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28 Luglio 2025 - 21:51
A Chieri, capitale mondiale della connettività mancata, Internet è diventato un ricordo, un sogno, una leggenda. Tipo Atlantide, ma con meno acqua e più topi. Sì, topi. Non hacker russi, non sabotator
A Chieri, capitale mondiale della connettività mancata, Internet è diventato un ricordo, un sogno, una leggenda. Tipo Atlantide, ma con meno acqua e più topi. Sì, topi. Non hacker russi, non sabotatori nordcoreani, non blackout da tempesta solare. A sabotare la rivoluzione digitale della tranquilla cittadina piemontese sono stati loro: una colonia di roditori con appetiti high-tech, che evidentemente ha deciso che la fibra ottica è più gustosa del solito formaggio. D’altronde, anche i topi, in tempi di crisi, si aggiornano: altro che groviera, oggi si va di cavo Open Fiber, croccante fuori, multicanale dentro.
I residenti di via Massa e via della Gualderia — che un tempo avevano una vita normale fatta di smart working, videochiamate coi nipoti, e Netflix dopo cena — oggi si aggirano per casa come naufraghi in cerca di segnale, brandendo gli smartphone come amuleti, nel disperato tentativo di captare un’onda, un byte, una molecola di rete. C’è chi ha scoperto che nel bagno, se tieni il telefono a 45 gradi e preghi San Steve Jobs, forse riesci a scaricare due righe di WhatsApp. Altri hanno abbandonato ogni speranza e sono tornati all’età della pietra: libri, lettere, e incredibili fenomeni sociali come… parlare con i vicini.
Nel frattempo, i tecnici di Open Fiber hanno scoperto l’arcano. Non ci voleva Sherlock Holmes, bastava un casco, una pala, e un minimo di senso dell’olfatto. Sotto l’asfalto, invece dei cavi scintillanti della modernità, solo brandelli rosicchiati e resti di cena a base di rame. Una scena del crimine che neanche CSI: Chieri. Ma non preoccupatevi, Open Fiber è corsa subito ai ripari. Ha preso carta e penna (o forse un piccione viaggiatore, visto il contesto) e ha scritto al Comune: "Cari amministratori, mandateci qualcuno a cacciare i topi, perché noi qui rischiamo di diventare lo spuntino successivo”.
E qui entra in scena l’assessore all’innovazione tecnologica, che già di per sé è una figura mitologica: uno che a Chieri dovrebbe portare la città nel futuro, e invece si ritrova a combattere l’età dei ratti. Flavio Gagliardi, con la solennità di chi si appresta a varare il nuovo Piano Marshall, ha dichiarato che la derattizzazione è “affidata a una ditta esterna”, e che “si sta lavorando per capire come risolvere il problema”. Ah, benissimo. Quindi mentre i topi mangiano i cavi, la ditta esterna probabilmente è in ferie, e noi aspettiamo con fiducia che qualcuno “capisca”. Magari dopo una commissione, una perizia, una conferenza dei servizi, e un tavolo tecnico con i sorci.
Il risultato è che, mentre nel resto del mondo si sperimentano droni autonomi, guida assistita, e operazioni chirurgiche a distanza, a Chieri non si riesce nemmeno ad aprire la mail del medico. Perché i topi — creature notoriamente allergiche al digitale — hanno deciso che la fibra è loro. Territorio occupato. Sovranismo roditorio.
Il Comune intanto promette collaborazione, dialogo, intese istituzionali, patti per la rete, probabilmente un’alleanza atlantica con il quartiere di Pessione. Tutto molto bello, ma i cittadini vogliono solo una cosa: una connessione che funzioni, possibilmente senza dover sterminare mezza fauna selvatica per ottenerla.
Forse l’errore è nostro. Abbiamo osato troppo. Abbiamo creduto che bastasse scavare un buco, infilare un cavo, e puff! la modernità sarebbe arrivata anche qui. Invece no. La modernità, prima di tutto, deve fare i conti con la natura. E a Chieri, la natura ha baffi, denti affilati e una dieta ricca di fibra. Ottica.
E così, nell’anno del Signore 2025, Chieri si ritrova offline per colpa di un’invasione di topi. Non un attacco informatico, ma un attacco biologico. Non un bug di sistema, ma un roditore nel sistema. E mentre Open Fiber e Comune si rimpallano la patata — pardon, il topo — bollente, i cittadini masticano amaro. Altro che fibra: qui servono i Croccantini. Per topi. E per politici.
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