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Agricoltura
15 Luglio 2025 - 15:42
Trappole contro l’insetto killer: il Piemonte dichiara guerra alla Popillia japonica
Il Piemonte alza il livello di allerta e passa al contrattacco. Con il lancio ufficiale del piano d’azione 2025 contro la Popillia japonica, la Regione mette in campo un dispositivo articolato per contrastare la diffusione di questo coleottero asiatico, diventato negli ultimi anni un incubo per l’agricoltura e il verde urbano.
La risposta, affidata al settore fitosanitario della Regione Piemonte in sinergia con Ipla (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente), si inserisce in una strategia interregionale coordinata anche con Lombardia, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Liguria. Il cuore del piano è l’installazione di 1.200 trappole a ombrello, dotate di rete impregnate con insetticida e collocate nei punti sensibili delle zone agricole e periurbane.
Il meccanismo è tanto semplice quanto mirato: “attract and kill”, attirare e uccidere. Le trappole, progettate con esche specifiche, colpiscono solo l’insetto target e sono corredate da cartelli informativi per scoraggiare spostamenti o vandalismi. In parallelo, un’altra rete di trappole di monitoraggio settimanale raccoglierà dati per misurare l’andamento delle popolazioni nei punti più critici, in particolare nel Canavese, già duramente colpito negli scorsi anni.
La Popillia japonica, coleottero originario del Giappone e segnalato per la prima volta in Italia nel 2014, si è diffusa con rapidità impressionante, favorita dai cambiamenti climatici, dalla mobilità commerciale e dalla mancanza di predatori naturali. Il suo ciclo vitale prevede lo sfarfallamento tra fine giugno e inizio luglio, con un picco di attività che si concentra nei mesi estivi. Gli adulti si nutrono di oltre 300 specie vegetali: tra le preferite ci sono vite, mais, nocciolo e melo, ma anche piante ornamentali, rose e tappeti erbosi.
Le conseguenze sono devastanti, sia dal punto di vista agricolo che ambientale. Le foglie vengono completamente scheletrizzate, le piante indebolite, i raccolti compromessi. E i costi per contenere i danni salgono anno dopo anno, aggravando il bilancio già fragile di molte aziende agricole.

Ma il piano 2025 non si limita all’uso di trappole. Prevede anche una serie di raccomandazioni tecniche differenziate per le diverse situazioni. Nelle aree coltivate si punta su interventi mirati con insetticidi già in uso contro altri fitofagi, ma solo dove strettamente necessari. Per i piccoli frutti è consigliata la copertura con reti anti-insetto, mentre in regime biologico si può ricorrere al caolino, una sostanza naturale che rende meno attrattive le foglie.
Nel caso dei giardini privati, dove il contenimento con mezzi professionali è più complesso, gli esperti suggeriscono un approccio naturale: la raccolta manuale nelle ore fresche del mattino, quando gli adulti sono meno attivi. Una strategia semplice ma efficace, già sperimentata con successo da numerosi cittadini volontari in diverse province.
Per i prati e i tappeti erbosi – spesso bersaglio delle larve, che si nutrono delle radici – viene consigliata invece l’applicazione, tra fine agosto e metà settembre, dei nematodi entomopatogeni: si tratta di microrganismi utili, del tutto innocui per persone e animali domestici, in grado di infettare e uccidere le larve del coleottero nel terreno.
L’approccio della Regione Piemonte è quindi duplice: da un lato intervento massivo coordinato e monitorato sul territorio, dall’altro sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione, che viene invitata a partecipare attivamente al contenimento della Popillia, ma senza improvvisare. In particolare, viene sconsigliato l’uso di trappole nei giardini privati, perché potrebbero fungere da attrattori, peggiorando la situazione e aumentando i danni alle piante vicine.
Il messaggio è chiaro: solo un’azione coordinata può fermare la diffusione di questo insetto invasivo. L’appello è rivolto anche agli enti locali, ai consorzi agricoli e alle associazioni di categoria, affinché il piano venga attuato in modo omogeneo.
Il sito della Regione Piemonte ospita una sezione dedicata, aggiornata con i dati di monitoraggio, le mappe delle zone infestate, le istruzioni per l’identificazione della Popillia e i suggerimenti per la difesa integrata. I cittadini sono invitati a non spostare le trappole e a segnalare eventuali anomalie o nuove infestazioni attraverso i canali istituzionali.
L’operazione trappole, però, è solo il primo passo. A medio termine, la strategia della Regione punta a ridurre la presenza della Popillia in modo sostenibile, senza compromettere la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi. Proprio per questo si insiste su un uso ridotto e mirato degli insetticidi, evitando trattamenti indiscriminati che potrebbero danneggiare insetti impollinatori o altri organismi utili.
In definitiva, quella contro la Popillia japonica non è solo una lotta contro un parassita, ma un banco di prova per la capacità del sistema agricolo e ambientale piemontese di reagire in modo integrato, scientifico e responsabile. Una sfida complessa, ma non impossibile, se affrontata con competenza, coordinamento e partecipazione.
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