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24 Luglio 2025 - 15:04
eye.on.palestine (Instagram)
Una emergenza sempre più drammatica e un intervento non più procrastinabile. È a partire da queste premesse che si è attivata Coop per accogliere una richiesta urgente di sostegno da parte di Medici Senza Frontiere (MSF). L’obiettivo prioritario della nuova campagna di raccolta fondi #CoopforGaza è quello di sostenere e potenziare l’attività dell’organizzazione umanitaria in 11 strutture mediche operative a Gaza, tra ospedali, ospedali da campo e centri di salute primaria, per fornire assistenza alla popolazione stremata da mesi di bombardamenti, fame e isolamento.
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MSF è una delle pochissime realtà internazionali ancora presenti nella Striscia, dove operano circa 1.000 operatori e operatrici che, nonostante le difficoltà estreme, continuano a curare tutti coloro che ne hanno bisogno, senza alcuna distinzione. I numeri parlano chiaro: oltre 1 milione di pazienti visitati dall’inizio del conflitto, 23.000 interventi chirurgici effettuati e 13.000 parti assistiti. Tutto questo in un contesto disumano, in cui la chiusura dei valichi di frontiera impedisce l’arrivo degli aiuti umanitari, dove fame e disperazione crescono ogni giorno e dove anche gli ospedali e il personale sanitario sono finiti nel mirino degli attacchi, rendendo sempre più difficile la possibilità di prestare cure efficaci e tempestive.
La campagna #CoopforGaza prende avvio con uno stanziamento iniziale di 500.000 euro deliberato da tutte le cooperative di consumatori aderenti al sistema Coop. A questo importo si affiancheranno, a partire dal 29 luglio 2025, le donazioni di soci e consumatori che vorranno contribuire attraverso un conto corrente dedicato presso Banca Etica (IT77 B050 1802 8000 0002 0000 890). La chiusura della raccolta è prevista per il 30 settembre.
“Un atto concreto per un impegno più ampio a favore della pace e della solidarietà, che sono da sempre nel DNA di Coop” – dichiara Ernesto Dalle Rive, presidente di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). “Tutte le cooperative hanno deliberato all’unanimità questo primo stanziamento, ma ora vogliamo dare anche ai soci e ai clienti la possibilità di unirsi a questo sforzo collettivo. Non illudiamoci di poter risolvere da soli i drammi che colpiscono Gaza, ma possiamo contribuire in modo rapido e concreto a salvare vite umane. Al tempo stesso rinnoviamo il nostro appello al Governo italiano: è urgente riaprire i corridoi umanitari e lavorare instancabilmente per porre fine alle ostilità e garantire la liberazione degli ostaggi israeliani dopo il brutale attacco del 7 ottobre. Una pace giusta resta il traguardo finale da conquistare.”
Una campagna che si colloca, dunque, in una posizione chiara e coerente con i valori cooperativi, ma che arriva anche nel mezzo di un intenso dibattito che, in altre realtà Coop, ha portato al boicottaggio di prodotti israeliani. Cooperative come Unicoop Firenze e Coop Alleanza 3.0, infatti, hanno deciso nei mesi scorsi di ritirare dagli scaffali prodotti come la tahina, le arachidi e i dispositivi Sodastream, generando attenzione mediatica e dibattito interno. A Ivrea, un gruppo di soci e consumatori ha scritto alla presidenza di Nova Coop chiedendo di fare altrettanto, avanzando anche la proposta simbolica di inserire la Gaza Cola, una bevanda palestinese, sugli scaffali.
Tuttavia, la direzione nazionale Coop ha preso le distanze da queste iniziative, riaffermando che “non spetta alle imprese boicottare Israele” e che scelte di questo tipo devono rimanere nelle mani dei singoli consumatori. “Coop non si fa portavoce di posizioni politiche e rispetta le diverse sensibilità dei propri soci. I prodotti in vendita sono legittimamente presenti sul mercato italiano ed europeo”, è stato il messaggio riportato anche in risposta a diverse richieste di ritiro. Una posizione che ha fatto discutere, suscitando critiche da una parte della base sociale che ritiene incoerente, rispetto al Codice Etico della cooperativa, mantenere a scaffale prodotti provenienti da uno Stato accusato di gravi violazioni dei diritti umani.
Al di là del dibattito, però, il sostegno a MSF è una risposta concreta a una tragedia umanitaria senza precedenti, che punta a unire e non a dividere. “A nome di tutta MSF ringraziamo Coop per aver scelto di sostenere i nostri progetti a Gaza” – dichiara Stefano Di Carlo, direttore generale di Medici Senza Frontiere – “Questa donazione si tradurrà in medicinali, garze, attrezzature mediche e nel potenziamento delle strutture sanitarie in cui operiamo. In un contesto in cui il sistema sanitario è letteralmente in fase di smantellamento, con ospedali distrutti o non più funzionanti, queste risorse sono più vitali che mai per garantire cure salvavita a chi ne ha disperato bisogno.”
La guerra continua a colpire i più deboli. Ma ogni gesto di solidarietà — anche il più piccolo — può diventare un’azione di pace.
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