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11 Luglio 2025 - 16:29
C’è una strada che da Ciriè porta lontano, attraversa tutta l’Italia e termina, simbolicamente, a Terrasini, piccolo comune siciliano affacciato sul mare, a due passi da Palermo. È lì che si è svolta, dal 28 giugno al 5 luglio, l’edizione 2024 dei Campionati Italiani Giovanili di scacchi – il celebre CIG, acronimo noto a chiunque pratichi o respiri l’ambiente delle 64 caselle.
E da Ciriè, quella strada, l’hanno percorsa in dodici, accompagnati da istruttori, genitori, fratelli. Un’intera piccola carovana per vivere il momento più atteso della stagione: la finale nazionale che raccoglie, ogni anno, i migliori under 18 d’Italia. I migliori, certo. E tra questi, ben 14 qualificati dal Circolo Scacchi Ciriè – seconda società in Piemonte solo alla storica Scacchistica Torinese – di cui 12 hanno partecipato realmente alla trasferta. Un dato che, da solo, racconta la vitalità e la solidità di un movimento cresciuto in silenzio, ma con metodo e visione.
Il gruppo è stato guidato da Silvano Saccona e Roberto Risso, entrambi in doppia veste: Silvano come genitore, Risso come capo delegazione dell’intera spedizione piemontese, composta da ben 71 giovani giocatori. E proprio il Piemonte, in questo scenario tricolore, ha confermato il proprio peso scacchistico. Non solo ha portato tanti nomi in gara, ma ha vinto due titoli nazionali: il primo con Tommaso Loberti (U10) da Alessandria, il secondo con la torinese Amaliya Manco (U16F). Una doppietta che ricalca quella dell’anno precedente, quando si imposero Alessandro Bisetto (U8) e la ciriacese Rebecca Tarricone (U10F).
E a proposito di Rebecca: la giovanissima portacolori del Circolo, al suo esordio nella categoria U12, si è confermata ai massimi livelli, chiudendo al 10° posto su 172 partecipanti, con 6 punti in 9 turni. A precederla, solo atlete di un anno più grandi. Un risultato che non è passato inosservato, e che conferma il valore nazionale di una scacchista cresciuta proprio nelle aule del Circolo di Ciriè.
Ma non è stata la sola. In campo femminile, si è distinta anche la torinese Chiara Caprioli, nona nella categoria U18, mentre tra i ragazzi è arrivato settimo Erik Piccinini (U12) da Novi Ligure. In U10, grande soddisfazione per il terzo posto del cuneese Stefano Bertone e il quarto posto di Alessandro Bisetto, che – in caso di vittoria nell’ultimo turno, finito in patta contro il secondo classificato – avrebbe potuto centrare una clamorosa doppietta personale e trascinare il Piemonte a un podio interamente regionale. Un dettaglio, certo, ma che racconta quanto il movimento giovanile piemontese sia competitivo a livello nazionale.
Ciriè, però, non si è fermata a Tarricone. Nella difficilissima categoria U14, con 212 concorrenti, tra cui molti Candidati Maestri e giocatori di Prima categoria nazionale, si sono messi in evidenza Niccolò Capucchio e Flavio Perino. Capucchio, con 5,5 punti su 9, ha ottenuto la categoria 2N e un incremento di 50 punti Elo, risultando il migliore tra i piemontesi. Perino ha chiuso con 5 punti, più della metà del bottino disponibile: numeri che valgono.
Il torneo, va ricordato, è il più importante in assoluto per il settore giovanile. I numeri parlano chiaro: 1258 atleti, 19 Regioni, 88 Province rappresentate, 204 Società sportive dilettantistiche. In questo contesto, la presenza massiccia di atleti del Circolo di Ciriè è di per sé una notizia. Ma se a questo si aggiungono i risultati ottenuti, allora si capisce perché questa trasferta rappresenti una delle pagine più significative nella storia recente del circolo.
E poi c’è il valore della partecipazione. Anche i ragazzi che non sono saliti nei primi dieci posti hanno dato battaglia: Simone Migliorisi e Kevin Scaffidi (U16), Edoardo Massa e Alessandro Orlotti (U14), Nadia Bisca, Tania Moretti e Silvia Paris (U14F), Nicolò Stellardi (U12) e Sara Saccona (U12F), hanno tutti chiuso tra i 3 e i 3,5 punti. Numeri che, in un contesto nazionale, significano serietà, preparazione, passione. E soprattutto confermano che la qualificazione non è un traguardo casuale, ma il frutto di un lavoro costante, a lungo termine.
Lo si è visto anche fuori dalle sale da gioco: la spedizione ciriacese ha viaggiato compatta, motivata, accompagnata da un gruppo affiatato di famiglie e tecnici, che hanno saputo unire l’aspetto sportivo a quello umano. Una “trasferta” vissuta come esperienza formativa e collettiva, lontano da casa, ma nel nome di una passione condivisa.
Ciriè, in fondo, non è nuova a queste imprese. Ma questa edizione del CIG segna qualcosa di più: una continuità, una base solida, un’identità sportiva che si rafforza ogni anno, e che – a giudicare dai risultati – fa scuola. Le giovani promesse cresciute tra i tavoli del circolo hanno dimostrato di poter competere con i migliori, con risultati, maturità e rispetto. E questo, nel mondo degli scacchi, vale quanto una vittoria.
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