – me la tengo stretta”.
Una frase che, tradotta dal Mascia-pensiero, significa: finalmente qualcuno mi prende sul serio.
Da adesso sarà lui a occuparsi della gioventù italiana. Di quelli tra i 16 e i 30 anni. Di quelli che, magari, pensavano che la politica fosse anche confronto, studio, rappresentanza. Invece no. Ora c’è Mascia. Con le sue sgridate, i suoi reel, i suoi live in cui gira per strada cercando il crimine con la stessa tenacia con cui un metal detector cerca monete nella sabbia.
I primi effetti si vedranno presto. Si parla già di un tour nazionale: ronde autorizzate, flash mob patriottici, forse persino un bootcamp per giovani cameramen da quartiere. Sotto la supervisione del partito di Bandecchi, ovviamente, che nel frattempo ha annunciato di volersi candidare alla presidenza della Regione Campania. Perché, se c’è un posto dove servono risposte semplici a problemi complessi, è proprio lì.
Il programma? Non c’è bisogno. C’è l’algoritmo. C’è la rabbia. C’è l’indignazione a portata di like. E c’è Frank Mascia, simbolo di un nuovo modo di fare politica: senza partiti, senza sezioni, senza idee. Solo smartphone, dirette, patriottismo prêt-à-porter e quell’irresistibile voglia di diventare virali a tutti i costi.
E noi, da qui, dal nostro angolino di Piemonte, ci guardiamo attorno e pensiamo: ma davvero?
Davvero siamo passati da Camillo Olivetti a Frank Mascia?
Da Piero Gobetti ai badge con scritto “Difensore del Popolo”?
Da Norberto Bobbio a “Ho fatto 200 mila visualizzazioni in una sera”?
Forse sì. Forse è il tempo dei Frank. Dei Bandecchi. Dei politici influencer e degli influencer politici.
E noi non possiamo far altro che registrarlo. Con un po’ di ironia, certo. E anche con un po’ di tristezza.
Ma, dopotutto, se Frank Mascia può diventare capo dei giovani, allora tutto è possibile. Magari il prossimo a Palazzo Chigi sarà uno youtuber di Minecraft. E lui ci crede! Ci crede davvero. Chiede già il voto "per salire" e su Instagram parla addirittura di "fare dell'Italia un impero, il più grande del mondo!".
E in quel caso, almeno, avremo il coraggio di dire: ce lo meritavamo.
Ex parà, imprenditore multitasking, rettore, sindaco, ora anche padre politico di Frank Mascia.
Classe 1961, livornese, ex militare della Folgore e poi imprenditore onnivoro: Stefano Bandecchi è una di quelle figure che nella politica italiana sembrano uscite direttamente da una fiction di seconda serata, ma che invece esistono davvero. E fanno sul serio.
Fondatore dell’Università Telematica “Niccolò Cusano”, una delle prime accademie online in Italia, si è poi allargato al mondo dei media (Radio Cusano Campus, Manà Manà TV), dello sport (presidente della Ternana Calcio, poi anche della sezione femminile), e della comunicazione politica in stile decido io, punto.
Nel 2023 è stato eletto sindaco di Terni con il partito Alternativa Popolare, da lui stesso rilanciato dopo anni di oblio. In consiglio comunale è diventato famoso per i suoi toni sopra le righe, le urla contro i giornalisti, le conferenze stampa in cui salta le regole della grammatica istituzionale, e – celebre tra i celebri – uno sputo in aula dopo una contestazione.
Il presidente della Ternana che sputava in consiglio comunale: non è una metafora, è cronaca.
Nel 2025, non pago, è stato eletto anche presidente della Provincia di Terni, trasformando l’Umbria in una specie di repubblica personale dove può testare le sue idee a metà tra il populismo social e l’autoritarismo casereccio.
Nel frattempo ha fondato il partito personale Dimensione Bandecchi, con cui ha annunciato la sua prossima candidatura alla presidenza della Regione Campania. Una regione, dice, “dove c’è bisogno di concretezza”. Detto da uno che a ogni intervista cambia scaletta, non è chiaro se sia una promessa o una minaccia.
Bandecchi è stato anche coinvolto in indagini fiscali relative alla gestione dell’Università Cusano: un sequestro da 20 milioni per presunta evasione. Ma nel 2025 la Corte Tributaria ha annullato tutto. Come dire: per ora, innocente e più carico di prima.
Il suo stile? Un mix tra teppismo istituzionale e comunicazione a effetto. Si definisce “antipolitico con potere”, litiga con i giornalisti, offende gli avversari, e fa dirette in cui chiama cretino chi non lo capisce. Ama citare Mussolini, ma solo per dire che “non era socialista”. Ama la patria, la divisa, i selfie, la bandiera, le telecamere. E ora ama anche Frank Mascia, di cui ha detto: “Ha gli attributi per fare le ronde”.
Che dire, se non: Bandecchi l’ha fatto ancora.
All’anagrafe Franco Mascia (Frank Mascia) nasce e vive a Settimo Torinese, dove per anni lavora come commerciante ortofrutticolo nella bottega di famiglia. Ma la svolta arriva quando, abbandonati guantoni e bilance, scopre il vero ring della sua vita: TikTok.
Frank inizia a girare per i quartieri con il cellulare puntato su tutto ciò che ritiene sbagliato: ragazzini con i cappucci, bottiglie nei giardinetti, biciclette lasciate male, e — in generale — qualunque segno di degrado urbano. Denuncia, accusa, ammonisce. Si definisce difensore della sicurezza, i follower lo chiamano paladino del popolo. E lui ci crede davvero.
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Nel tempo fonda gruppi dal nome evocativo, come “Angeli del Bene” e “Patrioti Italiani”, organizza ronde civiche e gira video in cui cammina con sguardo torvo tra i palazzi di periferia, bandiera italiana alla mano, in cerca di giustizia (e visualizzazioni).
A Torino arriva anche la reazione ufficiale: la Digos lo indaga per usurpazione di funzioni pubbliche e gli viene notificato un foglio di via. Ma per lui è solo benzina sul fuoco: “Lo Stato ci abbandona, noi ci riprendiamo le strade”.
Frank approda anche a Ivrea, dove si fa vedere tra piazza Boves, via Palestro e piazza Primo Maggio, con tanto di annuncio per un “giuramento alla bandiera” e qualche sguardo perplesso da parte dei passanti. Ma lui tira dritto. Ogni panchina malandata è un affronto, ogni bottiglietta per terra è una sfida.
A livello politico ci prova con la Lega, candidandosi alle comunali di Settimo. Ma qualcosa si rompe subito: “Non era l’esperienza giusta” — dice. E quindi, via di nuovo, da solo, con TikTok come unica segreteria di partito.
Il suo linguaggio è ruvido, diretto, urlato. A tratti grottesco. Ma funziona. Lo seguono in migliaia. È diventato virale. Ed è bastato questo per farlo notare da chi cerca facce nuove, contenuti forti, gente che “piace al popolo”.
Oggi Frank Mascia è stato nominato coordinatore nazionale dei giovani di Dimensione Bandecchi. Un incarico che per lui è un riscatto, una consacrazione, un premio alla perseveranza. E forse anche l’inizio di un nuovo filone della politica italiana: quella che non si scrive nei partiti, ma nei commenti dei reel.
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