AGGIORNAMENTI
Cerca
Il Canavesano imbruttito
18 Giugno 2025 - 22:34
Meloni e Trump
Siamo sicuri di essere davvero pronti a pagare il prezzo della Verità?
O si preferisce, come pare, scegliere la strada in apparenza più comoda: quella battuta dai più; quella reclamizzata dai media; quella che non chiede di pensare perché a farlo per noi sono già altri; quella indicata da pollici e opinionisti prezzolati?
È innegabile che sia più facile nuotare con la corrente a favore, ma la corrente si sta facendo troppo impetuosa, forse la maggior parte della gente non se ne rende conto, ma la corrente è divenuta così forte da essere diventata molto pericolosa, soprattutto per nuotatori incapaci.
Capisco che è più rassicurante sentirsi parte di un grande gruppo, meglio di una grande maggioranza, piuttosto che difendere posizioni solitarie, è stato così anche al tempo del covid e delle vaccinazioni “obbligatorie”, ma evidentemente, fatti, fattacci, bugie e mezze verità di quegli anni, seppur molto recenti, non hanno insegnato nulla.
La storia, quella “cosa” antipatica che si vorrebbe piegare agli interessi delle multinazionali, della N.A.T.O., della “scienza” e dei quattro fondi d’investimento padroni del mondo occidentale: Vanguard, BlackRock, State Street Capital e Geode Capital Management, però, ci racconta un qualcosa di diverso. Ogni grande cambiamento è partito da una minoranza e non è escluso che oggi torni ad essere così. In ballo c’è la vita, c’è il futuro, ma anche il presente ed io credo sia ormai giunto il tempo di tornare a guardare con attenzione a casa nostra, non fosse altro che per sottrarsi alla guerra, ormai inevitabile, se si rimane nella trincea N.A.T.O. a sventolare bandiere israeliane, ucraine e americane. Non solo, si sarebbe dovuto fare molto prima, già quando ci avevano fatto i conti in tasca, costringendoci al folle cambio di 1.936,27 lire per 1 euro, ma oggi è davvero giunta l’ora di tornare ad essere Italiani. Ad essere europei ci abbiamo provato ed è andata malissimo, Draghi e Prodi, “grandi” economisti ed europeisti, avevano sbagliato e continuano a sbagliare i conti. L’euro è servito ad aumentare il divario fra i ceti sociali più alti e quelli più bassi, lentamente, ma neanche troppo, ha spazzato via la classe media che fra i due stati sociali faceva da collante. I ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri, sempre più numerosi, sono diventati e diventano sempre più poveri. Dopo trent’anni di politiche in nome e per conto dell’Unione Europea l’Italia è ormai una nazione deindustrializzata, povera, meno democratica e più diseguale, sia sul piano sociale che su quello territoriale. Una nazione dove è diffusa e profonda l’ignoranza sulle questioni monetarie, tanto che gente come Draghi, Prodi, Monti e tutta la lunghissima fila di economisti-europeisti, bacia pile, bacia culi, maggiordomi dell’Unione Europea e della N.A.T.O., dovrebbero ricominciare dai più elementari rudimenti della matematica, dell'economia e della finanza, sempre che il disastro che hanno causato non fosse progettato attentamente e fatto con dolo. Sulla moneta ogni economista dovrebbe sapere che la valuta sovrana rappresenta il fondamento della capacità di uno Stato di autofinanziarsi, di sottoscrivere la spesa pubblica, di pagare l’istruzione, la sanità, il welfare, la ricerca, la sicurezza, l’esercito e di sviluppare il Paese. La moneta è uno strumento essenziale, cedere la sovranità monetaria, cosa certamente sfuggita ai guru nostrani dell’economia, per uno Stato ha lo stesso significato di cedere l’esercito ad una potenza straniera per poi rimanere senza difesa, quindi, il nostro accanimento nel voler rimanere attaccati al carrozzone dell’Unione Europea, sin troppo chiaramente avviato alla disintegrazione, è sempre di più cosa senza senso e senza nessuna convenienza.
