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24 Giugno 2025 - 12:05
Emozione a Sparone: la famiglia Crosasso inaugura l'espansione di Villa Nerina
È stata inaugurata a Sparone e subito entrata in funzione la nuova ala di Villa Nerina, la residenza per anziani gestita dalla famiglia Crosasso. L’ex-sindaco di Ronco ha fatto le cose in grande per la giornata inaugurale, nel pomeriggio di sabato 14 giugno, invitando cittadini, amministratori, dirigenti sanitari. Erano presenti il direttore generale dell’Asl To4 Luigi Vercellino; il dottor Carlo Bono, direttore del Distretto di Ivrea dell’ASL; il consigliere regionale Mauro Fava e diversi sindaci del territorio, a cominciare da quelli di Sparone, Ronco e Valprato.
Danilo Crosasso rappresenta una figura di peso nel panorama imprenditoriale dell’Alto Canavese: opera nel settore immobiliare, in quello delle Onoranze Funebri, in quello delle Residenze per Anziani con il San Giuseppe di Ronco e Villa Nerina di Sparone. Quest’ultima era stata aperta ex-novo quindici anni fa, in un edificio costruito a fine Anni Settanta, quando in paese c’era richiesta di appartamenti. Era stato in seguito riconvertito in albergo-ristorante con il nome di Villa Nerina, infine acquistato dalla famiglia Crosasso nel 2007 e trasformato in RSA. Negli ultimi anni i posti erano diventati insufficienti e da lì l’idea della nuova ala, vicina alla precedente alla quale è collegata da una galleria pensile.
Il terrazzo coperto di Villa Nerina
“Quando l’abbiamo progettata – ha detto Crosasso – avevamo una finalità: realizzare una struttura per non autosufficienti che non sembrasse un ‘ospizio’, termine che detesto. Sono convinto che la qualità della vita delle persone in una struttura di questo tipo, di per sé problematica per via delle patologie, possa essere resa migliore da un ambiente bello, accogliente, che ricordi la casa e la famiglia. È importante la cucina interna, nostro fiore all’occhiello, ma la differenza vera la fanno i dipendenti, che ringrazio perché il nostro successo è in gran parte merito loro: altamente qualificati, professionali ma soprattutto abituati a lavorare con il cuore. Al di là di tutti i protocolli, nulla potrà mai sostituire la carezza, il sorriso, il bacio, la parola dolce detta ad un anziano: queste cose il nostro personale le fa non perché deve farle ma perché le sente”.
Un altro elogio Crosasso lo ha rivolto all’attuale direttore sanitario, il dottor Maurizio Perardi, ai medici di famiglia oggi in servizio e a quelli ormai in pensione.
“Perardi – ha detto – segue le nostre strutture in modo esemplare e con un modo di fare umano. Quando c’è un problema chiama subito i medici di base e questo è importante: se c’è un rapporto di fiducia le difficoltà si risolvono più facilmente”.
Consegnando un attestato al titolare della ditta che più a lungo ha lavorato al nuovo fabbricato, Crosasso ha dichiarato: “La struttura che inauguriamo oggi è frutto di quattro anni di lavoro, sacrifici, problemi, difficoltà, soddisfazioni. Abbiamo avuto a che fare con tante imprese, che si sono impegnate al meglio. Con il Comune c’è stato un rapporto costruttivo, tanto con l’attuale sindaco che con i suoi predecessori. La stessa cosa è avvenuta con l’ASL, compresa la Commissione di Vigilanza con la quale si era instaurato un rapporto quasi di collaborazione amichevole. Comunque siamo arrivati alla mèta. Ci siamo tutti tranne uno: manca mio papà, che più di chiunque altro questa struttura l’ha voluta e studiata, quasi progettata, seguendone i lavori nella parte più complessa. Sono convinto che ci guardi da lassù e gioisca con noi di questa bella giornata”.
Alla commozione per tale assenza - evidente sui volti di tutta la famiglia – si è accompagnata l’emozione prodotta da un altro ricordo nient’affatto triste: il taglio del nastro del 2010, ad opera delle figlie di Crosasso, che erano ragazzine. Anche stavolta è toccato a loro, oggi impegnate direttamente nella gestione: “È una soddisfazione – ha detto il padre – avere al fianco due figlie ed una moglie che la dirigono con capacità ma soprattutto con il cuore”.
Stessa dedizione ha sempre dimostrato negli anni anche sua madre, che si era tenuta in disparte ma che è poi stata chiamata ad unirsi agli altri.
La prima cittadina di Sparone Anna Bonino ha formulato un auspicio: “La prima inaugurazione era avvenuta in giugno, questa pure: non c’è il due senza il tre…! È un orgoglio per il nostro paese ospitare una struttura come questa e mi ha fatto piacere sentir elogiare l’operato del Comune perché le difficoltà burocratiche, nei piccoli centri, sono davvero tante. Le esigenze dei cittadini sono le stesse che a Torino o a Milano ma il personale no e spesso deve star dietro ad una quantità di pratiche di ogni genere”.
Dopo la benedizione, impartita dal parroco di Sparone don Sergio Noascone insieme a quello di Ronco don Gian Paolo Bretti, i presenti sono stati invitati a visitare la struttura, che mette a disposizione degli ospiti 56 posti letto in convenzione ed 8 per richieste private. Le camere sono singole o doppie, tutte con bagno, distribuite su tre piani.
Alcune, mansardate, sono riservate ai parenti degli ospiti che vogliono rimanere accanto ai propri cari nei loro ultimi giorni. Ogni piano ha zona pranzo, zona soggiorno, una per la lettura, un angolo bar, una reception. Nel seminterrato trovano posto la palestra per fisioterapia, la lavanderia, la sala parrucchiere, poi anche – inevitabilmente – la camera mortuaria e quella destinata alla preparazione delle salme. All’ultimo piano un grande terrazzo coperto consente di ammirare il paesaggio: a parte il vicino cimitero (non propriamente esaltante) si hanno davanti le case del centro storico, la borgata di Bisdonio oltre l’Orco, la rocca arduinica, le verdi pendici delle montagne.
La struttura accoglie anche ospiti per periodi limitati, per percorsi di riabilitazione o durante le ferie dei familiari.
“È una nostra tradizione – ha detto Crosasso – ma l’anno scorso avevamo dovuto rifiutare molte richieste, anche di persone che erano state qui più volte – perché non avevamo più camere disponibili. Ora potremo tornare ad accoglierle”.
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