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Ex ospedale di Pont all’asta: nessuno interessato alla gestione

Fallito il tentativo di trovare un gestore per la struttura ex RSA. La giunta comunale ha deliberato l’alienazione dell’immobile l’8 luglio

Ex ospedale di Pont all’asta: nessuno interessato alla gestione

Ex ospedale di Pont all’asta: nessuno interessato alla gestione

Il vecchio ospedale di Pont, poi diventato Residenza per Anziani e chiuso da quasi quattro anni, verrà messo in vendita. Lo ha deliberato la giunta lo scorso 8 luglio, dopo un tentativo per trovare un soggetto che gestisse la struttura in convenzione. Era un tentativo cui la stessa amministrazione comunale attribuiva poche probabilità di successo: all’Avviso Esplorativo per raccogliere eventuali Manifestazioni d’Interesse è arrivata una sola risposta e la commissione esaminatrice ha deciso di non accettarla e di proporre l’alienazione dell’edificio.

Una triste conclusione per questa struttura, che si sarebbe probabilmente potuta evitare affrontando di petto i problemi e cercando una soluzione finché si era in tempo.

Era nata come ospedale e fino agli Anni Sessanta aveva svolto egregiamente i suoi compiti ma, in seguito alle radicali trasformazioni avvenute nel campo dell’assistenza e della cura dei malati, aveva dovuto cambiare pelle trasformandosi in una «Casa di Riposo», come venivano allora chiamate quelle che oggi sono le «Residenze per Anziani». Nulla di strano in tutto questo, è la sorte toccata a buona parte dei piccoli ospedali di paese. Diversa è la conclusione perché, dopo il passaggio dalla gestione del Comune a quella dell’ASL alla fine degli Anni Novanta, l’edificio (anzi il complesso di edifici) era stato abbandonato a sé stesso, benché la concessione prevedesse la manutenzione straordinaria fra i compiti dell’ente gestore. Colpa solo dell’ASL o anche del Comune, che restava proprietario dell’immobile e che avrebbe dovuto controllare?

A tutt’oggi non è ben chiaro anche se la materia è stata ripetutamente oggetto di aspro confronto in Consiglio Comunale. Fatto sta che nell’estate del 2021 era arrivata un’ispezione della stessa ASL inadempiente: aveva rilevato grandi criticità nell’edificio decretandone l’inagibilità ed entro la fine dell’anno gli ospiti erano stati trasferiti ed il personale si era trovato senza lavoro.

Paolo Coppo sindaco di Pont Canavese

I problemi erano capitati abbastanza a proposito visto che l’Azienda Sanitaria Locale (che aveva portato avanti la gestione attraverso il CISS 38) era comunque intenzionata a non rinnovare la convenzione, prossima alla scadenza. Secondo l’allora maggioranza, guidata dal primo cittadino Bruno Riva, le responsabilità andavano attribuite alle amministrazioni precedenti, che non avevano vigilato; secondo la minoranza – di cui faceva parte l’ex-sindaco Paolo Coppo, poi tornato a governare Pont dopo le elezioni della primavera 2024 – il Comune si sarebbe dovuto opporre alla chiusura senza farsi spaventare dalla prospettiva di aprire un contenzioso con un ente potente come l’ASL. Dopo lunghe e complesse trattative, nel febbraio 2022 al Comune di Pont venivano restituite le chiavi di un edificio in cattive condizioni, spogliato di arredi e strumentazioni.

Si doveva cercare una società che lo prendesse in gestione ma vista la situazione appariva alquanto difficile e si era fatta strada, nell’amministrazione Coppo, l’idea di vendere. Si è ancora fatto un tentativo, dopo la sottoscrizione, a fine aprile 2025, di un Accordo di Programma fra Comune ed ASL: il 27 maggio la giunta stabiliva le Linee d’indirizzo ed approvava la bozza di Avviso Esplorativo per individuare operatori economici interessati a gestire la struttura in convenzione; il giorno successivo la Responsabile del Servizio Tecnico emetteva la relativa determina e nominava la commissione giudicatrice.

Ne facevano parte (a titolo gratuito) il segretario comunale dottor Luca Fascio in qualità di presidente; il responsabile del Servizio alla Persona Carlo Araldi come «membro esperto», l’architetto Manuela Mazzei, responsabile dell’Ufficio Tecnico come «componente effettivo» mentre la geometra Romina Bugni veniva designata quale «segretario verbalizzante». Le «Manifestazioni d’Interesse» sarebbero dovute pervenire entro il 30 giugno ed il Comune avrebbe potuto scegliere liberamente se andare avanti avviando una «Procedura ad Evidenza Pubblica» oppure no. Di istanze ne è arrivata una sola e la commissione ha deciso di non passare alla fase successiva non potendo comparare l’offerta con altre. L’8 luglio la giunta ha stabilito di procedere con un’asta pubblica.

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