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Lacrime, costine e cadute: il Pd di Settimo festeggia il funerale anticipato della sindaca

Alla festa del Partito Democratico si parla solo di chi verrà dopo Piastra (tra quattro anni), si piange in pubblico, si cade dalla sedia e si complotta come nei peggiori spin-off del Trono di Spade

Lacrime, costine e cadute: il Pd di Settimo festeggia il funerale anticipato della sindaca

Nicolò Farinetto

C’è chi piange, chi trama, chi cade dalla sedia. Non è la sceneggiatura di una tragicommedia, è la festa del Partito Democratico di Settimo Torinese, andata in scena al parco Berlinguer.
Vabbè, festa… Più che altro la fine di un’epoca, come solo le costine vendute a 13 euro hanno saputo dimostrare.
Anzi no, un pre-funerale, visto che tra i discorsi che vanno per la maggiore c’è quello sulla fine dell’era Piastra — e tutto questo nonostante manchino quattro lunghissimi anni.

Già, quattro anni. Ma nel Pd locale, evidentemente, il tempo scorre in modo diverso. E così, mentre i cittadini si interrogano su asfalti, scuole e autobus in ritardo, nel partito l’unica vera urgenza è: chi verrà dopo Elena Piastra?

La sindaca, concentrata com’è a guadagnarsi un posto al sole in Regione, intenta a tenere buoni tutti, nascondendo sotto la cenere scandali, polemiche, coltelli e patatine, a un certo punto è scoppiata in lacrime. Emozione? Stress? Presagio? Forse tutto insieme.

Lei piangeva, qualcuno la consolava, ma di sottofondo restavano i discorsi sulle successioni e le alleanze future. Insomma, più che il parco Berlinguer, il set di una puntata de Il Trono di Spade.

Umberto Salvi

Umberto Salvi

E i nomi? Sempre gli stessi, da cinque anni a questa parte. Come le repliche estive in TV.
C’è Luca Rivoira, oggi presidente del Consiglio comunale: giovane, elegante, misurato.
C’è Daniele Volpatto, l’ex assessore che aveva salutato con un discorso (e qualche veleno) alla Festa dell’Unità del 2024.
C’è Caterina Greco, oggi ben piazzata in Città Metropolitana, con un piede a Torino e l’altro a Settimo, in cerca di una corrente che possa darle le soddisfazioni dei “Gallo” finiti nel tritacarne mediatico di un’inchiesta giudiziaria finita a processo.

E poi c’è il “cocco della sindaca”. O per lo meno quello che Elena Piastra starebbe spingendo sottotraccia. Lui è Umberto Salvi, assessore al Sociale, medico, competente, sobrio, riflessivo. Ma anche, dicono i maligni, un tantino noioso.
Sarà lui a spuntarla? Boh…, come direbbe uno stratega dem in crisi di idee.

Ci vorrebbe un segretario cittadino. O meglio: ci vorrebbe uno che non sia Nicolò Farinetto.
Lo scorso anno aveva annunciato un passo di lato, poi aveva deciso di restare ben piantato sulla sedia.
Peccato che proprio quella sedia, in una delle giornate di festa, abbia ceduto sotto di lui, mentre dondolava felice in compagnia della figlia della sindaca.
Un segno? Un presagio? Per molti, una perfetta metafora del Pd di “Bombolo”: ondeggia, traballa, vacilla e alla fine capitombola

Insomma, si è chiuso il sipario sulla festa del Pd e anche nell’edizione 2025 si è pianto, si è inciampato, si è complottato.
E forse è questo il vero spirito del partito oggi: vivere ogni evento come un congresso, ogni sedia come un’elezione, ogni lacrima come un comunicato stampa.
E mentre il mondo gira, Settimo si prepara – con 48 mesi d’anticipo – alla prossima corsa. Perché il potere logora… solo chi arriva tardi alla grigliata.

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