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27 Luglio 2025 - 23:24
Giorgio Zigiotto
Nel Consiglio comunale dell’altra sera, Giorgio Zigiotto dei Fratelli d’Italia ha portato in aula un’interpellanza che non è passata inosservata. Tema: il quartiere Borgo Nuovo e lo stato comatoso dei marciapiedi. Ma soprattutto, la logica – anzi, l’assenza di logica – con cui si procede ai lavori. Il dibattito, acceso, ha fatto emergere tutto il paradosso di una città che si dice inclusiva, moderna, progressista… e poi lascia crepe, buche e cordoli killer dove le persone vivono davvero. Quelle con il bastone. Quelle con il passeggino. Quelle con la sfortuna di abitare sul lato sbagliato della strada.
Zigiotto è stato chiaro fin dall’inizio. Niente giri di parole.
“In via Martiri di Belfiore, via Pasubio, via Montegrappa, via Trieste e via Trento i marciapiedi sono stretti, dissestati e difficoltosi da percorrere. In via Fantina, corso Piemonte e via San Martino l’asfalto è un campo di battaglia. I cordoli sono ostacoli, le erbacce crescono indisturbate, la pulizia è un miraggio. E la gente, quella vera, non ne può più.”
Non si è limitato alla denuncia dei disagi, ma ha puntato il dito contro l’approccio a macchia di leopardo dell’amministrazione: “Via Martiri di Belfiore è stata sistemata solo in parte. E in via Fantina i lavori sono ridicoli: due tratti rifatti, il resto abbandonato. Di fronte al civico 40 c’erano buche profonde, e ‘Patrimonio’ ha pensato bene di intervenire… con dei cartelli di carta. È una presa in giro.”
In alcune zone, ha raccontato, i dislivelli tra strada e marciapiede sono veri e propri trabocchetti. Ma il capolavoro è in via Pietro Micca: “A sinistra è tutto rifatto. A destra, invece, c’è di tutto. Anche al cimitero: lato sinistro perfetto, lato destro abbandonato. Mi fate venire dei pensieri…”
E i pensieri, per forza, arrivano. In una città governata da sempre dalla sinistra, dove la sindaca Elena Piastra aggiorna quotidianamente i cittadini sui social con selfie e post trionfalistici, scoprire che quei pochi lavori si concentrano “a sinistra” diventa più che una coincidenza. Sembra un messaggio. Un orientamento politico... messo nero su asfalto. Da un lato si riasfalta, dall’altro si sprofonda.
“La gente mi ferma al mercato – ha raccontato ancora Zigiotto – Mi chiede se deve scrivere direttamente in Comune per ottenere il rifacimento davanti a casa. Alcuni pensano che si vada avanti a simpatia, altri ipotizzano priorità misteriose. Ma la verità è una: non c’è una logica. Si buttano soldi pubblici in lavori fatti male, e la città inciampa.”
E inciampa davvero. Al civico 40 di via Martiri di Belfiore, c’erano tre buche profonde. L’intervento? Foglietti di carta appesi da Patrimonio, l'azienda municipalizzata governata dall'ex socialista Nino Daniel. Un’azione che in certe repubbliche delle banane passerebbe per ironia istituzionale. Qui è solo incuria.
Zigiotto, che su questo tema insiste da tempo, aveva già denunciato il paradosso di via Fantina, dove un lato del marciapiede è stato rifatto con asfalto fresco e compatto, mentre l’altro è rimasto lì: crepato e infestato da erbacce. “Un lato sembra uscito da un bando europeo. L’altro da un bombardamento.”
A rispondere, con tono sereno e manuale delle giustificazioni, è stato il vicesindaco Giancarlo Brino.
“Nel 2022 abbiamo investito 125 mila euro per ripristini parziali. Conosco metro per metro quella zona. Alcune vie sono complesse, costruite negli anni Cinquanta e Sessanta, con marciapiedi stretti e spazi condivisi. Ogni anno spendiamo tra i 200 e i 250 mila euro, ma non tutto si può fare subito.”
Su via Fantina vedi hanno lasciato una buca proprio sulla discesa
Situazione lato dx di via Fantina direzione via Ceres
Lato sinistro. Inizio ripristino
Lavoro interrotto al fondo di via fantina angolo corso Piemon
L' intervento di circa un anno fa. Con tanto di cartello di pericolo. E questa volta hanno iniziato 200 metri più avanti
Ha poi elencato alcune parole d’ordine: “tavoli tecnici”, “PEBA”, “peculiarità da mitigare”. Ma peccato che nessuno sia mai caduto a un convegno. Si cade nei buchi, quelli veri.
Poi è intervenuto l’assessore Alessandro Raso, che ha difeso l’operato della giunta con la consueta enfasi.
“Il Borgo Nuovo sta cambiando come mai prima. In alcune zone non c’è nemmeno lo spazio per realizzare un marciapiede. Stiamo lavorando con gli antropologi per ripensare il piano urbano del traffico. A settembre incontreremo i cittadini.”
Nel frattempo, i cittadini inciampano, si arrabbiano, e si sentono presi in giro. Lo stesso Zigiotto ha rincarato la dose: “... e non parliamo del marciapiede davanti alla scuola: una trappola. In via San Martino gli alberi sono stati tagliati, ma i buchi no: quelli sono rimasti, perfetti per finirci dentro.”
Anna Sanfilippo, del Movimento 5 Stelle, ha provato a riportare il tono su un piano più umano, parlando di dignità e diritti. “L’accessibilità non è solo urbanistica - è intervenuta nel dibattito - È una questione di civiltà. Il PEBA è il nostro strumento guida. Invitiamo tutti al tavolo di lavoro.”
Ma intanto, chi cammina, cammina sul lato sbagliato. In via Ceres? Rifatto solo a sinistra. Corso Piemonte? Stessa storia. Ovunque si giri, l’intervento finisce dove inizia l’ombra della parte destra. Il paradosso urbano è ormai diventato satira. A tratti involontaria.
Eppure Elena Piastra, sui social, ci crede. In uno dei suoi tanti post celebrativi aveva parlato di lavori conclusi in via Ceres e in via Fantina (tratto ‘verso corso Piemonte’). E quel “tratto”, infilato tra parentesi, è tutto ciò che i residenti hanno avuto. Il resto è rimasto lì, come prima, tra le promesse.
Tutto rimandato in attesa di un bando, di un cantiere, di un post. La verità? Settimo cammina zoppa. E a furia di camminare storti, prima o poi si cade.
In una città dove si asfaltano due metri sì e quattro no, dove si taglia l’erba per non disturbare gli insetti impollinatori ma si ignorano disabili, anziani e passeggini, dove si fa comunicazione politica con le ruspe e propaganda con le carriole, l’unica vera barriera rimasta è quella tra chi amministra e chi vive la strada ogni giorno.
E allora, a forza di sentire che “ci stiamo lavorando”, che “ci vuole tempo”, che “è tutto previsto”, viene da chiedersi:
ma in Comune, qualcuno ha mai fatto due passi sul lato destro della strada?
No, perché a sinistra – lo sappiamo – qualcosa s’è fatto.
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