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Addio a Piero Boano, la voce e il cuore delle Acli di Chivasso

La comunità delle Acli lo ricorda con affetto: “Sempre con la sua chitarra e un sorriso”

Addio a Piero Boano, la voce e il cuore delle Acli di Chivasso

“Ci sono persone che attraversano la nostra vita lasciando una scia luminosa di sorrisi e ricordi: Piero Boano è una di queste.” Così lo ricorda Vinicio Milani, storico volto delle Acli di Chivasso. Ed è difficile trovare parole più adatte per raccontare il dolore, profondo e sincero, che accompagna oggi l’intera comunità aclista. Piero Boano, 83 anni, è mancato all’improvviso. Con lui se ne va una parte autentica, generosa, musicale di una storia fatta di impegno sociale, di legami veri, di vicinanza umana.

Era amico di tutti, “una presenza costante e fedele fin dai tempi della Gioventù aclista, a fine anni ’60”, continua Milani. E quella fedeltà non era mai silenziosa: aveva il suono della sua chitarra inseparabile, la forza di una risata che scioglieva ogni imbarazzo, il calore di una stretta di mano. Piero non era uno che faceva rumore, ma uno che faceva bene. Sempre. E ovunque servisse.

“Non c’era bisogno di chiedergli nulla: lui c’era. Sempre.” La voce del presidente del Circolo Acli di Chivasso, Francesco Laterza, è rotta dalla commozione. Non è solo il presidente che parla, è un amico che saluta un compagno di strada. E nella sua testimonianza c’è tutta la gratitudine per un uomo che ha fatto della semplicità una forma di servizio. “Piero non era una presenza appariscente, ma era una di quelle figure silenziosamente indispensabili, capaci di scaldare un ambiente con una risata, una canzone, una semplice stretta di mano.”

Piero Boano con gli amici delle Acli di Chivasso

Boano è stato protagonista di tante iniziative, feste, momenti comunitari. Ma il luogo dove la sua assenza peserà di più è l’Alzheimer Café: lì non era solo un musicista, ma un amico vero per chi affrontava la malattia e il dolore. La sua chitarra non era sottofondo, era abbraccio. La sua presenza, mai invadente, riusciva a creare spazi di pace anche nei momenti più fragili. Lo ricordano i familiari degli ospiti, lo ricordano i volontari, lo ricorda chi ha incrociato il suo sorriso.

“Trasformava ogni incontro in una piccola festa e ogni difficoltà in un’occasione per riscoprire la forza della comunità”, scrive ancora Vinicio, stringendo in poche righe tutto ciò che Piero Boano è stato: un generatore instancabile di umanità.

Amava la musica, sì, ma amava soprattutto le persone. Non faceva nulla per sé. Offriva tempo, voce, presenza. E proprio per questo era tanto amato. “Lo ricordiamo con affetto mentre canta uno dei suoi classici, mentre sorride dopo una battuta ben riuscita, mentre accorda la chitarra prima di iniziare una serata all’Acli”, scrive Laterza, con il cuore pesante ma grato.

Oggi la comunità perde un punto di riferimento. Ma resta l’eredità immensa di un uomo che ha saputo donarsi. Senza proclami, senza pretese. Con la forza dolce di chi crede davvero nella bellezza dello stare insieme.

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