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Salute
16 Luglio 2025 - 11:29
Dormi poco e ingrassi, anche se mangi bene e fai sport: ecco perché succede davvero
Puoi mangiare sano, allenarti ogni giorno, contare le calorie e scegliere con cura ogni spuntino, ma se non dormi bene, il tuo corpo farà comunque fatica a dimagrire. Un'affermazione che suona provocatoria, eppure è supportata da una crescente mole di studi scientifici: il sonno non è più un elemento secondario della salute, ma un fattore centrale nel metabolismo, nella digestione e nella regolazione ormonale. Eppure, nella società dell’iperconnessione, dormire bene sta diventando sempre più un privilegio raro.
Secondo la Società Spagnola di Neurologia, quasi una persona su due non dorme abbastanza. Una statistica che si riflette fedelmente anche in Italia, dove notti agitate, risvegli continui, jet lag sociali e schermi accesi fino a tardi sono ormai all’ordine del giorno. Ma quali sono le conseguenze reali di questo comportamento cronico? La risposta arriva da medici e scienziati che mettono in evidenza un meccanismo tanto semplice quanto allarmante: dormire poco altera tutto il funzionamento dell’organismo.
Uno dei primi effetti di una notte insonne è un cervello più lento e una concentrazione ridotta. Ma dopo appena tre notti di sonno disturbato, secondo il medico epigenetista Alexandre Olmos, il corpo entra in una sorta di “modalità di emergenza”: rallenta la digestione, inizia a trattenere liquidi, produce ormoni dello stress come il cortisolo e va a intaccare il metabolismo. Come se non bastasse, il cervello comincia a chiedere più zuccheri per compensare la stanchezza. Il risultato è un cocktail micidiale: gonfiore addominale, fame nervosa e aumento di peso, anche in assenza di eccessi alimentari evidenti.
In questo scenario, non conta solo quanto dormiamo, ma come dormiamo. Il cosiddetto “sonno rigenerante” è quello continuo, profondo e sincronizzato con il ritmo circadiano, cioè il ciclo naturale luce-buio. Dormire a intermittenza, spegnere la luce dopo ore davanti a uno schermo, o addormentarsi con la TV accesa compromette gravemente la qualità del riposo, interrompendo i cicli REM e riducendo il tempo dedicato alla rigenerazione cellulare e al riequilibrio ormonale.
Un ulteriore tassello di questo puzzle è il legame ormai accertato tra sonno e intestino. Una ricerca dell’Università di Uppsala, in Svezia, ha dimostrato che una sola notte senza dormire rende le cellule adipose più resistenti all’insulina, esattamente come accade nei soggetti con sindrome metabolica. Inoltre, il microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei batteri che popolano il nostro intestino, cambia radicalmente dopo notti insonni: calano i ceppi benefici e aumentano quelli associati a infiammazione e disordini alimentari.
Non meno importante è il ruolo della melatonina, spesso vista solo come una pastiglia naturale per dormire. In realtà è un ormone chiave che regola non solo il ritmo sonno-veglia, ma anche la motilità intestinale e la rigenerazione della mucosa. Quando la sua produzione viene inibita da cattive abitudini (luce blu, stress, caffeina), l’intestino ne risente, rendendo più difficile smaltire i nutrienti e mantenere un peso stabile.
Cosa fare dunque? Gli esperti parlano chiaro: serve un approccio consapevole al sonno, da trattare come un pilastro della salute e non come un optional da sacrificare in nome della produttività o dell’intrattenimento serale. Dormire bene significa prevenire obesità, diabete, problemi digestivi e ansia. Significa anche rispettare il proprio corpo, i suoi segnali, le sue esigenze. Significa scegliere il silenzio, il buio e il riposo come atti quotidiani di cura di sé.
Ecco perché, se ti stai chiedendo perché la bilancia non si muove, anche dopo settimane di dieta ed esercizio, forse dovresti iniziare a guardare l’orologio. E spegnere lo smartphone mezz’ora prima di andare a letto.
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