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27 Giugno 2025 - 15:25
La Malattia Oculare Tiroidea colpisce 53mila italiani: in arrivo nuove cure
Malattia oculare tiroidea, colpiti 53mila italiani. in arrivo nuovi farmaci. È un dato che racconta una realtà ancora poco conosciuta, spesso sottovalutata, ma con conseguenze rilevanti sulla salute e la qualità della vita dei pazienti. Si tratta della Thyroid Eye Disease (TED), una patologia autoimmune complessa, associata o meno a disfunzioni della tiroide, che in Italia interessa circa 8,9 persone ogni 10mila abitanti, con una prevalenza femminile marcata.
Il 33% dei casi presenta una forma moderato-severa, mentre il 2% è a rischio di perdita della vista. Segni clinici come infiammazione orbitale, occhio sporgente, visione doppia, retrazione palpebrale e dolore rendono la malattia altamente invalidante. Nei casi più gravi si arriva a compromissioni del nervo ottico, danni corneali e cecità permanente.
A fronte di questo scenario, il progresso della ricerca offre ora un nuovo orizzonte. “Siamo in attesa dell’approvazione di farmaci innovativi” – ha spiegato il dottor Francesco Quaranta Leoni, responsabile scientifico AIMO per la chirurgia oftalmoplastica – “che potrebbero cambiare radicalmente il trattamento della TED, già disponibili negli Stati Uniti dal 2020”.
Se n’è discusso a Roma, durante un evento promosso da Motore Sanità a Palazzo Baldissimi, alla presenza di specialisti come la presidente AIMO Alessandra Balestrazzi e il professor Gustavo Savino, direttore del dipartimento di oncologia oculare del Policlinico Gemelli. Il nodo centrale dell’incontro: la necessità di creare centri di riferimento multidisciplinari, dove endocrinologi e oculisti possano gestire i pazienti con competenze integrate.
“La TED è meno rara di quanto si pensi – ha sottolineato Quaranta Leoni – e rappresenta un problema non solo medico, ma anche sociale ed economico. Serve una rete di cura efficace, capace di intervenire con tempestività, competenza e continuità”. La chirurgia – spiega l’esperto – richiede una gestione a 360 gradi, tra decompressione orbitaria, chirurgia dello strabismo e interventi palpebrali, con costi spesso gravosi anche per il Sistema Sanitario Nazionale.
A complicare il quadro, la scarsa conoscenza della malattia, che comporta ritardi diagnostici, soprattutto nelle fasi iniziali, e l’assenza di un registro nazionale. Secondo gli esperti, è fondamentale censire e riorganizzare la rete assistenziale, stabilendo centri altamente specializzati e collegandoli in modo efficiente al territorio. In Europa, un modello virtuoso è rappresentato dal network EUGOGO (European Group On Graves Orbitopathy).
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