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06 Luglio 2025 - 16:47
Antonov atterra a Torino Caselle
Il gigante è tornato. L’Antonov An-124 Ruslan, il più grande aereo cargo del mondo attualmente operativo, ha toccato terra a Torino Caselle, dove resterà fino a domani mattina per delle "speciali operazioni di carico", come ha comunicato Sagat, la società di gestione dello scalo. La sua sagoma imponente, con il muso sollevabile per accedere all’enorme stiva, ha già attirato decine di appassionati e fotografi, pronti a immortalare una macchina volante che non passa certo inosservata.
Ma se per molti questo è uno spettacolo raro e affascinante, per altri lo stesso aereo evoca un dolore che non si cancella. Era l’8 ottobre 1996 quando un altro Antonov An-124, il volo Aeroflot 9981, si schiantò nei campi di San Francesco al Campo, a pochissima distanza da Caselle. Doveva caricare auto di lusso destinate al sultano del Brunei, ma la manovra di riattacco alla pista 36 si rivelò fatale. L’aereo colpì gli alberi e precipitò su una cascina abitata.
Le immagini della tragedia
Morirono in quattro. I due piloti russi, Oleg Pripouskov e Alexander Ougromov, e i coniugi Fiorentino Martinetto e Maria Perucca, che si trovavano nella loro casa. “I nostri genitori non avevano mai preso un aereo in vita loro e morirono in modo così assurdo”, raccontarono i figli Giusi e Mauro Martinetto. Il corpo del padre fu recuperato sotto le macerie nel pomeriggio. Quello della madre venne ritrovato quasi una settimana dopo.
Le immagini del disastro fecero il giro del mondo. L’inchiesta della Procura di Ivrea e del Ministero dei Trasporti ricostruì una tragica catena di errori: pista accorciata per lavori, ILS operativo solo in parte, manovra decisa troppo tardi, comunicazioni carenti tra comandante e co-pilota, mancata disattivazione degli inversori di spinta, esperienza insufficiente del comandante su quel tipo di aereo civile. Il bilancio finale fu di quattro morti, tredici feriti e una lunga revisione delle procedure di sicurezza per l’aeroporto torinese.
Oggi l’Antonov è tornato, e con lui il contrasto di emozioni. Da una parte la meraviglia per la potenza ingegneristica dell’aereo, dall’altra il ricordo di un silenzio spezzato nel peggiore dei modi. Per qualcuno è solo un gigante d’acciaio, per altri il simbolo di una ferita mai rimarginata.
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