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15 Luglio 2025 - 22:48
Il signor Dino Castagno Laré durante lo scoprimento della targa
Sabato 28 giugno, nella frazione Castagno di Coassolo, immersa nel verde delle Valli di Lanzo, si è celebrata la tradizionale Messa estiva alla Cappella di San Giovanni. Un appuntamento semplice, ma carico di significato per la comunità locale e per i villeggianti che ogni anno tornano a popolare questa porzione di montagna, riscoprendone i luoghi del cuore.
La celebrazione è stata officiata da Don Giuseppe Costamagna, alla presenza di un’assemblea composta e partecipe. Davanti alla piccola cappella in pietra, tra sguardi familiari e mani intrecciate in preghiera, si è respirata un’atmosfera raccolta, fatta di silenzi pieni e parole misurate, di gesti che non hanno bisogno di spiegazioni.
Come da tradizione, al termine della funzione è stato distribuito il pane benedetto. Ma il momento più toccante è arrivato subito dopo, quando Dino Castagno Laré, visibilmente emozionato, ha scoperto la nuova targa che ha deciso di donare alla cappella. Un’iniziativa nata dal desiderio di lasciare un segno concreto, un atto di riconoscenza verso un luogo che da sempre accompagna la vita della frazione.
La targa riporta il nome della località, i santi titolari, l’altitudine del sito e il secolo di costruzione dell’edificio. Una sorta di carta d’identità, pensata non solo per chi già conosce la cappella, ma anche per gli escursionisti che attraversano i sentieri della zona e si imbattono in questo piccolo gioiello di fede e memoria. È un gesto che racchiude il valore del custodire, del tramandare, del rendere visibile ciò che troppo spesso resta nascosto.
La Cappella di San Giovanni, del resto, non è solo un edificio religioso. È parte integrante della storia del luogo, espressione di un’architettura vernacolare sobria e resistente, segno tangibile di una devozione silenziosa, ma radicata. E la targa – voluta, pensata e realizzata da chi in questi luoghi è cresciuto – ne racconta l’identità con precisione e rispetto.
In un tempo in cui tutto sembra effimero, dove spesso si dimentica anche ciò che è vicino, fermarsi davanti a una cappella di montagna, partecipare a una messa all’aperto, guardare una targa che dice “qui, da secoli, c’è qualcosa che resiste”, non è un gesto banale. È un modo per dire che la memoria conta. Che le comunità, anche le più piccole, hanno radici profonde. Che c’è chi sceglie di ricordare, e di farlo insieme.
Un momento della cerimonia
La Cappella di frazione Castagno
La targa donata dal signor Dino Castagno Laré
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