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Il gelato più buono d’Italia? Si trova in Piemonte: fan dall’estero per un cono che vale il viaggio

Dalle code mattutine a Torino ai sapori di torrone ad Acqui Terme: così la regione conquista Gambero Rosso e migliaia di palati

Il gelato più buono d’Italia?

Il gelato più buono d’Italia? Si trova in Piemonte: fan dall’estero per un cono che vale il viaggio

Chi cerca il gelato migliore d’Italia deve puntare al Piemonte. A dirlo non è solo la voce popolare, ma anche le classifiche ufficiali: secondo la guida 2025 del Gambero Rosso, dieci gelaterie piemontesi sono state insignite con il massimo riconoscimento dei “Tre Coni”, confermando la regione come una delle capitali italiane dell’eccellenza artigianale. Otto di queste si trovano nell’area torinese, a riprova di un fermento che unisce tradizione, territorio e innovazione, rendendo ogni cono un’esperienza da ricordare.

A Torino, le code iniziano già alle dieci del mattino. In piena estate, aspettare mezz’ora per una coppetta è diventata quasi una tradizione urbana. Succede da Alberto Marchetti, da anni punto di riferimento per chi ama il gelato “come una volta”, ma con guizzi moderni. I suoi gusti semplici e perfetti, come la crema all’uovo, la nocciola delle Langhe o il fior di panna, conquistano anche i puristi.

Eppure, la scena torinese è tutto fuorché statica. Basta entrare in uno dei locali di Mara dei Boschi per rendersi conto di quanto il concetto di gelato sia in evoluzione: gusti vegetali, materie prime biologiche, accostamenti audaci ma equilibrati. Poi c’è Aria, la nuova arrivata, che ha già fatto parlare di sé con una proposta contemporanea e attenta alla sostenibilità: packaging compostabili, filiera corta, ricette leggere ma dense di sapore.

Non è un modo di dire: ci sono turisti che arrivano dall’Albania solo per assaggiare questi gelati, come raccontano alcuni titolari. E il fenomeno non è isolato. Food blogger, appassionati gourmet e semplici curiosi affollano le vie del centro alla ricerca del “miglior cono del Piemonte”. Il perché è semplice: qui ogni gusto ha una storia, una connessione con i pascoli di montagna, le nocciole di collina, il latte di cascina o la frutta degli orti del Monferrato.

E proprio nel Monferrato troviamo due eccellenze fuori Torino. La storica Canelin di Acqui Terme, già famosa per la produzione di torrone, ha trasformato questo legame in un gelato che profuma di festa patronale e ricordi d’infanzia. Mentre Soban a Valenza continua a ricevere premi anno dopo anno grazie alla costanza qualitativa e a una visione che affianca innovazione e rispetto per la tradizione.

Infine, Marco Serra Gelatiere a Carignano. Un nome che suona ancora nuovo per alcuni, ma che per gli addetti ai lavori è sinonimo di precisione, eleganza e pulizia dei sapori. Le sue creazioni puntano tutto su ingredienti eccellenti e tecniche raffinate: gelati setosi, intensi, con zuccheri calibrati e mantecatura perfetta.

A livello nazionale, il Piemonte è secondo solo alla Lombardia per numero di “Tre Coni”, ma il dato va letto con attenzione. Se si guarda alla densità per abitante o alla concentrazione nel capoluogo, Torino è di fatto la città italiana con la maggiore qualità media delle sue gelaterie artigianali. Questo si deve a una scuola storica di pasticceria e gelateria, che ha formato generazioni di professionisti, ma anche a un rapporto diretto con la materia prima: latte, nocciole, cioccolato, miele e frutta arrivano spesso da filiere locali, tracciabili e pulite.

Inoltre, la cultura gastronomica piemontese non ha mai relegato il gelato a un “prodotto per bambini”. Qui si discute di bilanciamento, di origine degli ingredienti, di stabilizzanti naturali, con la stessa serietà con cui si parla di vino o formaggi. È un prodotto artigianale a tutti gli effetti, che richiede tecnica, esperienza e una sensibilità rara.

Se da un lato il gelato rappresenta per molti un linguaggio universale della felicità, dall’altro è un settore che muove numeri importanti. Secondo i dati di Coldiretti, in Piemonte ogni cittadino consuma in media 6 chili di gelato all’anno, e la richiesta di qualità è in costante crescita. L’artigianalità non è più un’opzione, ma un requisito.

E in questo panorama, la regione si è fatta trovare pronta. Dalle scuole professionali ai corsi per gelatieri, dai festival alle collaborazioni tra chef e artigiani, il gelato piemontese è oggi un simbolo di eccellenza gastronomica italiana. Non solo buono, ma consapevole, identitario, creativo.

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