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30 Giugno 2025 - 11:10
Ricci salvati dal caldo torrido: a Torino decine di cuccioli in pericolo
Mentre Torino soffoca sotto l’afa, qualcuno rischia la vita nel silenzio dei marciapiedi. Non sono persone, non sono animali domestici, ma piccoli ricci, vittime invisibili del cambiamento climatico. A lanciare l’allarme è il Centro Recupero Ricci “La Ninna”, che nelle ultime ore ha recuperato decine di cuccioli in gravi condizioni, stremati dal caldo e incapaci di sopravvivere da soli.
Il fine settimana appena trascorso è stato un bollettino di emergenze per il centro piemontese, da anni attivo nella tutela di questi mammiferi notturni, sempre più minacciati da temperature anomale, siccità e urbanizzazione selvaggia. I volontari, coordinati dalla struttura con sede nel cuore del Piemonte, sono intervenuti a più riprese nelle vie di Torino, spesso allertati da semplici cittadini che si sono accorti della presenza di cuccioli immobili, disidratati, in balia dell’asfalto rovente.
“Abbiamo bisogno di aiuto. Subito.” È l’appello lanciato dal Centro “La Ninna”, che con risorse sempre più limitate cerca di far fronte a un’estate tra le più dure degli ultimi anni. Il lavoro non manca, ma mancano fondi, attrezzature, farmaci, alimenti specifici. Ogni riccio salvato ha bisogno di cure, riabilitazione, controlli veterinari, un ambiente protetto dove poter recuperare le forze prima del reinserimento in natura.
E ogni intervento ha un costo. Ma l’importanza è enorme. I ricci, spesso trascurati nella narrazione ambientale, svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio degli ecosistemi, contribuendo al controllo naturale di insetti e parassiti. In pochi lo sanno, ma ogni anno il centro accoglie centinaia di esemplari feriti, orfani, denutriti, messi a rischio da automobili, tosaerba, inquinamento e ondate di calore.
Negli ultimi giorni, raccontano i volontari, il flusso di animali in arrivo è raddoppiato. Il caldo estremo fa crollare le difese dei piccoli nati da poche settimane, li separa dalle madri, li disorienta. Alcuni vengono trovati alle prime luci dell’alba accasciati nei giardini, altri di sera nei cortili, disidratati e incapaci di reagire. Senza l’intervento tempestivo, molti non ce la farebbero.
Il Centro “La Ninna” lancia un messaggio chiaro e urgente: servono donazioni, anche piccole, per acquistare latte in polvere, antiparassitari, cibo specifico per il recupero. E servono anche mani, volontari disposti a dare una mano nelle strutture o a segnalare in tempo reale animali in difficoltà.
Ma il problema non è solo emergenziale. Dietro questa ondata di ricoveri c’è una crisi più profonda, ambientale e culturale. Il clima che cambia, con estati sempre più torride e inverni anomali, sta alterando i ritmi biologici dei ricci, rendendoli più vulnerabili e meno in grado di adattarsi. In parallelo, il consumo di suolo e la perdita di habitat spingono questi animali a vivere sempre più a ridosso delle aree urbane, dove il rischio di incidenti e sofferenze aumenta esponenzialmente.
Sostenere un centro di recupero oggi non è un gesto isolato, ma un atto di responsabilità collettiva. Significa difendere la biodiversità, ma anche preservare un rapporto sano tra città e natura, tra sviluppo umano e tutela delle specie. I ricci, con il loro passo timido e la loro abitudine al silenzio, sono il simbolo di un equilibrio fragile, che si rompe senza fare rumore.
Il messaggio che arriva da Torino è semplice: non voltarsi dall’altra parte. Bastano una segnalazione, un contributo, una condivisione dell’appello per fare la differenza. Perché ogni cucciolo salvato oggi è una vita che può continuare domani, e ogni estate sempre più calda richiederà comunità sempre più consapevoli e solidali.
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