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Sorpresa a Chivasso: con la Giunta di centrosinistra rispunta una strada nel Parco del Mauriziano...

Il tracciato previsto nel nuovo Piano Regolatore: l'ultima volta era con l'amministrazione di centrodestra dell'allora assessore Enzo Falbo. Che oggi fa l'Abbà del Carnevale...

Sorpresa a Chivasso: con la Giunta di centrosinistra rispunta una strada nel Parco del Mauriziano...

Sorpresa a Chivasso: con la Giunta di centrosinistra rispunta una strada nel Parco del Mauriziano...

Il 18 dicembre 2024 il Consiglio comunale di Chivasso ha adottato la bozza del nuovo piano regolatore. Su questo giornale se ne è già scritto subito dopo l’adozione. E, sorpresa sorpresa, nelle tavole allegate al piano ricompare il tratteggio della famosa “strada del Mauriziano”. Che non è propriamente la strada “del Mauriziano”, perché non è previsto che passi dentro il parco, ma solo in un terreno edificabile a fianco del parco medesimo.

La “battaglia del Parco Mauriziano” cominciò venti anni fa, nel 2005. Era sindaco Andrea Fluttero. Il consiglio comunale approvò il Piano Particolareggiato Edilizio (PPE) detto “del Mauriziano”. Un progetto di 200 alloggi nel terreno accanto al Parco. I consiglieri di minoranza Michele Scinica e Frediano Dutto notarono che nel terreno dove avrebbero dovuto sorgere le “torri” edilizie del progetto era prevista, dal Piano Regolatore di allora, una strada di collegamento fra via Foglizzo e Stradale Torino, attraverso via Settimo.

I due consiglieri avvertirono la popolazione: la strada avrebbe finito per ospitare un traffico molto intenso, che avrebbe potuto impattare sul parco. Rumore e aria peggiorata dagli automezzi in transito lungo quello che allora era il più bel parco di Chivasso.

Gli ambientalisti, aiutati dai due consiglieri, si mobilitarono: raccolta di firme, volantinaggi, assemblee, articoli sui giornali. E persino carte bollate: Legambiente, Pro Natura e un residente presentarono pure due ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, contrastati dall’amministrazione comunale. Che cambiò pochi mesi dopo: alla fine di dicembre 2005 Andrea Fluttero si dimise per partecipare alle elezioni politiche dell’anno successivo.

La battaglia degli ambientalisti proseguì quindi sotto l’amministrazione seguente, quando era sindaco Bruno Matola e assessore all’ambiente Enzo Falbo. Come il suo predecessore, Matola difese il “suo” progetto (benché sia a vantaggio dei privati costruttori, un PPE è redatto dal Comune, a differenza dei PEC che sono elaborati da privati). Bisogna dire che Matola forse non poteva fare diversamente, perché i costruttori avrebbero potuto chiedergli i danni. Così il Comune guidato da Matola (con assessore Falbo) si costituì in giudizio contro i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato degli ambientalisti.

I quali ambientalisti avevano poche speranze, ma tirarono fuori dalle loro tasche gli euro per pagarsi un bravissimo avvocato amministrativista e ambientalista, la signora Chiara Servetti di Torino. E pure la consulenza del valoroso geologo Paolo Quagliolo. Si pagarono due ricorsi al TAR e due al Consiglio di Stato, e chiunque può immaginare il costo delle parcelle dei pur onestissimi Servetti e Quagliolo.

Il Parco Mauriziano di Chivasso

Si assistette così a una battaglia che presentava anche lati comici: per difendere l’aria buona del Parco Mauriziano gli ambientalisti portavano il Comune in tribunale, per quanto solo quello amministrativo, e il Comune pagava un avvocato, con soldi pubblici, per difendere il progettone di 200 appartamenti in cinque-sei torri a fianco del Parco – che ovviamente sarebbero stati costruiti da immobiliaristi privati.

Intanto, malinconicamente, gli ambientalisti perdevano un ricorso dopo l’altro. Finché un giorno avvenne ciò che il celebre e sfortunato mugnaio tedesco del Settecento implorava: «Ci sarà pure un giudice a Berlino!». Sì, c’era, a Roma. Nel 2021, sedici anni dopo l’inizio della battaglia del Mauriziano, un giudice del Consiglio di Stato bocciò definitivamente il PPE detto “del Mauriziano”.

E adesso? Adesso ecco che la strada del Mauriziano rispunta nella bozza del nuovo piano regolatore. Assessore all’ambiente non è più Enzo Falbo, ma il verdissimo Fabrizio Debernardi. Che forse - ma non lo sappiamo e allora glielo chiediamo – non può farci niente…

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