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02 Luglio 2025 - 17:50
Il Parco Mauriziano ancora minacciato da nuove costruzioni e traffico
Ci risiamo. Nel nuovo piano regolatore della città, che il Comune sta sottoponendo alla Regione, compare nuovamente la possibilità di costruire nell’area a fianco del Parco Mauriziano, a sud del parco, verso Stradale Torino (area 4.11). Come se non bastasse, il piano regolatore prevede di nuovo la costruzione di una strada che parte all’incirca dall’ingresso del parco, in via Foglizzo, e va ad innestarsi in Stradale Torino sulla rotonda in uscita dalla città. La strada “taglierebbe l’angolo”: eviterebbe agli automobilisti che arrivano da Montanaro, Foglizzo, la Blatta, Montegiove ecc. di imbottigliarsi al semaforo di Stradale Torino. Una buona idea per gli automobilisti che il mattino viaggiano di fretta verso il lavoro. Ma una pessima idea per il Parco Mauriziano, che verrebbe toccato dal rumore e dall’inquinamento prodotto dagli autoveicoli.
Una vecchia storia: quella previsione di strada è contestata da ambientalisti e cittadini da almeno vent’anni. Compariva già nel progetto edilizio cosiddetto del “Mauriziano”, adottato fin dal 2009 dal consiglio comunale di Chivasso. La giunta era quella di Bruno Matola e il responsabile del procedimento l’ingegner Francesco Lisa. Sarebbero stati circa 200 appartamenti in edifici di sei piani a ridosso del parco, e in più la strada che inevitabilmente richiamerebbe un traffico intenso, a danno del parco stesso.
Contro quel progetto gli ambientalisti chivassesi, fra cui il circolo locale di Legambiente, presentarono ricorso al TAR. Per trasparenza: chi scrive era fra i firmatari del ricorso. Il tribunale amministrativo respinse il ricorso. Legambiente allora presentò appello al Consiglio di Stato: respinto anche l’appello. Seguirono altri due ricorsi, sempre uno al TAR e uno al Consiglio di Stato, che invece questa volta furono favorevoli agli ambientalisti: TAR e Consiglio di Stato bocciarono il progetto edilizio.
Claudio Castello sindaco di Chivasso
Conseguentemente a quelle due sentenze, il consiglio comunale di Chivasso annullò il progetto del Mauriziano e la strada. Ma l’area rimaneva edificabile: la proprietà di allora, o una nuova, avrebbe potuto ripresentare un progetto quasi in fotocopia, o di minori dimensioni. Si sperava che nel frattempo il Comune avrebbe eliminato l’edificabilità dell’area. Provvedimento non facile in base al piano regolatore allora vigente: la proprietà avrebbe potuto chiedere i danni al Comune. Già anni prima la proprietà aveva fatto scrivere dai propri avvocati una lettera al Comune: se l’amministrazione comunale avesse rallentato l’iter dell’approvazione del progetto edilizio, la proprietà avrebbe potuto chiedere un risarcimento. Quanto? La lettera quantificava in dieci milioni di euro il danno che la proprietà avrebbe subito.
Ma ora, ora che l’amministrazione di Claudio Castello e dell’assessore all’edilizia Pasquale Centin stanno redigendo il nuovo piano regolatore insieme alla Regione, adesso non sarebbe l’occasione di risolvere il problema dichiarando inedificabile quell’area? Invece no. Con imperturbabile accanimento, Castello e Centin ripresentano un piano regolatore che continua a considerare edificabile l’area e realizzabile la strada “del Mauriziano”.
Abbiamo chiesto conferma al Comune. Ci ha risposto rapidamente l’ingegner Mascara, che oggi dirige in modo ineccepibile quello che è stato per decenni il “porto delle nebbie” chiamato anche Ufficio Tecnico Comunale. L’ingegnere ci rassicura: gli edifici previsti sono più piccoli rispetto a quelli del progetto precedente. Come dire: impatterebbero meno sul Parco Mauriziano. Sarebbe fin troppo facile replicare che la strada, però, impatterebbe sul parco esattamente come quella del progetto precedente.
Ma il problema non è solo l’impatto sul parco. Il guaio è anche più grave, e tocca il rischio alluvione a cui è soggetta quella parte di Chivasso: stretta fra il Po a Sud, l’Orco a Ovest, e la roggia San Marco a Nord. È la porzione Chivasso Ovest, andata sott’acqua nel 1994 e nel 2000. Un rischio che l’ingegner Mascara conosce benissimo. E che conosce strabenissimo soprattutto uno dei suoi collaboratori, il chivassese Emanuele Martellozzo, il maggior esperto di acque della città.
Naturalmente parliamo di rischio alluvione per tutta quanta quella parte di Chivasso, e non in modo particolare per quell’area 4.11, a fianco del Parco Mauriziano, dove sono nuovamente previste le case e la strada. Ma allora andiamo a vedere più da vicino quell’area. È un terreno più basso rispetto alle zone circostanti. Quando piove molto il terreno raccoglie le acque di pioggia, e quelle provenienti da Nord, e gradualmente le assorbe. Evitando danni ai dintorni. Una sorta di bacino di laminazione naturale. Bene, cosa accadrà quando quell’area sarà “cementificata” e resa più o meno impermeabile? Accadrà che il terreno non assorbirà più l’acqua. Che potrebbe finire nelle cantine delle case del quartiere (compresa la mia, lo ribadisco sempre per trasparenza). O no?
Sarebbe imprudente contare sul fatto che dopo il 1994 la città si è dotata di un reticolo di scolmatori. Il clima è cambiato rispetto a trent’anni fa: sono sempre più frequenti le cosiddette “bombe d’acqua”, che spazzano via anche gli scolmatori e demoliscono le città.
Aggiungiamo un dettaglio che non è tanto un dettaglio. Al confine Nord del Parco Mauriziano, verso Montanaro, c’è il rilevato della ferrovia Torino – Milano. Nel rilevato vi sono tre / quattro fori che consentono all’acqua proveniente da Nord di sottopassare la ferrovia evitando così di danneggiarla. Però a Nord del rilevato scorre la roggia San Marco, una delle due grandi rogge di Chivasso: la roggia che, come altri corsi d’acqua maggiori o minori, fu corresponsabile della inondazione dell’abitato di Chivasso del 1994. Quindi si può immaginare quanta acqua potrebbe riversarsi, in caso di piogge intense, nel Parco Mauriziano, e a seguire nell’area dove il nuovo piano regolatore consente nuovamente di costruire case e strada. E più giù nelle abitazioni del quartiere. Embè, che sarà mai? Si potrebbero tappare quei fori, no? RFI permettendo…
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