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01 Luglio 2025 - 14:37
In che modo le licenze da 7 milioni di euro della durata di 9 anni stanno cambiando il mercato del gioco online
La riforma del gioco digitale sta avendo una grande influenza sul gioco in Italia. Ma possiamo dire che è un passo avanti verso il consolidamento o ci sarà una concorrenza sempre maggiore? Vediamo come potrebbe evolvere il mercato entro il 2028.
Stiamo letteralmente attraversando un periodo storico che segnerà gli anni a venire. L'ADM ha varato il bando, tanto atteso, che impone che gli operatori versino un contributo iniziale di 7 milioni di euro per ogni licenza. Insomma, è un cambiamento destinato a lasciare il segno, la barriera d'ingresso è stata ridefinita e anche la regolamentazione è diventata più ferrea. Questo coinvolge tutte le piattaforme di gioco, dai casinò bonus senza deposito alle piattaforme di scommesse.
La decisione dell'ADM prende forma dopo vari mesi di consultazioni, di sentenze europee e di dibattiti parlamentari. Il contributo una tantum da 7 milioni di euro per ogni licenza, introdotto con l'obiettivo di finanziare dei progetti per contrastare il gioco illegale e per rafforzare i controlli tecnologici, rappresenta il dato più concreto della riforma.
Gli operatori interessati hanno avuto tempo fino al 30 maggio 2025 per inviare l'istanza. Le autorizzazioni definitive sono attese entro il primo trimestre del 2026. Allo stesso tempo, l'ADM ha alzato l'asticella dei requisiti tecnici, per esempio è stato richiesto che ci siano delle infrastrutture ridondanti in UE e che le certificazioni ISO siano aggiornate, Inoltre, è stato anche introdotto l'obbligo di emettere dei report in tempo reale.
Cosa comprende il pacchetto licenza
Il risultato? Un investimento iniziale che costringe molti operatori mid-size a cercare dei partner finanziari o a valutare delle sinergie prima ancora di presentare la domanda.
Uniformare la durata delle concessioni a nove anni semplifica la pianificazione strategica e attira quei capitali che cercano degli orizzonti più lunghi rispetto ai precedenti rinnovi a macchia di leopardo. In teoria, un ciclo esteso mitiga il rischio regolatorio e offre ai vincitori il tempo necessario per recuperare il maxi esborso iniziale.
Timeline della riforma
Questa orchestrazione promette una grande stabilità al gettito fiscale. Il Ministero dell'Economia stima che solo la partita dei canoni iniziali porterà allo Stato circa 350 milioni di euro entro il 2026.
Il livello d'ingresso più alto in Europa ha già generato una prima selezione naturale: almeno 40 domande risultano depositate o in via di completamento a 24 ore dalla chiusura dei termini, un numero inferiore rispetto alle oltre 70 licenze attive nel ciclo precedente.
Gli operatori globali con flussi di cassa molto solidi guardano all'Italia come a un mercato premium dove sperimentare degli strumenti di personalizzazione avanzata (dall'A/B testing sul live casino al wallet condiviso tra verticali). Nel frattempo, i brand più piccoli puntano su delle nicchie, come l'eSports betting o i micro-tornei di poker, e cercano degli accordi white-label con chi ha già ottenuto la concessione.
Lato utente, cambierà poco in apparenza. La platea continuerà a confrontare il payout, la velocità di prelievo e le promozioni. Ciononostante, l'aumento dei costi potrebbe riflettersi sui cataloghi di gioco che potrebbero diventare meno ampi e ci potrebbero essere anche dei bonus meno aggressivi.
Con questa riforma possiamo aspettarci che il terreno diventi via via sempre più fertile ma anche più concentrato.
Gli analisti prevedono tre possibili scenari:
Nel frattempo, a livello europeo, il gross gambling revenue complessivo ha raggiunto 123,4 miliardi di euro nel 2024. Un dato che testimonia la vitalità del settore e che offre un ulteriore margine di crescita agli operatori italiani, a patto di integrare dei modelli di compliance e di innovazione.
Il binomio 7 milioni di euro + nove anni non è soltanto un cambio di tariffario, rappresenta il tentativo di alzare la qualità media dell'offerta, di spingere sulla trasparenza fiscale e di ridurre la polverizzazione del mercato. I primi segnali, come un minore numero di domande ma una maggiore solidità finanziaria dei candidati, suggeriscono un quadro competitivo più concentrato ma anche più predisposto a investire nella tecnologia, nella sicurezza e nella responsabilità sociale.
Chi riuscirà a trasformare questo costo d'ingresso in un vantaggio competitivo potrà godere di una finestra quasi decennale di stabilità, prima che la giostra riparta. Nel frattempo, agli appassionati resta un ecosistema più controllato.
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