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04 Luglio 2025 - 16:58
 
												Un'altra area commerciale a Chivasso: sorgerà all'ex Consorzio Agrario. Se ne sentiva il bisogno?
La piastra commerciale Bennet a nord della ferrovia. La galleria della Coop ad est della città. Una sfilza di supermercati più o meno vicini al centro storico e, ora, la notizia che è in arrivo un'altra piattaforma commerciale a sud di Chivasso.
Sì, avete capito bene.
Una piattaforma commerciale con un Burger King, un Kik e, forse, un Tigotà. È questa la “visione di sviluppo” della Giunta comunale di centrosinistra guidata da Claudio Castello per l’area dell’ex Consorzio Agrario, all’angolo tra via Isonzo e via Po, alle porte della città.
Sparisce il progetto di un quartiere residenziale: al posto di un Piano Esecutivo Convenzionato mai realizzato per 70 alloggi, il Comune ha approvato un Permesso di Costruire Convenzionato che di fatto trasforma radicalmente la destinazione d’uso dell’area.
Il privato demolisce, costruisce tre grandi superfici commerciali e, in cambio, rifà l’asfalto e qualche marciapiede.
La delibera n. 147 approvata il 26 giugno scorso dalla Giunta, composta oltre che dal sindaco anche dagli assessori Chiara Casalino, Pasquale Centin, Fabrizio De Bernardi, Cristina Varetto e Gianluca Vitale, è chiara: si dà il via libera alla società Argin Immobiliare Srl, proprietaria del comparto, a realizzare un nuovo polo commerciale. In cambio, la società si accolla qualche opera di urbanizzazione a scomputo (tra cui attraversamenti pedonali, marciapiedi e il rifacimento di una porzione del cortile della scuola Cosola). Ma il punto non è questo.
Il punto è che si rinuncia, per sempre, a immaginare un uso alternativo di quell’area strategica per la città. Un’occasione persa? Certamente. C'era un'altra possibilità di sviluppo per l'ex Consorzio Agrario? Può darsi.
Andiamo a vedere.

L'ex Consorzio Agrario di Chivasso oggi
L’intervento, secondo quanto riportato nella relazione tecnica, prevede la costruzione di due fabbricati commerciali.
Il primo, destinato a ospitare quasi certamente un ristorante Burger King, con tanto di servizio drive-through. Il secondo ospiterà, salvo sorprese, un Tigotà, marchio specializzato in prodotti per la cura della casa e della persona, e un punto vendita Kik, noto discount tedesco del vestiario low-cost. Tutto già visto, tutto già esistente altrove. E, soprattutto, tutto già in eccesso.
Chivasso è una città già piena di supermercati, discount, ristoranti fast food e grandi insegne. Dall'area Bennet di strada Torino alla zona commerciale della rotonda del Carrefour, passando per l'ipermercato di via Caluso e la Coop al Borgo Sud Est, l’offerta è ridondante e in competizione diretta con i negozi di vicinato, quelli che resistono con fatica in via Torino, via Roma e via del Collegio. Se s'aggiunge la vicinanza con i grandi centri di Settimo Torinese e di Torino, bè è chiaro che di piastre commerciali proprio non c'è penuria. Anzi.
E allora la domanda sorge spontanea: perché un’altra piattaforma commerciale? A chi serve? Di sicuro a chi investe. Di certo non a chi sogna una città più vivibile, equilibrata, rispettosa del suolo e del commercio locale.
Certo, l’area è degradata. Certo, i fabbricati dell’ex Consorzio Agrario sono in rovina e infestati dai topi.
È questo l’argomento preferito del sindaco Claudio Castello, che sui social piazza like a chi difende l'intervento del Comune, bollando come “intelligente” solo chi approva le sue scelte e come chissà cosa tutti gli altri.
Ma un sindaco lungimirante dovrebbe fare altro. Dovrebbe avere una visione strategica, attrarre investitori che portino valore, e non solo fatturati da replicanti di un modello consumistico ormai ampiamente abusato.
E il centro storico? Evidentemente, ringrazia. Come ringraziano i commercianti che ogni giorno aprono le saracinesche a fatica e che lottano per contrastare lo svuotamento delle vie tradizionali dello shopping.
Eppure, su quell’area, anni fa si era pensato altro. Il PRGC la indicava come zona 2.2av, ovvero residenziale esistente. Era previsto un intervento da 70 alloggi. Mai partito, per ragioni legate al mercato e agli investitori. Ma anziché ripensare con coraggio una destinazione sostenibile – magari un mix di edilizia abitativa con servizi di prossimità, spazi pubblici, verde, coworking o housing sociale – si è scelto l’approdo più banale e redditizio: la grande distribuzione.
Certo, il Comune incasserà qualcosa. Non in soldi, ma in lavori: l’asfaltatura delle vie confinanti (esclusa via Po), l’illuminazione pubblica, i marciapiedi, un attraversamento pedonale rialzato all’angolo tra via Isonzo e via Basso, e la sistemazione del cortile della scuola Cosola. Un classico schema di urbanizzazione a scomputo, che alleggerisce gli oneri a carico del privato in cambio di opere pubbliche.
Intanto, i lavori potrebbero iniziare a breve. Il dirigente responsabile è l’ingegner Fabio Mascara, e la società Argin Immobiliare ha già prodotto fideiussioni e documentazione tecnica. Sul piano amministrativo, ci siamo. Il cantiere ha aperto.
L'ex Consorzio Agrario, con il degrado che l'ha accompagnato in questi ultimi anni, tra poco non ci sarà più.
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