Ormai in Italia comandano tutti, chiunque si sente libero di dettarci comportamenti e stili di vita; chiunque, dalla U.E. alla N.A.T.O., si sente padrone di farci i conti in tasca, di imporci quanto dobbiamo sborsare per il riarmo, oltre che per l’annuale “tessera” d’iscrizione.
La narrativa ufficiale ci ha raccontato e continua a farlo, che l’Ucraina è l’avamposto dei valori democratici dell’Occidente, ma l’Ucraina è in realtà un sistema totalitario dove comanda un unico partito, quello di Zelenskye dove i media che possono esprimersi sono solo quelli che piacciono a Zelensky. Il loro eroe nazionale, Stepan Andijovic Bandera, le cui statue sono disseminate per l’Ucraina, era un gerarca nazista, ma ciò nonostante, noi abbiamo residuati della politica romanocentrica che ancora, dopo che la Russia dall’inizio del conflitto ha cercato di evitare stragi di civili; dopo gli innumerevoli attentati terroristici messi in atto dal regime di Kiev con la supervisione di ufficiali N.A.T.O. a danno dei cittadini russi, riescono ancora, come Carlo Calenda, a lanciare farneticanti messaggi via social in favore dell’Ucraina. Abbiamo testate giornalistiche che, invece di raccontare ciò che avviene, narrano ciò che vorrebbero avvenisse. Il tutto mentre Israele candidamente bombarda Iran e Yemen in via preventiva, perché l’Iran non può e non deve avere nessuna testata nucleare, mentre, invece, è lecito e giusto che lo Stato ebraico, dichiarato dal prode Netanyahu, ne abbia oltre 200. Il tutto, mentre mi sembra di capire dalle reazioni di politica e stampa nostrana, che la retorica “aggredito-aggressore”, con la quale ci hanno massacrato i coglioni fino ad oggi parlando della guerra fra Russia e Ucraina, non sia più valida per l’attacco di Israele all’Iran, allo Yemen ed a qualsiasi altro Stato in futuro, gli eternamente perseguitati, appartenenti alla stirpe di Re David, vorranno dedicare le loro “calde” attenzioni. Il tutto mentre l’impavido Netanyahu con il suo fido Ministro della Difesa, Israel Katz, per sfuggire alle rappresaglie iraniane, risulta essersi rifugiato a Cipro in una base militare N.A.T.O. con bunker fortificato.
E allora, siamo sicuri di essere veramente pronti a pagare il prezzo della Verità?
Non è certamente cosa da niente e può fare davvero male, ma ormai, senza stare a guardare troppo altrove, anche perché dove ti giri, ti giri c’è solo desolazione, diciamocela tutta, la politica italiana si è ormai inequivocabilmente mostrata per quello che è: un’accozzaglia di mediocri, che si mettono insieme e si tengono insieme perché, seppur se la tirano da statisti, sanno di essere tanto mediocri da essere incapaci di gestire, non un Paese, ma addirittura un condominio. Il solco fra i partiti e la cittadinanza non è mai stato così profondo, non a caso la maggioranza della popolazione non va nemmeno più a votare. Oggi i partiti, i politici che li rappresentano, pare che la cosa sfugga sempre meno al popolo elettore, si bazzicano per il potere, per ricavarne vantaggi, favori, prebende, per ritagliarsi rendite di posizione e di carriera a danno di altri, di quelli che rifiutano di umiliarsi infeudandosi, a danno della libertà, con le autorità politiche, economiche e finanziarie.
