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25 Luglio 2025 - 18:16
Il Prefetto di Torino
Mancano ormai pochi giorni alla scadenza dell’ordinanza firmata dal Prefetto di Torino Donato Cafagna, che ha istituito a Ivrea la cosiddetta zona rossa, una misura straordinaria di vigilanza rafforzata nelle aree più problematiche della città. In vigore fino al 31 luglio 2025, il provvedimento consente alle forze dell’ordine di allontanare immediatamente soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine pubblico e ha già portato, nei mesi scorsi, a migliaia di controlli e decine di ordini di allontanamento per spaccio, aggressioni e reati contro il patrimonio.
Con l’avvicinarsi della scadenza, cresce anche l’allarme tra i cittadini e tra i rappresentanti politici. A farsi portavoce di una richiesta forte e chiara è il consigliere comunale Massimiliano De Stefano. Chiede non solo la proroga del provvedimento fino al 31 dicembre 2025, ma anche una significativa estensione del raggio di azione.
“La città è ancora alla mercé di giovani che ne fanno di tutti i colori. Sospendere adesso l’allerta sarebbe insensato”, afferma De Stefano, che chiede al Prefetto un “intervento urgente per mantenere il livello di sicurezza conquistato in questi mesi”.
Nella sua proposta, il consigliere suggerisce di allargare l’area soggetta a divieto di stazionamento e a controlli straordinari anche al centro storico, all’area adiacente all’ospedale civile e alla zona del Lago San Michele, sempre più spesso segnalata dai residenti come luogo di raduni notturni e episodi di degrado.
“È paradossale che proprio ora, quando i risultati iniziano a vedersi e i cittadini si sentono finalmente un po’ più sicuri, si possa decidere di abbassare la guardia. Sarebbe un messaggio devastante. La città ha ancora bisogno di essere tutelata”, dichiara.
In effetti, i numeri dell’attività di prevenzione e contrasto raccontano di un lavoro costante da parte delle forze dell’ordine, con un’attenta mappatura delle aree più critiche, che attualmente comprendono Corso Nigra, via Pavese, via Dora Baltea, il Movicentro, via Jervis e altre zone limitrofe.
Secondo De Stefano, però, “lasciare fuori il centro storico è miope. È proprio lì che si registrano episodi di vandalismo, bivacchi, spaccio e situazioni di tensione, soprattutto nelle ore serali. Non possiamo fingere che non esistano”.
E ancora più netto è il giudizio sull’area ospedaliera: “Chi entra o esce dall’ospedale, magari in condizioni di fragilità, si ritrova spesso in un contesto poco rassicurante. È inaccettabile”.
La decisione finale spetta ovviamente al Prefetto, che potrà scegliere se prorogare l’ordinanza o se considerare conclusa la fase di emergenza. A quanto risulta, non sono ancora arrivate comunicazioni ufficiali da parte della Prefettura, ma in città si moltiplicano le sollecitazioni da parte di commercianti, cittadini e rappresentanti istituzionali affinché l’attenzione non venga abbassata.
Insomma, il conto alla rovescia è iniziato. Ma la domanda è una sola: Ivrea è davvero pronta a rinunciare al presidio straordinario di legalità che in questi mesi ha migliorato - e non di poco - la vivibilità di alcuni quartieri? Si darà ascolto alle richieste di chi ancora oggi, ogni sera, si guarda le spalle camminando sul Lungodora o in corso Nigra?
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