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13 Luglio 2025 - 15:09
San Giorgio, Cuceglio e Agliè in tribunale: la battaglia legale per il libero passaggio a Cascina Grecia
I cartelli e le recinzioni comparsi all’improvviso nel 2022 hanno acceso una miccia che oggi sfocia in un’azione legale congiunta. I Comuni di San Giorgio, Cuceglio e Agliè si sono rivolti al Tribunale civile di Ivrea per difendere un diritto che considerano antico quanto il territorio stesso: il libero passaggio attraverso Cascina Grecia, su una strada interpoderale che ha sempre collegato fondi agricoli e comunità.
Il nodo è la proprietà privata su cui insiste la strada. Secondo i tre Comuni, il tracciato – sebbene formalmente intestato a privati – è stato per decenni utilizzato senza limitazioni da chi praticava attività sportive o semplicemente desiderava camminare o pedalare in mezzo alla natura. Un percorso diventato abitudine, se non tradizione. E quindi, per i legali incaricati – gli avvocati Pio Coda ed Elena Bocchietti – la situazione ricade nell’ambito della “servitù di passaggio”: un diritto acquisito dalla collettività attraverso l’uso costante, indisturbato e consolidato nel tempo.
Il Comune di San Giorgio lo ha chiarito nella delibera di nomina degli avvocati, facendo riferimento alla natura pubblica del passaggio: una strada "oggetto di passaggio pedonale e veicolare indiscriminato, consolidatasi nel tempo come servitù pubblica, in grado di collegare fondi agricoli e facilitare l’accesso tra le comunità".
In passato, Cuceglio aveva già tentato una mediazione individuale. Ma di fronte al fallimento del tentativo e all'aumento delle segnalazioni dei cittadini, l’amministrazione locale ha deciso di unirsi all’azione coordinata insieme agli altri due municipi.
Il sindaco di Cuceglio ha spiegato che le tre amministrazioni si sono trovate subito d’accordo nel ritenere la strada una via storicamente utilizzata dai cittadini, a prescindere dalla proprietà formale. A suo giudizio, si tratterebbe di un diritto radicato nella consuetudine, esercitato liberamente per generazioni. Ricorda che un primo tentativo di accordo con la proprietà aveva portato a individuare una viabilità alternativa, mai però sistemata in modo adeguato. E proprio le lamentele crescenti da parte dei residenti hanno reso inevitabile, a suo dire, l’azione legale.
Ora si tenterà nuovamente la via della conciliazione, anche se le possibilità di successo appaiono deboli dopo il precedente fallimento. In caso contrario, sarà il tribunale civile di Ivrea a stabilire se i cittadini delle tre comunità possano ancora percorrere liberamente quel tratto di terra battuta, oppure se dovranno riconoscere il primato della proprietà privata e cambiare abitudini.
La vicenda mette in luce un conflitto sempre più ricorrente tra uso collettivo e proprietà individuale, specie in aree dove le pratiche del passato si scontrano con nuove esigenze, interessi o visioni del territorio.
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