Oggi, caduto il velo delle ideologie, nel tempo in cui la peggior politica di destra è stata fatta dalle sinistre, il Re è nudo più che mai ed i partiti si svelano per ciò che in realtà sono e, seppur un tempo più attenti nella recita, sono sempre stati: delle minoranze organizzate allo scopo di curare i propri affari; delle oligarchie che lottano ferocemente per il potere, ma non perché hanno idee o progetti diversi per gestire decentemente la cosa pubblica, bensì per spartirselo a vantaggio unicamente dei propri adepti. Minoranze organizzate che si azzuffano e si insultano di “giorno” ad uso e consumo di quei pochi che ancora ci credono, ma che si accordano di “notte”, al riparo da sguardi indiscreti. Il “teatrino della politica” nostrana non ha mai offerto uno spettacolo che meritasse grandi applausi, ma ora siamo veramente allo sbando più totale, abbiamo superato l’indecenza, gli “attori” che ne calcano il palcoscenico sono veramente inguardabili e inascoltabili.
Mai come oggi ci sarebbe bisogno di statisti, di grande politica e grande diplomazia, e non di leader in armi e paesi in tenuta da guerra.
Noi, invece, abbiamo dato il nostro ripugnante contributo alla causa della guerra, ieri assumendo la posizione dei “falchi” dietro gli U.S.A. di Biden con Draghi, Letta e Mattarella, oggi, non capendo bene di fronte a chi genuflettersi, un po’ di fronte a Donald Trump, un po’ di fronte a Benjamin Netanyahu, un po’ di fronte a Ursula Von der Leyen e un po’ di fronte a tutti, continuiamo con la farsesca recita dei “falchi”, seppur con le ali spuntate, con la Meloni, Crosetto e l’immancabile Mattarella, nonostante, credo, siano ormai in molti ad aver capito che il “falco” Italia non è più in grado di volare.
Mai come oggi risuonano vere le parole di Isaac Asimov, scrittore, biochimico e divulgatore scientifico del secolo scorso: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”. Ed è proprio questo a preoccupare, la grande incapacità, non solo la nostra, ma anche quella dei singoli Stati e dell’Unione Europea, manifestamente incapaci di assumere iniziative politiche e strategiche votate alla pace ed al benessere dei propri cittadini.
Forse, bombardati dalla retorica dei media mainstream, i più non se ne rendono conto, ma noi, in Europa e soprattutto in Italia, rispetto all’interventismo “umanitario” della N.A.T.O. a guida U.S.A., vuoi per mano degli israeliani oggi, vuoi per mano degli ucraini ieri, o vuoi per mano diretta degli anglo-americani l’altro ieri, siamo ridotti a soldatini di latta, obbedienti e allineati, con la certezza, acquisita negli anni, che a “casa nostra” non conta chi “governa”. L’Italia ha dato prova di esserci sempre, anche e soprattutto contro i propri interessi. Noi siamo sempre scesi in guerra quando a ordinarcelo, anche contro il parere dell’O.N.U., sono stati i nostri “amici” americani, lo abbiamo fatto con governi di centro destra e con governi di centro-sinistra, lo abbiamo fatto contro la Serbia, l’Afghanistan, l’Iraq e anche contro la Libia, lasciando che i nostri “alleati” trasformassero Sicilia e Sardegna in due enormi portaerei dove rifornire di carburante, missili e bombe i loro cacciabombardieri.
Insomma, la politica nostrana è ormai completamente asservita ai voleri di Unione Europea e Stati Uniti d’America, non esiste più nessun motto d’orgoglio, la fine fatta da Craxi, da Moro e gli eterni processi contro Andreotti, devono aver fatto capire ai loro successori che l’unica cosa che devono fare è ubbidire, poi, ancor meglio, popolare le istituzione di venduti e incapaci.
A tal proposito, ma Giggino Di Maio, che mi pare sia il Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico, qualcuno l’ha sentito?
Forse sta bevendo champagne in dolce compagnia guardando dalla terrazza i fuochi sui cieli di Haifa, Teheran e Tel Aviv, nella personale convinzione che siano “bott e fuochi” e “fuochi ‘e bellezza”?
TUTTI GLI ARTICOLI DI PAOLO BINI CLICCA QUI
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.